Franco Forte
Diego Lama
Letizia Vicidomini
Editore: Homo Scrivens
Genere: Thriller
Pagine: 168
Anno edizione: 2025

Sinossi. Tre racconti taglienti, drammatici e intensi, che scavano nell’animo umano tra tensioni domestiche, paure di un mondo in lockdown e follie oscure. Una lettura impossibile da ignorare. Il volume raccoglie tre racconti di autori di spicco della narrativa italiana contemporanea, tre storie di vite che si spezzano, di equilibri che crollano, di verità che emergono dal buio. “Smetti di guardare” di Franco Forte è un viaggio disturbante nei recessi della violenza e della perversione. Un racconto estremo, feroce, che non lascia spazio a compromessi, tra visioni allucinate e realtà che sfuma nell’incubo, in cui Morte e Sesso diventano il filo conduttore di una vicenda cruda e violenta, che scava nella zona più buia dell’anima. “Lockdown” di Diego Lama è un noir urbano ambientato durante il lockdown. L’agente Cimmino, esasperato dalla chiusura e dalla solitudine, si scontra con il disordine della società e dei suoi stessi pensieri, in una Napoli deserta e inquietante. “Teatranti” di Letizia Vicidomini esplora il lato oscuro di una coppia borghese apparentemente equilibrata. Quando i due attori amatoriali devono scavare nella propria coscienza per interpretare un ruolo, segreti, frustrazioni e rancori sopiti esplodono, portandoli a una drammatica trasformazione.
Recensione
di
Cinzia Passaro
“Nero come il buio” è un’opera che presenta un’attenta analisi dell’animo umano quando costretto a confrontarsi in situazioni di tensione e drammaticità.
Il libro raccoglie le penne di Franco Forte, Diego Lama e Letizia Vicidomini, ognuno dei quali porta in scena le proprie visioni inquietanti e affascinanti.
Il primo racconto, “Smetti di guardare” di Franco Forte, è un viaggio perturbante nei meandri della violenza e della perversione. Un racconto un po’ splatter, dove al centro c’è una famiglia disfunzionale che apparentemente funziona bene.
Forte non teme di affrontare il lato più oscuro dell’esistenza, creando una narrazione che sfuma tra realtà e incubo. Disorienta la violenza gratuita nel racconto che si perde in un labirinto di immagini disturbanti. Però invece di colpire, l’autore sembra scivolare nella trappola della enfasi, lasciando il lettore completamente spaesato. La ricerca di provocazione prevale sulla narrazione stessa, rendendo difficile empatizzare con i personaggi e le loro esperienze.
“Sara e la biondina si erano tirate su, e adesso sedevano l’una davanti all’altra. Avevano aperto gli occhi e si guardavano mentre respiravano con i denti.”
Si ha l’impressione che l’unico obiettivo fosse scioccare a tutti i costi, senza una vera trama o sviluppo dei personaggi.
“Presi il coltello e mi girai a guardarle, lasciando che l’acciaio mi scivolasse in mano. L’energia del metallo temprato servi a tergere la nebbia dai miei occhi.”
L’analisi di queste frasi estrapolate dal racconto credo che diano l’idea di ciò che Forte abbia voluto fare.
Diego Lama, con “Lockdown“, ci trasporta in un noir urbano che esplora l’isolamento forzato della pandemia. Attraverso l’agente Cimmino, Lama mette in luce le fragilità di un sistema in crisi, rivelando come la solitudine e il disordine possano portare a una spirale di eventi incontrollabili.
La figura dell’agente Cimmino è un cliché che cammina, incapace di evocare empatia o interesse.
“Col cazzo che la passi liscia, oggi. Perché oggi c’è Cimmino Gaetano, e Cimmino Gaetano si è scocciato di stare senza far niente nella notte buia.”
La scrittura di Lama è vivida e coinvolgente, rendendo palpabile l’angoscia di una Napoli deserta, ma ricca di tensioni latenti, il colpo di scena è dietro l’angolo.
Infine, “Teatranti” di Letizia Vicidomini offre uno sguardo penetrante su una coppia borghese che in vent’anni di vita comune ha sempre evitato conflitti e discussioni, mostrando una facciata perfetta mentre cova la più totale disistima dell’uno verso l’altra, non sa di essere in crisi, sul palcoscenico sarà costretta a confrontarsi con i propri segreti e rancori.
“È vero che qualcosa non va, tra di noi, e mi pare arrivato il momento di rendercene conto: ci penso da tempo, però non sono mai stata capace di parlartene. Non tutto è perfetto come tu sembri convinto che sia, e mi ha colpito profondamente che una persona esterna ne abbia avuto sentore”.
Vicidomini utilizza il teatro come metafora per esplorare le complessità dell’essere umano, mostrando come la finzione possa rivelare verità scomode. La sua abilità nel creare personaggi credibili e coinvolgenti rende questa storia particolarmente interessante.
Un pensiero particolare va a Beniamino, vittima della guerra tra coniugi che parte da lontano e innescata da un abile regista come Salvo.
Nel complesso, “Nero come il buio” è una raccolta che, pur nella sua diversità stilistica e qualche esagerazione di troppo, riesce a unire tre voci forti e originali. Ogni racconto offre un’esperienza di lettura intensa e viscerale, capace di stimolare riflessioni profonde sulle paure e le follie che albergano nell’animo umano.
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Franco Forte, Diego Lama e Letizia Vicidomini
Franco Forte nasce a Milano nel 1962. Giornalista, traduttore, sceneggiatore, editor delle collane edicola Mondadori (Gialli Mondadori, Urania e Segretissimo), ha pubblicato i romanzi “Il segno dell’untore”, “Roma in fiamme”, “I bastioni del coraggio”, “Carthago”, “La Compagnia della Morte”, “Operazione Copernico”, “Il figlio del cielo”, “L’orda d’oro” – da cui ha tratto per Mediaset uno sceneggiato tv su Gengis Khan –, tutti editi da Mondadori, e “La stretta del Pitone” e “China killer” (Mursia e Tropea). Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ho collaborato alle serie “RIS – Delitti imperfetti” e “Distretto di polizia”. Direttore della rivista Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it), ho pubblicato con Delos Books “Il prontuario dello scrittore”, un manuale di scrittura creativa per esordienti.
Diego Lama è nato nel 1964 a Napoli. Architetto, autore di libri di architettura (Cemento Romano, 2010, Clean; Storie di cemento, 2007, Clean). Ha fondato e diretto la rivista di architettura Ventre (2004, Cronopio Edizioni), editorialista per il Corriere del Mezzogiorno. Autore di racconti e vignette pubblicate in riviste e antologie. Dal 2013 dirige la rivista di architettura Arkeda. Nel 2015 ha vinto il premio Tedeschi col romanzo La collera di Napoli, pubblicato nel Giallo Mondadori, dove ha pubblicato anche diversi racconti. Sempre nel 2015 ha vinto il premio Gran Giallo Città di Cattolica col racconto Tre cose.
Letizia Vicidomini è nata a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, ma è cittadina onoraria di Napoli che raggiunge da vent’anni per lavoro e che è diventata scenario privilegiato delle sue storie. È speaker per le maggiori emittenti nazionali e regionali (RTL 102.5, Kiss Kiss, Radio Marte, Radio Punto Nuovo), attrice per passione e voce pubblicitaria. Tra gli spettacoli messi in scena spiccano La casa di Bernarda Alba di Garcia Lorca, Le serve di Jean Genet e molti di Eduardo De Filippo e Pirandello. Di recente alcuni suoi scritti sono diventati pièce teatrali a opera dell’attrice e regista Ramona Tripodi. La prima pubblicazione è del 2006, il romanzo Nella memoria del cuore edito da Akkuaria, così come Angel del 2007. Nel 2012 è la volta della storia ambientata tra la Puglia e l’Argentina, Il segreto di Lazzaro, edito da CentoAutori e impreziosito dalla prefazione di Maurizio de Giovanni. Nel 2014 per Homo Scrivens pubblica La poltrona di seta rossa, saga familiare che ripercorre cento anni di storia italiana e l’anno successivo, sempre con la stessa casa editrice, passa con successo al genere noir con Nero. Diario di una ballerina. Il romanzo è nella sestina dei finalisti del premio Garfagnana in giallo 2015 e Menzione speciale al Festival Giallo Garda. La trilogia dei colori si completa con Notte in bianco (2017), di nuovo finalista in Garfagnana. Nel 2019 pubblica, sempre per Homo Scrivens, Lei era nessuno. Suoi racconti sono inclusi in numerose antologie. Tra le principali Una mano sul volto e Diversamente amici , curate da Maurizio de Giovanni (Ed. A est dell’Equatore), Napoli in cento parole e Napoli a tavola in cento parole (Perrone Editore), Free Zone (Echos) e Il bivio (Oakmond Publishing). Letizia Vicidomini partecipa al progetto Le storie dipinte che la Oakmond fa in collaborazione con la Dum Tak Power.