Nessuno è colpevole




Recensione di Salvatore Argiolas


Autore: Giorgio Scerbanenco

Editore: La nave di Teseo

Genere: Giallo

Pagine: 149

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. La terza indagine dell’archivista della polizia di Boston Arthur Jelling è un caso apparentemente risolto. Un uomo è stato ucciso durante una partita di caccia insieme al suo compagno, che ha confessato il delitto. Nessuno nutre dei dubbi sulla convincente versione dell’omicida. Nessuno tranne Arthur Jelling, che ha affinato negli anni il suo fiuto per il crimine ordinando documenti e rapporti in cerca dell’anomalia sfuggita a tutti gli altri. Lì, seduto alla scrivania del suo ufficio, ha imparato che nessuna ipotesi, nemmeno la più ardita, merita di essere scartata.

 

 

 

Recensione

Giorgio Scerbanenco viene considerato il giallista italiano più valido del secolo scorso e anche se la sua produzione più famosa è quella del secondo dopoguerra i suoi primi gialli risalgono agli anni quaranta e sono incentrati sulle indagini di un archivista di Boston, Arthur Jelling, narrate da un particolare Watson, lo psicopatologo italiano Tommaso Berra.

La serie di Jelling consiste in cinque romanzi pubblicati dal 1940 al 1942 e di un sesto ritrovato in un armadio e pubblicato solo nel 2011 da Sellerio.

“Nessuno è colpevole” è il terzo libro della serie dopo “Sei giorni di preavviso” e “La bambola cieca” e fu anche l’ultimo pubblicato nella collane Mondadori specializzate in gialli perché il regime fascista identificava i polizieschi come un tipo di letteratura moralmente inadeguato.

Gli altri due romanzi “L’antro dei filosofi” e “Il cane che parla” furono inseriti nella collana “I romanzi della palma” che pubblicava romanzi di avventura e d’amore, non nel mirino della censura ed è divertente questo fatto perché significa che i solerti censori analizzavano solo i libri con la qualifica di giallo e non verificavano il contenuto degli altri romanzi.

Arthur Jelling è un timido archivista della polizia di Boston e anche l’ambientazione esotica risponde alle direttive politiche vigenti nel periodo in quanto era disdicevole mostrare delinquenti italiani come dimostra anche il fatto che nel capolavoro di Agatha Christie “Assassinio sull’Orient Express” uno degli assassini, il commerciante italo-americano Antonio Foscarelli diventa banalmente un brasiliano e la vittima, il gangster dal chiaro cognome italiano Cassetti viene chiamato anonimamente O’Hara.

Comunque anche la serie si svolge a Boston si percepisce un larvato riferimento alle case di ringhiera milanesi visto che in certi caseggiati “l’odore di cavolo bollito aleggiava per le scale insieme con l’odore del gas”.

Arthur Jelling in “Nessuno è colpevole” affronta un caso apparentemente facile in quanto William Funt, dopo aver cercato di far passare la morte dell’amico Ted Farr per un incidente di caccia confessa di averlo ucciso per vendetta.

Tutto è pronto per il processo dove si dovrà decidere se l’omicida sarà condannato all’ergastolo oppure alla pena capitale quando Jelling si impegna ad indagare sui fatti perché l’impronta psicologica dell’uccisione non lo convince in quanto non corrisponde al carattere dei protagonisti.

I dubbi dell’archivista nascono anche dal fatto che la vittima è caduta in un dirupo e del suo corpo non si trovano tracce ma si rinvengono soltanto alcune parti dei suoi vestiti.

Lo scaltro Jelling si reca nel punto della sparatoria, in una zona sperduta al confine col Canada e riconosce che la testimonianza dell’assassino viene confermata dalle tracce materiali però la sua filosofia d’indagine è particolare in quanto “si conosce il fatto, ma non la segreta poesia, il “clima”, come si dice tecnicamente, no.

Ed era proprio questo che Arthur Jelling voleva conoscere” e “aveva bisogno di conoscere l’intima natura delle cose, non la loro aritmetica equivalenza esteriore” e per lui “un’impronta non era solo la documentazione di un fatto, diveniva anche la psicologia di un fatto, il movente interiore”.

Proprio cercando tenacemente la “poesia” del delitto Jelling riesce a scoprire la diabolica manipolazione psicologica che sta alla base del caso e dimostra che se i fatti si possono anche truccare il carattere e la personalità lasciano tracce molto più persistenti e visibili.

L’archivista arriva alla sorprendente verità seguendo un suo particolare metodo investigativo perché “per lui due più due faceva sempre quattro anche se la realtà gli avesse messo innanzi agli occhi la somma di cinque. In un certo senso egli trascurava completamente la realtà, per credere soltanto alla logica” e riflettendo con concetto di colpa e di verità, “pare che non sia vero ciò che è veramente vero, ma ciò che sembra tale”, Jelling sbroglia una complicata matassa imperniata su di una strana assicurazione sulla vita.

Seguendo questo suo filone d’indagine scopre che nessuno è colpevole ma allo stesso tempo lo sono un po’ tutti, perché per un motivo o per l’altro lo sono dal punto di vista morale.

Giorgio Scerbanenco con “Nessuno è colpevole” conferma la sua grande abilità narrativa e tesse una trama molto particolare e, anche se sconta qualche caduta nel melodramma tipico del periodo, riesce a proporre un giallo avvincente, molto influenzato dall’indagine psicologica dei personaggi, che resta interessante anche dopo quasi ottant’anni dalla stesura.
 

 

 

Giorgio Scerbanenco


(1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del Grand Prix de littérature policière nel 1968. Tra i suoi libri ricordiamo Venere privata, Traditori di tutti, Milano calibro 9, I milanesi ammazzano al sabato, Ladro contro assassino. Tutta la sua opera è in corso di pubblicazione presso La nave di Teseo.

 

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