Recensione di Marina Morassut
Autore: Christopher Moore
Traduttore: G. Testani
Editore: Elliot
Pagine: 311
Genere: Poliziesco
Anno di pubblicazione: 2018
SINOSSI: Estate del 1947, bassifondi di San Francisco. Un’enigmatica bionda di nome Stilton entra nel localaccio di Sammy “Due Dita” Tiffin. È amore a prima vista. Sammy è pronto ad attaccare bottone, ma nel locale irrompe Remy, un generale dell’Aeronautica con una questione urgente da sbrigare. In questi casi, l’uomo giusto al momento giusto è proprio Sammy, che ha i contatti utili e un fido compare cinese. Nel frattempo, un oggetto volante non identificato viene avvistato nello stato di Washington e un misterioso incidente aereo si verifica nel deserto del New Mexico, in un posto chiamato Roswell. Ma le cose più improbabili accadono comunque in città: quando i piani di Sammy andranno a rotoli e la donna svanirà misteriosamente, Sammy, per ritrovarla, sarà obbligato ad affrontare il suo segreto più riposto.
RECENSIONE:
Noir, umorismo, satira, fiction storica: incredibile in primis, nel senso che difficilmente ci si imbatte in un romanzo così scoppiettante e ironicamente dissacrante, che abbraccia molti generi, facendolo in modo così omogeneo e lineare, da poter godere di tutti gli aspetti, soprattutto se a leggerlo è un appassionato di polizieschi o di noir.
Un romanzo scritto ora, ma che ci riporta come modalità di scrittura, gergo, mentalità, atmosfere, ambientazione e tipologia di vicende negli anni Quaranta del secolo scorso.
Nelle intenzioni dello scrittore doveva essere un noir a metà strada tra un hard-boiled (D. Hammet, R. Chandler, M. Spillane) e un noir cupo (J.M Cain, D. Goodis, J. Thompson). E in effetti è una storia con un teorico “povero sfigato” – Sammy, protagonista e voce narrante – e una “donna pericolosa” – Stilton (come il formaggio… una lunga storia!), la pupa, bionda mozzafiato – che piomba nella sua vita; assieme danno il là a una vicenda che avrebbe dovuto essere cupa, disperata, avvolta dalla nebbia, con qualche sparatoria e un po’ di pericolo. E invece ne è venuto fuori un “Perky-noir”, un noir frizzante, a cavallo tra un Damon Runyon con bulli e pupe da una parte e una commistione di stili e generi dall’altra, che fanno di Christopher Moore uno scrittore unico, riconoscibilissimo e molto apprezzato all’estero.
Perché il protagonista tipo degli scritti di Moore è il “maschio beta”, un individuo comune che si trova improvvisamente coinvolto in circostanze straordinarie, al limite del paranormale. La storia è ambientata nei bassifondi della San Francisco di quegli anni – il 1947 – dove tra localacci equivoci, night club, locali per lesbiche e diners della migliore tradizione americana, si scopre e si gira per una città caratteristica, fino ad addentrarsi nei pericolosi vicoli di Chinatown.
I personaggi, tra bianchi, neri e cinesi, vi faranno fare una girandola, soprattutto perché avrete la percezione, come lettori, di entrare in quel preciso periodo storico e quindi non avrete l’aiuto dei cambiamenti storico-sociali che sono avvenuti da quel momento in poi.
Cosa della quale l’autore avvisa immediatamente, soprattutto perché vi innamorerete perdutamente di uno di loro…
Bulli, pupe, gangster, cinesi particolari (subito il pensiero corre alla figura del Cinese d’Oltremare di Qiu Xiaolong), serpenti particolarissimi, Man in Black, il Governo, gli extraterrestri di Roswell… il tutto shakerato fino a creare un Noir con la N maiuscola, dove vivrete nei bassifondi di una San Francisco d’altri tempi – e che dispiacerà abbandonare a fine lettura.
Fantasmagorico, rutilante! Un romanzo la cui fascetta, una volta tanto, coincide con quanto effettivamente viene offerto e che, anzi, ci offre ancora di più, un secondo protagonista, oltre a Sammy – e che il lettore avrà il brivido di scoprire solo a metà strada!
Christopher Moore
Nato a Toledo e cresciuto a Mansfield (Ohio), è figlio di un poliziotto della stradale e di una venditrice di elettrodomestici. Frequenta la Ohio State University e a 19 anni si trasferisce nella regione della Central Coast, in California iscrivendosi al Brooks Institute of Photography di Santa Barbara (California). Dal 2003 al 2006 ha vissuto per qualche anno sull’isola di Kauai, nell’arcipelago delle Hawaii. Vive tra le Hawaii e San Francisco. Prima di pubblicare il suo primo romanzo, La commedia degli orrori (1992), ha lavorato come cameriere, fotografo, DJ, portiere di notte, commesso di drogheria e riparatore di tetti, tutte occupazioni che svolgono i personaggi di alcuni dei suoi romanzi. I suoi romanzi sono best-seller da primi posti della classifica in Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania e Giappone. Ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso “Quill Award” per ben due volte consecutive (di cui una per Un lavoro sporco)