Recensione di Barbara Aversa Pacifico
Autore: Vassily Zaitsev
Editore: Placebook Publishing and Writers
Genere: Narrativa
Pagine: 190
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Vassily Zaitsev, 41 anni, separato in casa con una figlia, orfano di un padre a cui era legatissimo è un dipendente di banca anomalo, comunista impenitente, in una azienda dai chiari tratti fascisti. In 13 anni di banca non si è mai piegato alle pratiche sanzionatorie dell’ufficio personale ed alle intimidazioni degli sgherri della revisione interna. Non è felice della sua vita: tutto quello che poteva andare a rotoli ci era già finito. Come un orso ferito non si fida di nessuno e dal destino non attende più nulla. Anzi, ne ha quasi timore. Presso, l’ennesima, nuova agenzia, dove viene trasferito, incontra la sua collega e vicedirettrice.Irina più giovane di 7 anni, una figlia, apparentemente sposata in un matrimonio felice, vede il suo arrivo con preoccupazione tanto da definirlo “un problema in più da gestire”. A dispetto delle diffidenze reciproche i due cominciano ad annusarsi, scoprendo molti aspetti complementari l’uno dell’altra, fino a far nascere, dopo oltre un anno, un amore che sembra granitico. Vassily seppur timoroso che finisca male ci si butta prima con prudenza, commettendo una serie di errori sesquipedali, ed infine totalmente senza reti di protezione. Zaitsev ed Irina, la Musa, vivranno due anni di intensa relazione, caratterizzata dall’ ostracismo della famiglia di Lei, fino a quando l’Odiata Banca trasferisce Irina ad altra agenzia. Da quel momento, inizia una lunga discesa verso gl’ inferi, con l’ingerenza sempre più determinante della famiglia d’ Irina che giungerà a rompere la relazione in modo traumatico.
Recensione
Vassily è un banchiere quarantenne che viene trasferito in una nuova agenzia a Scurzolengo. È un uomo che non si sente soddisfatto della propria vita.
Un matrimonio in evidente crisi da tempo, una figlia con la quale non riesce ad entrare in contatto profondo, e pochi affetti; a questa situazione di stallo si è aggiunta tempo prima la perdita del padre, una ferita mai cicatrizzata. Si sente di aver sprecato la sua esistenza e non ha più fiducia.
Il nuovo lavoro gli regala un primo scossone di vitalità infatti gli permette di conoscere Irina, un’eterea bellezza, la compagna ideale (di un altro), quella che non avrebbe mai osato sognare, l’antitesi perfetta di ogni relazione mai avuta prima. Elegante bellissima e casta, una ragazza d’altri tempi con la quale inizia un lento corteggiamento stile anni cinquanta.
Ad un certo punto una svolta: la dolce Irina decide di aprirsi e confessare i propri sentimenti tumultuosi, altrettanto profondi ed ormai impossibili da celare. Qua si inizia ad incrinare qualcosa perché Vassily tentenna, vede ostacoli e prende tempo per agire nella maniera più opportuna. Ma quando si parla di sentimenti si sa che le occasioni vanno prese al volo ed inizia così una relazione ambiguamente clandestina che non soddisfa nessuna delle parti.
“Io ti ho sempre amato anche nei momenti più oscuri’, scrive Vassily ad Irina quando per l’ennesima volta sente che tutto è perduto.
Non è un romanzo d’amore. È un racconto introspettivo, è la spasmodica ricerca di un riscatto da una vita di privazioni e tormenti; è la storia delle difficoltà di una relazione che non riesce a decollare a causa di timori, scelte sbagliate, tempismi imperfetti. È la storia di ferite che tentano di rimarginarsi appoggiandosi ad altre ferite e che si causano a vicenda solo ulteriori struggimenti.
Ed è la storia di un uomo che prova a ricostruire se stesso inconsapevole delle macerie che brulicano sotto i propri passi.
E poi il lavoro, una realtà altrettanto dolorosa pregna di spigoli che non corrisponde al nostro protagonista e che non lo fa sentire nè libero nè realizzato.
È un libro sul desiderio di rivalsa, sulle occasioni perdute, sulle cicatrici che restano.
Un racconto amaro sul diritto alla felicità ad un amore appagante e ad una società più equa. E questo racconto si rivela con tutta la sua potenza come un grido di disperazione e possibilità negate ed assurge ad una catarsi che può liberare il protagonista dal non detto, dal non gridato, dal taciuto per paura di sbagliare.
Un viaggio nei sentimenti e nelle emozioni di Vassily, un libro di esordio notevole che non potrà che coinvolgere.
Intervista
Caro Vassily hai scritto un bel libro introspettivo. Quali sono i tuoi riferimenti letterari? Quando hai iniziato a scrivere avevi le idee chiare sul tipo di libro che avresti scritto?
Innanzitutto grazie per avermi letto ed ospitarmi in questa rubrica. Devo tuttavia ammettere che non ho un riferimento letterario. Si amo la storiografia sovietica, ma ho letto un po’ di tutto. Ed ancora più precipuamente quando ho iniziato a scrivere quello che poi sarebbe diventato un Romanzo, non avevo la più pallida idea di dove mi avrebbero portato quegli scritti. Vivevo un momento molto critico e scrivevo per sfogarmi. Poi quando mi sono reso conto che aveva una sua logica ho scelto di pubblicarlo.
Quali sono i tuoi progetti letterari? Stai ragionando su un secondo libro?
Attualmente non sto lavorando a nulla in particolare. Prendo appunti ogni giorno su quanto e’ accaduto dopo la pubblicazione e continua ad accadere. Sono stato licenziato ed anche denunciato in seguito alla pubblicazione. La situazione è veramente difficile. Non so come finirà. Ad oggi non so se quanto sto scrivendo diventeranno la seconda puntata della mia esperienza letteraria. Amo scrivere si, ma devo prima pensare a mia figlia.
È un libro che parla di ferite e di difficoltà che il tuo protagonista ha affrontato. C’è un messaggio che vorresti dai ai tuoi lettori?
Il messaggio è la lettera finale alla protagonista femminile: l’ amore e’ nostro, sta alla controparte scegliere se condividerlo o no. E’ più facile il no che il sì in questo periodo storico corrotto dal terribile “valore reputazionale”. Spesso, molte persone per motivi che esulano dal sentimento, scelgono di soffocarlo per vivere più comodi. E noi non possiamo farci nulla, se non tenerci il nostro amore per la persona che abbiamo conosciuto. Perché quello finché sarà in noi non potrà soffocarlo nessuno se non noi stessi.
A cura di Barbara Aversa Pacifico
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Vassily Zaitsev
E’ un giovane al suo primo romanzo, padre di una bambina. Lo pseudonimo che utilizza, ispirato ad un eroe della battaglia di Stalingrado, è stato scelto per esigenze di anonimato. Il libro è nato in un momento di crisi emotiva e come tentativo di autoanalisi.
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