A cura di Olga Gnecchi
Autore: Marie Sexton
Traduzione: Lucia Coluccia
Editore: Self-publishing
Genere: Mistery romance
Pagine: 202
Anno di pubblicazione: 2018
SINOSSI. Vent’anni dopo il brutale assassinio della reginetta del ballo Cassie Kennedy, sei adolescenti s’intrufolano nella casa in cui è stata uccisa per tenere una seduta spiritica. Haven sa che sua cugina Elise vuole solo spaventare a morte lui e i suoi amici, ma è pronto a sopportare un altro dei suoi scherzi, pur di avere la possibilità di trascorrere qualche ora con Pierce Hunter, il ragazzo arrivato in città da poco. Ma la mattina seguente, Elise è scomparsa senza lasciare traccia. Dodici anni più tardi, Pierce e suo fratello gemello Jordan sono diventati investigatori professionisti del paranormale e conducono una trasmissione televisiva in cui vanno a caccia di fantasmi. Quando Pierce chiama Haven per convincerlo a tornare un’ultima volta nella casa apparentemente infestata, Haven accetta la sua proposta con riluttanza. È agitato al pensiero di incontrare di nuovo Pierce, ma è determinato a ottenere delle risposte. Quella lontana notte, durante la seduta spiritica, hanno parlato davvero con il fantasma di Cassie? Che cosa è successo a Elise? E il mistero più grande di tutti: come faceva sua cugina a sapere del segreto celato nel pozzo?
RECENSIONE. Lei non è proprio una nuova penna, anzi è molto conosciuta come scrittrice di romanzi M/M, ma ospitiamo volentieri la sua ultima fatica, trattandosi di un genere che ci è congeniale. In un mix di thriller, horror e romance, Marie Sexton porta in Italia il suo “In fondo al pozzo”. Un romanzo particolare, una storia enigmatica con la giusta dose di mistero e sovrannaturale.
Un gruppo di adolescenti decide di fare una seduta spiritica. Il luogo prescelto dai ragazzi è una vecchia casa, la cui storia è avvolta nel mistero. Durante la notte avvengono fatti inspiegabili e il mattino dopo una delle ragazze sparisce senza lasciare traccia. Anni dopo, due del gruppo formano un team di investigatori del paranormale e decidono di fare luce sugli avvenimenti di quella notte. Torneranno nella casa insieme a Haven, vero protagonista della narrazione, divenuto un famoso scrittore di romanzi horror, per scoprire cosa sia accaduto a Elise dodici anni prima.
Ciò che rende interessante “In fondo al pozzo” è il fatto di aver costruito l’intera narrazione intorno alle indagini degli investigatori del paranormale. Chi non ha mai visto una puntata di Ghost Adventures o Ghost Hunters? Sembra proprio una delle loro indagini, quella narrata dalla Sexton.
Non va mai troppo oltre, per cui è un romanzo adatto anche ai lettori più impressionabili, e, come in un thriller che si rispetti, soltanto alla fine verrà svelato il mistero, dopo molti indizi e congetture.
Anche le sfumature romantiche si adattano bene, riuscendo a smorzare la suspense e a divagare, senza mai esagerare, dando alla narrazione quel sentimentalismo emozionante tipico dei buoni romance. Per il resto, scrittura scorrevole, linguaggio moderno e traduzione ben fatta.
INTERVISTA
Per saperne di più, ho intervistato l’autrice.
Ciao Marie, benveuta a ThrillerNord! Parlaci un po’ di te. Quando hai iniziato a scrivere?
Ho cominciato a scrivere nel 2009 per un capriccio. Avevo appena lasciato il mio lavoro per fare la mamma. Ho iniziato a leggere un sacco di gay romance e improvvisamente mi sono messa in testa che forse avrei potuto scriverne uno anch’io. Quel piccolo esperimento è diventato il mio primo romanzo pubblicato, Promises. Vivo nel bellissimo Colorado con mio marito, mia figlia adolescente, il mio adorabile cane e un gatto molto stupido.
Cosa pensi degli scrittori italiani? Hai mai letto uno dei loro libri? E come mai hai deciso di tradurre i tuoi libri per gli lettori italiani?
Penso che gli unici che abbia mai letto siano stati Dante e Machiavelli, quando andavo a scuola. È piuttosto triste, lo so, e mi vergogno davvero di ammetterlo. Per lo più scrivo romance (In fondo al pozzo è stato un’eccezione), ma non ho mai letto romance. I miei scaffali sono pieni di thriller, mistery e horror. Compro ancora la maggior parte dei miei libri in cartaceo, in una buona, vecchia libreria di mattoni e malta. Non è che io sia contro gli scrittori italiani, naturalmente. Solo, non li conosco. Dovrò sbirciare sul vostro sito e allargare i miei orizzonti letterari!
Per quanto riguarda il motivo per cui ho tradotto alcuni dei miei libri in italiano: onestamente, un editore mi ha offerto l’opportunità, e ho pensato che fosse eccitante!
Parliamo di “In fondo al pozzo”. Cosa ti ha spinto a scriverlo?
Ho sempre amato una buona storia di fantasmi. Penso che l’idea di base per “In fondo al pozzo” sia nata con un vecchio film Disney “Gli occhi del parco” (The Watcher in the Woods), con Bette Davis. Mi piaceva l’idea di un gruppo di adolescenti che fa irruzione, per gioco, in una – presumibilmente – casa stregata, solo per scoprire che il giorno dopo uno di loro è sparito senza lasciare traccia. Un salto in avanti di diversi anni, fino a quando da adulti convivono con il senso di colpa e continuano a chiedersi esattamente cosa è andato storto. L’idea mi frullava in testa da alcuni anni, ma non è mai stata chiara finché non ho visto un episodio di Ghost Adventures. All’improvviso, i pezzi hanno iniziato a sistemarsi al giusto posto. In realtà ero davvero entusiasta di provare a scrivere qualcosa che non fosse esclusivamente una storia d’amore.
Ti interessano le esperienze paranormali? Credi in questo tipo di manifestazioni e puoi dirci se hai vissuto esperienze del genere?
Sono felice di dire di non aver mai vissuto alcuna esperienza paranormale. Probabilmente me la sarei fatta sotto! Ma trovo l’idea affascinante. La vita è energia, e l’energia non può essere creata né distrutta, quindi suppongo abbia senso, per me, che le persone possano morire, lasciando indietro un po’ della loro energia. Di certo credo che ci siano molte cose che la scienza non ha saputo spiegare a fondo. (Mio marito è un fisico. Posso immaginarlo roteare gli occhi su questa affermazione. Lui è uno scettico a tutti gli effetti.)
C’è un messaggio che vorresti arrivasse ai lettori del tuo “In fondo al pozzo”?
Una delle cose che cerco sempre di trasmettere attraverso le mie storie è che le menti funzionano meglio quando sono aperte alle possibilità – anche a quelle più remote – piuttosto che restare ferme su ciò che pensiamo di sapere.
Puoi dirci a cosa stai lavorando attualmente?
Attualmente sto finendo il secondo libro, un BDSM molto eccentrico, di una serie chiamata “The Heretic Doms Club”. Il primo libro sarà disponibile in Italia molto presto. J
Grazie mille, Marie! Ti salutiamo con la nostra domanda di rito: conosci il thriller nordico?
Ho dovuto googlare per sapere cosa significasse. Ma sì, ne conosco alcuni. Devo essere una delle poche persone sul pianeta a non aver letto “Uomini che odiano le donne”, ma ho alcuni libri di Jo Nesbo, e Johan Theorin è nella mia lista di letture. E poiché è dark e nordico (ma più horror che noir), ammetto anche di aver amato il film Cold Prey. (Io amo l’horror in generale!) Non ho ancora avuto modo di guardare il sequel in inglese.
Thanks very much for having me!
A cura di Olga Gnecchi
Olga Gnecchi nasce ad Agrigento nel 1985 e vive a Porto Empedocle. Tra le sue pubblicazioni, i due thriller Sotto i suoi occhi (2014) e L’ultima cella (2015) e i dark fantasy Creature Oniriche (2017) e Viola in dissolvenza (2018). Con Gianluca Ingaramo scrive le parodie Amore Antigas (2016), Giallo Antigas (2017) e Orrore Antigas (2017), il racconto L’indifferente contenuto nell’antologia Jingle Bloody Bells 2 (2016, Nero Press edizioni) e Colui che attende inserito nella raccolta Creepypasta (2017, Nero Press edizioni), Un passo oltre (2017, Delos Digital) e la raccolta Alice ex machina e altre storie oltre lo specchio (2017). Ha ricevuto una menzione d’onore dal magazine il Cartello per il racconto Passi (2016). Cura la rubrica Nuove Penne per il magazine ThrillerNord e si occupa di servizi editoriali per la Athaena Publishing & Graphics.