Recensione di Patrizia Argenziano
Autore: Marco Travaglini
Editore: Elit – HarperCollins Italia
Pagine: 336
Genere: thriller
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. A turbare la quiete di un paesino del Sud Tirolo, in festa perché pronto ad ospitare migliaia di persone tra turisti, atleti, celebrità e addetti all’informazione per l’imminente Coppa del Mondo di Sci Alpino, c’è il barbaro e inspiegabile assassinio del primo instancabile cittadino Walker Kostner.
Per l’amico di sempre, Patrick Taller, tra l’altro comandante della caserma dei carabinieri di La Villa, è un colpo al cuore. Impossibile, per lui, non seguire l’indagine alla ricerca del colpevole. Un’indagine che si presenta sin dall’inizio decisamente complicata. Kostner si era sempre mostrato un sindaco pulito, puntuale e trasparente, per qual motivo ucciderlo? È anche vero che quando si detengono determinate cariche, tensioni e pressioni possono subentrare in ogni momento e pertanto scatenare eventi imprevedibili.
Se la speranza di una risoluzione a breve si fa più accesa nel momento in cui Patrick sceglie due collaboratori molto particolari e di grande esperienza, subito si affievolisce quando la morte, in tutta la sua brutalità, si impossessa nuovamente del paese. Ed è subito panico.
È la morte che serpeggia in paese, che vaga travestita nella neve e tra i volti in festa, è la morte che nasce dal profondo, da un passato ancora vivido e doloroso che si materializza in tutta la sua brutalità e in tutta la sua sofferenza, è la morte che attacca all’improvviso, che punisce senza distinzioni, che guida le mani e le menti di chi l’ha vista da vicino.
È la paura che si insinua negli uomini, è la paura tra le mura di casa e le bancarelle natalizie, è la paura di essere soli ma anche di ricominciare, è la paura dei ricordi che rendono il cuore pesante e insofferente e, come la morte, la paura guida le mani e le menti.
E allora ogni personaggio cammina con l’odore della morte a fianco, quasi fosse una compagna di viaggio, e ciascuno a suo modo cerca di allontanarla, di respingerla, talvolta di affrontarla per tornare a vivere.
Un thriller che, al di là dei crimini efferati e firmati, ci lascia con il fiato sospeso per gli aspetti psicologici che non interessano solo l’assassino ma anche coloro che gli gravitano attorno.
Paradossalmente, quando inizi a comprendere i fatti, ti trovi a “giustificare” dei comportamenti e delle azioni che non hanno giustificazione e a condannarne altri, forse, più che comprensibili.
Ed è proprio questa sorta di ingresso nel cuore, nella mente e nei ricordi dei protagonisti che mi è piaciuto più dell’ambientazione, anche se caratteristica, più della trama, anche se lineare, più di tutto. Lettura scorrevole, scrittura pacata, una pacatezza che incute quella sana paura propria di un thriller.
«Assieme a chi uccide, l’uomo muore lentamente»
Marco Travaglini
Nasce a Pesaro, città in cui vive e lavora, nel 1980. Ha collaborato, scrivendo articoli di carattere economico, con la redazione locale de “Il Messaggero “ e con “Il Foglia”, quotidiano on line.