Orfani del tramonto




Recensione di Alessia Diana


Autore: Renzo Saffi

Editore: Alter Ego

Genere: Suspense

Pagine: 300

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Enrico Dogi, condannato per rapina a mano armata, dopo cinque anni di carcere ritrova la sua ex compagna Maia. Lei gli dice che loro figlio Filippo, nato poco prima dell’arresto, è autistico. Maia vive nella paura che gli assistenti sociali le tolgano il bambino. Il desiderio di rifarsi una vita, e soprattutto di aiutare Maia e il figlio, spingono Enrico a cercare una soluzione: all’inizio riesce a trovare lavoro come buttafuori in un night club ma le cose cambiano quando, una notte, s’imbatte in un articolo di giornale che menziona una clinica sperimentale nella città di Esperance, in Australia, dove sembra sia stata scoperta una cura per l’autismo. Da quel momento in poi, il suo obiettivo sarà quello di riuscire a trovare il denaro necessario per fuggire dall’Italia assieme a Filippo. Avendo perso il lavoro, Enrico è costretto a rivolgersi a un suo ex compagno di cella, che gli proporrà di partecipare a una serie di truffe tanto redditizie quanto rischiose.

Recensione

Confesso di aver dovuto attendere qualche giorno per digerire bene il libro ed essere in grado di dare un parere oggettivo per una recensione, perché per lungo tempo sono stata in bilico tra il considerarlo un ammasso di assurdità tenute unite da un collante di parolacce dette dal protagonista o un eccellente romanzo di cui non ero in grado di cogliere la brillantezza.

Credo che la risposta si rivelerà man mano anche a me nel parlarne.
Diciamo che all’inizio io e “orfani del tramonto” non abbiamo avuto una relazione facile.

I capitoli iniziali li ho trovati senza ombra di dubbio più vicini alla mia prima impressione, quella di un’accozzaglia di scene ambigue la cui comprensione non era facilitata dall’osservarle dal punto di vista di un alcolista mai lucido quale è Enrico, di certo non esattamente un mostro di simpatia e che non bada molto al bon ton.

Non che mi aspetti comportamenti da baronetto da un protagonista che è appena uscito di galera: nessuno ovviamente pretende l’assurdo, semplicemente avrei limitato le parolacce ai dialoghi del discorso diretto, dato che almeno dal mio punto di vista non erano indispensabili al di fuori di esso per dare l’idea del personaggio.

Dopo una partenza un po’ in salita, devo dire che ho fatto il callo alle sbronze di Enrico e alla sua mancanza di lucidità dovuta ai fumi dell’alcol e ho imparato a districarmi nella grigia Trieste in cui è tornato a vivere.

Mi ci sono abbastanza abituata da poter dare anche le mie impressioni su originalità della trama e caratterizzazione dei personaggi: per quanto riguarda la prima, ammetto che una storia del genere di “Orfani del tramonto non mi era effettivamente mai capitata per le mani”; la caratterizzazione è anche essa realizzata bene, non ho trovato da lamentarmi, eccetto forse su Enrico, che paradossalmente è proprio quello che esploriamo di più.

Non so perché ma l’ho trovato una punta di esagerazione (dove per “esagerazione” intendo eccessiva enfasi di frasi e gesti) in una storia che per il resto, da questo punto di vista, è perfettamente normale.

Il mio personaggio preferito è invece senza dubbio Salvatore, che oltre ad essere delineato in modo splendido trovo sia anche una figura interessante; un plauso anche per come è stata resa la rassegnata accettazione alla vita che le è toccata, di Maia, la mamma del piccolo Filippo.

Lo stile di scrittura dell’autore si lascia leggere senza difficoltà. Le sole due cose che non ho apprezzato sono state un mancato uso dei trapassati per descrivere eventi anteriori al tempo della narrazione e il brusco passaggio dalla prima persona di Enrico alla terza degli altri personaggi in alcuni pezzi. Mi sono piaciuti molto invece gli spezzoni dei sogni di Enrico, che ho trovato molto commoventi.

 

Renzo Saffi


Renzo Saffi, laurea al Dams, vive a Riva del Garda. Ha pubblicato: Nuvole come gatti bianchi in Gatti dal buio (Magnetica, 2007), Le favole che non ti ho detto mai nell’antologia Tutto il nero dell’Italia (Noubs, 2007), L’ultima mossa in GialloScacchi (Ediscere 2008), Figli di nessuno in Crimini di regime (Laurum editore, 2008), La stagione della violenza in Crimini di piombo (Laurum editore 2009), Lola nell’antologia L’oscura malinconia dei sensi (Demian 2011), L’ombra del tuo sorriso nell’antologia Capacità Nascoste, (Noreply 2012), Senza rimpianti nell’ antologia Dritto al cuore (Galaad 2014), Motore immobile in I racconti della metro (Aracne editore 2016). Il suo racconto Bip è stato tradotto  e pubblicato in Moldavia da Arva Color (2015), il racconto A casa in Bastard New Year, (Damster edizioni 2017). Finalista al premio Lama e Trama. Il suo romanzo Bambole perdute, pubblicato dalla Dario Flaccovio Editore nel 2009 ha vinto il premio Nuove lettere. 

 

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