Recensione di Manuela Fontenova
Autore: Andrea Gerosa
Editore: Andrea Gerosa
Genere: thriller
Pagine: 241
Anno pubblicazione: 2016
L’Ispettore Luca Veloso, è tornato con un nuovo caso da risolvere nella sua amata Verona. Nel secondo capitolo della serie a lui dedicata, si troverà a dover ricomporre i tasselli di un caso molto complicato: omicidi cruenti, una testa mozzata e un passato sempre pronto a generare nuova violenza.
Quando il ritrovamento di un cadavere decapitato fa sospettare un legame con un duplice omicidio avvenuto a Nimes, Francia, il caso diventa di interesse internazionale, e questa volta l’Ispettore Veloso si troverà a collaborare con l’Interpol per cercare di capire chi possa nascondersi dietro ad un crimine così spietato.
Sono tanti i fili da seguire in questa indagine, tante le persone coinvolte perché la storia parte da lontano, ed è proprio nel passato che bisognerà tornare per avere delle risposte. Lo sa bene Luca, che con il tempo che incalza deve scontrarsi con superiori incompetenti e combina guai, con una giornalista, che pur di ottenere uno scoop sarebbe disposta a mettere a rischio le indagini, e ad offrire più di quanto possa essere professionalmente ritenuto lecito.
A complicare la situazione, l’assassinio di un anziano malato di Alzheimer, una figura importante che riporta alla memoria il ricordo di un padre dedito alla cura delle Edicole Votive veronesi. Quale legame può celarsi dietro a vittime così apparentemente diverse tra di loro? Quanto pesa sull’animo di un uomo incontrare giornalmente la morte? Incontrare e raccogliere il dolore di quelli che restano?
“Il mestiere mi sdoppiava: un minuto prima vestivo i panni dell’amico, al quale si confidano i propri dispiacere. Un minuto dopo diventavo il poliziotto intransigente, che si faceva scudo delle regole […] Mi ero scelto proprio un brutto mestiere”.
Come abbiamo detto, il protagonista indiscusso è l’Ispettore Veloso, un uomo forte e sicuro delle sua capacità, un ottimo investigatore e un leader per la sua squadra. Purtroppo come avevo già notato in Granelli di sabbia, anche qui ritrovo tanti cliché nella sua figura, e più generalmente nei personaggi che lo circondano. Un superiore incapace che intralcia le indagini, il commissario affascinante, la giornalista bellissima, tutte le donne (salvo poche eccezioni) sono, a mio avviso, modelli improbabili nella quotidianità. Avrei preferito più semplicità, per conferire maggiore credibilità all’insieme.
Lo stile narrativo è impeccabile, partendo dalla sintassi allo svolgimento della trama, tutto rende la lettura assolutamente fluida e coinvolgente. Tanti approfondimenti, sulle bellezze della città ad esempio, forse a volte troppi (gusto personale). Quel che è certo è che Andrea Gerosa ama la sua Verona e le rende omaggio in più occasioni anche attraverso la voce del suo beniamino
“Così come avviene quando t’invaghisci di una donna, non è per la bellezza, l’intelligenza, o la tenerezza, ma semplicemente perché è lei, unica come nessun’altra, con Verona era successa la stessa cosa”.
Tra i tanti temi toccati anche quello dell’ Alzheimer, una malattia insidiosa e devastante, che l’autore ha saputo fondere con la trama del suo romanzo, cercando di rendere dignità a coloro, che purtroppo, ne sono colpiti. Devo riconoscere una certa commozione nel finale, un messaggio forte ma pieno di amore e umanità.
Al momento la serie si compone di tre libri. Granelli di sabbia, è nella storia, anche il titolo del romanzo pubblicato da Veloso al termine della prima indagine che ce lo ha fatto conoscere, legata appunto al mondo del collezionismo della sabbia. Oscura memoria, non dubito che darà il nome ad una nuova pubblicazione in cui l’ispettore racconterà anche questo complesso caso… lo scopriremo nel terzo capitolo, Anime Mute?
Andrea Gerosa
Andrea Gerosa nasce a Verona nel 1965 e attualmente vive con la famiglia a San Martino Buon Albergo, a pochi chilometri della città natale. Giunge alla scrittura dopo una vita passata a lavorare con i numeri e una passione per la lettura (thriller in particolar modo).
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