Recensione di Laura Salvadori
Autore: Simon Wood
Traduzione: Beatrice Messineo
Editore: Newton Compton Editori
Genere: thriller
Pagine: 303
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Quando il giornalista Scott Fleetwood riceve una chiamata anonima che gli offre un’intervista esclusiva con il pericoloso Pifferaio, il famigerato criminale che rapisce i bambini a San Francisco, non può credere alle sue orecchie. È un’occasione per guadagnare visibilità e far decollare la sua carriera da reporter all’«Independent». Per anni, infatti, il Pifferaio ha terrorizzato in totale anonimato le più influenti famiglie della città, costringendo i genitori a pagare un riscatto altissimo pur di riavere i loro figli. Ma le ambizioni di Scott gli si ritorcono contro: l’uomo che sta intervistando non è il vero Pifferaio, e la situazione precipita. Il bambino sequestrato viene ucciso, nonostante i genitori fossero pronti a pagare il riscatto. Per otto lunghi anni Scott convive con il senso di colpa. La sua leggerezza ha causato la morte di un innocente. Ma l’incubo non è ancora finito. Quando il Pifferaio torna a farsi vivo, esige più di un riscatto. Questa volta la posta in gioco è molto più alta. E in ballo c’è la vita dei figli di Scott.
Recensione
La lettura di questo romanzo si è rivelata per me alquanto angosciante a causa del tema trattato: non si può rimanere insensibili di fronte al rapimento del proprio figlio, eventualità che costituisce un vero e proprio incubo per chiunque si trovi a interfacciarsi con una simile sventura.
L’autore, che non conoscevo, è decisamente bravo a destreggiarsi con i sentimenti, le paure, le speranze che coinvolgono il protagonista, Scott, un giovane giornalista la cui ambizione gli ha presentato un conto davvero troppo salato. Otto anni prima dei fatti narrati, una sua leggerezza ha causato la morte di un bambino che era stato rapito dal “Pifferaio”, un efferato rapitore di bambini che colpisce al solo ed unico scopo di ottenere un riscatto milionario.
Scott ha sottovalutato il Pifferaio e ha creduto di raggiungere il successo professionale senza calcolare le conseguenze ed i rischi della sua scelta. Un bambino innocente è morto a causa sua e continuare a vivere con questa consapevolezza è risultato essere quasi impossibile.
Dopo aver raggiunto un doloroso compromesso con la sua coscienza, necessario per proseguire la sua vita e la sua carriera, Scott dovrà affrontare in prima persona il dolore e l’angoscia di doversi separare da suo figlio, che viene rapito a sua volta. Simon Wood non risparmia il suo talento e la sua capacità di calarsi nella situazione per regalarci un caleidoscopio di emozioni così vere e palpabili da creare nel lettore una situazione di vero e proprio terrore. Ho provato un senso di claustrofobia, un’angoscia infinita immedesimandomi in Scott e negli altri genitori vittime del Pifferaio.
Le descrizioni delle interminabili ore passate davanti ad un telefono che non suona mai, l’angoscia per il destino del proprio figlio (sarà vivo, starà soffrendo, avrà paura, piangerà, avrà fame o freddo…) sono resi davvero alla perfezione in questo romanzo, la cui lettura, a tratti resa difficile proprio dal realismo delle situazioni descritte, costituisce una sorta di banco di prova per il lettore.
Queste sono le sensazioni che il lettore trarrà da questo romanzo.
Notevole è la costruzione della trama. Se da un lato l’argomento trattato può persino banalizzare il romanzo (un figlio viene rapito e lo sfortunato genitore cerca di salvarlo dal suo destino, coadiuvato da una squadra di bravi poliziotti), dall’altro va detto che niente si rivelerà scontato per il lettore. Ci saranno colpi di scena grandiosi e qualcuno mostrerà una doppia faccia. Il finale non è assolutamente scontato e l’adrenalina non mancherà.
Dunque un giudizio più che positivo per questo romanzo che parla di alcune delle paure più insopportabili per un uomo e di come l’uomo può affrontarle e fronteggiarle.
Il romanzo è ben costruito, buoni i dialoghi e anche tutta l’ambientazione, molto scenografica e dipinta spesso a tinte forti. La scena si sposta sovente da un luogo all’altro ed è facile per il lettore creare nel proprio intimo immagini e sensazioni. Del resto la fantasia non manca a Simon Wood, né la capacità di curare gli aspetti psicologici dei personaggi, oppressi da un male davvero insopportabile. Le reazioni di ogni personaggio sono perfettamente calzanti e reali, seppur, ovviamente, diverse tra loro. Insomma, un romanzo da leggere le cui pagine scorrono veloci verso l’inaspettato finale.
Un romanzo che parla di vendetta ma che è anche profuso da un onnipresente alone di speranza. Speranza di vita, speranza di giustizia, speranza di redenzione e necessità di un lieto fine, che aggiusti gli animi corrotti riportandoli sulla retta via.
Simon Wood
Ex pilota di auto, ciclista, occasionalmente investigatore privato, è autore di diversi romanzi di successo. Ha ottenuto il prestigioso Anthony Award e una nomination per il CWA Dagger Award. È cresciuto in Inghilterra, ma ora vive in California con la moglie. Con la Newton Compton ha già pubblicato il thriller La ragazza senza passato.
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