Picnic sul ciglio della strada




Picnic sul ciglio della strada Stalker


Autore: Arkadij e Boris Strugatskij

Editore: Marcos y Marcos

Traduzione: Paolo Nori e Diletta Bacci

Prefazione: Paolo Nori

Postfazione: Boris Strugatskij

Pagine: 272

Genere: Narrativa / Fantastico

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Red Schuhart, detto il Rosso, è uno Stalker: un ribelle, un clandestino, un abilissimo avventuriero. Il migliore, quando si tratta di penetrare nella Zona, il prescelto da scienziati e trafficanti. Red conosce la Zona palmo a palmo. Non gli sfugge suono, scintillio, odore: schiva trappole mortali e torna con oggetti dalle proprietà miracolose, fonti di energia e di inesauribili ricchezze. Kirill, puro di cuore, lo ha convinto che la Zona è un dono, un buco verso il futuro; un invito lanciato da una civiltà aliena. Dopo aver visto anche Kirill morire in una spedizione sfortunata, dopo aver visto sulla figlia i segni di una contaminazione fatale, Red vorrebbe ritirarsi, lasciare quella città condannata per sempre dalla presenza di oggetti diabolici, avanzi di un misterioso picnic sul ciglio della strada. Pensa di essere libero, il Rosso, ma la Zona torna a chiamarlo, con la sua sfida assoluta, con il suo miraggio di felicità per tutti.

Il capolavoro del fantastico nella nuova traduzione del testo integrale russo, non più “deturpato da duecento umilianti correzioni al testo”.

 Recensione di Francesca Mogavero


Con la Zona è così. Torni con la roba: un miracolo; torni vivo: un successo; torni con una pallottola dei sorveglianti: un colpo di fortuna; tutto il resto: destino”.

Basterebbe questa citazione, forse una delle più famose del romanzo, a inquadrare lo strabiliante lavoro dei fratelli Strugatskij. C’è già tutto: lo stile colloquiale, umano, pane al pane – la casa editrice Molodaja Gvardija, negli anni ’70, parlò di “espressioni volgari e gergali”, ne trovò duecento cinquantuno, oltre a novantatré esempi di “comportamento immorale dei protagonisti” e sessantatré “osservazioni relative alla violenza fisica” – l’avventura, il rischio, l’imprevedibilità.
C’è, soprattutto, l’incognita della “Zona”, una delle sei aree del globo visitata dagli alieni, uno spazio in cui accadono cose straordinarie, spesso letali, e permangono resti, energie, materiali interessanti, utili, ma dalla definizione sfuggente – del resto, “Tutti noi, in un certo senso, siamo cavernicoli” afferma il Premio Nobel per la fisica Valentin Peelman.

È qui, in questo ambiente ambiguo e precluso ai cittadini, che si muovono, più o meno sicuri, gli Stalker, depredando e rivendendo. Sono faccendieri e trafficanti, ladruncoli, disperati, emarginati. Contaminati. Perché la Zona, pur non essendo radioattiva, marchia, lascia il segno sulla pelle, sulle gambe, perfino su chi cerca di andar via, sui morti e su quelli che ancora devono nascere. Come l’esperienza di un trauma, di una segregazione, di un ghetto.

La motivazione precisa e scientifica, tanto quanto la composizione della “gelatina di strega” e il reale utilizzo degli “spruzzi neri”, è ignota, ma se ne avvertono gli effetti: incidenti, epidemie, neonati irsuti, dal futuro fragile, defunti che tornano a casa, sguardi carichi di sospetto, ulteriore emarginazione. Così gli Stalker, anche se cercano di scavalcarsi, di calpestarsi, di strapparsi bottini e “conquibus”, diventano subcultura, un’entità grigia e distaccata, con un proprio codice – per quanto volatile e discutibile – un immaginario, una mitologia e un lessico condivisi.

Red Schuhart è uno di loro, sta in equilibrio tra la legalità e il reato, tra l’istituzione e i cani sciolti, ed è attraverso di lui, assieme a lui, che ci avventuriamo tra vie già battute e “tagliole”, lanciamo i dadi e speriamo in una ricompensa leggendaria… aprendo via via gli occhi, rendendoci conto che dietro un futuristico Far West ci sono i biechi, borghesi, spietati interessi di sempre, i tradimenti, i giochi di potere che sfiancano e tolgono anche il gusto di esprimere un desiderio.

Picnic sul ciglio della strada di Arkadij e Boris Strugatskij è un libro di narrativa e di fantascienza, perché racconta una storia di incontri ravvicinati e di revenant; è un atto politico, perché, senza intenti criminali, senza sfide all’ideologia, ha rivendicato il diritto di far parlare i personaggi con voci schiette, vere, scatenando un putiferio, un tripudio di tagli, di censure e scartoffie; è un’astronave fantastica che finalmente, dopo giri immensi nelle galassie editoriali, torna a noi intatta, nella sua forza primigenia che ci rapisce e ci porta in territori lontani, affascinanti, magari pericolosi… lasciando a terra le spiegazioni, i microscopi, le provette e le nomenclature. Semplicemente si sale a bordo, con la mente spalancata e il coraggio di sognare.

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Strugackij Arkadij e Boris 


Arkadij e Boris Strugatskij sono tra i massimi esponenti della narrativa del fantastico mondiale. Nato nel 1925, Arkadij si è dedicato al lavoro editoriale; Boris, nato nel 1933, alla ricerca astronomica. Insieme, i due grandi scrittori russi hanno raccontato scenari plausibili del futuro prossimo e lontano. Nel 1972 hanno pubblicato per la prima volta, dopo un lungo e tormentato conflitto con la censura istituzionale sovietica, il loro capolavoro, Picnic sul ciglio della strada, che ha ispirato a Tarkovskij uno dei suoi film più belli, Stalker. Anche È difficile essere un dio ha una straordinaria potenza immaginifica e ha ispirato a sua volta ben due film. Un miliardo di anni prima della fine del mondo, sempre pubblicato da Marcos y Marcos nella bella traduzione di Paolo Nori, racconta il pomeriggio di un astrofisico che in pieno agosto tenta invano di concentrarsi sulla sua ricerca, solleticato dalle più allettanti distrazioni. Arkadij è morto a Mosca nel 1991, Boris a San Pietroburgo nel 2012.

A cura di Francesca Mogavero

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