Posa la falce e danza 




Posa la falce e danza

Nanni Cristino

Nero Press Edizioni  2022

Noir, pag.284

Sinossi. Parigi, metrò Bastille. D’improvviso, i viaggiatori in attesa sulla banchina iniziano a scuotersi, a dimenarsi. Ballano sino allo sfinimento, alcuni addirittura alla morte, incapaci di fermarsi. Nei giorni seguenti, episodi simili si verificano in altri punti della città. Una vera e propria epidemia di danza si abbatte sulla Ville Lumière. Indagando sugli eventi, Santiago Jesus Guerra, giornalista del quotidiano Indépendant, apprende che un’analoga “piaga del ballo” aveva colpito, nel 1518, la città di Strasburgo. Inoltre, nell’inspiegabile contagio sembrano coinvolti una misteriosa setta religiosa, un gruppo di hackers africani e un’affascinante ragazza di colore. Costretto a districarsi tra passato e presente e tra le ipotesi più disparate – un virus, il diavolo, follia collettiva, armi batteriologiche – Santiago cerca di ricostruire la verità. Il caso, però, si complica quando, durante l’ennesimo episodio di epidemia danzante, un uomo muore: è Bruno Lemaire, presidente di un’Associazione benefica. La sua morte scoperchierà un vaso di Pandora di fatti e intrighi le cui radici affondano in vicende lontane nel tempo e nello spazio.


Recensione di Silvana Meloni

Non conoscevo l’autore e questa lettura è stata una piacevole scoperta. Il romanzo ha attirato la mia attenzione perché è ambientato a Parigi. Ho rivissuto la città attraverso la quotidianità del protagonista Santiago Guerra, ho percorso insieme a lui i quartieri del centro parigino a me cari, ed è stata una bella emozione. Ma non solo, ho apprezzato lo stile dell’autore, l’utilizzo della lingua che è essenziale quanto basta e mai involuto. 

Un unico neo di struttura stilistica. Ho trovato irritante che, nel cambio di scena nell’adottare un nuovo punto di vista, Cristino scelga di non effettuare alcuna cesura di lettura (una riga bianca, un segno di interruzione). Per tutta la prima parte del romanzo, in cui personaggi e punti di vista cambiano piuttosto spesso, la mia immersione nella vicenda è stata arrestata dalla necessità di riorganizzare mentalmente il contesto. Pochi secondi, è vero, ma tanto basta per interromperne la fluidità.

Dalla metà in poi della narrazione, invece, è il punto di vista del giornalista Santiago, che diventa l’unico faro del racconto e, seguendo il suo procedere, sono arrivata con grande coinvolgimento al climax finale. È anche vero che, a partire da qui, il ritmo cresce così come è d’obbligo in un thriller, ma in questo romanzo si aggiunge un elemento positivo in più. Infatti quella che all’inizio era partita come una trama collaterale, se non proprio una sotto trama, viene ad emergere in tutta la sua complessità diventando il fulcro di tutta la vicenda. Scopriamo che è questa l’avventura portante in cui l’autore ha voluto condurci fin dall’inizio, con agganci storici e politici che ne definiscono lo spessore.

Una menzione a parte merita il protagonista, il giornalista Santiago Guerra, che è disegnato in maniera splendida nei suoi pregi così come nelle sue manie, nel suo amore per la verità come nella sua quotidianità fatta di solitudine e priva di agiatezza. Uomo di mezza età, la cui carriera è stata minata dal carattere impulsivo e dal suo incorruttibile rispetto per la giustizia sostanziale, una figura di investigatore non istituzionale che ho trovato davvero affascinante e, nonostante sia di nascita portoghese, molto “parigina”.

In conclusione non posso che dare un giudizio positivo e consigliare la lettura di questo intrigante noir.

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Nanni Cristino


è nato a Chieri (TO) nel 1959. È stato giocatore e allenatore di pallacanestro, chitarrista jazz e mercante di giocattoli d’epoca. Ora insegna Lettere a Chieri e insegue un paio di altre vite tra Parigi e Zanzibar. Dal 2004 è autore di manuali scolastici di Storia per le scuole superiori, per l’Editrice Petrini (gruppo De Agostini). Nel 2010 ha realizzato il testo dell’opera teatrale Una bella malinconia, dedicata a Nino Rota, inserita nel cartellone della rassegna MiTo. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo, Gli ultimi abitanti del sottosuolo (Alcheringa Edizioni). A seguire ha pubblicato “Sette navi” (Parallelo45, 2017) e il giallo africano “Popobawa!” (LFA Publisher, 2017) finalista al premio letterario Giallo Garda del 2018. Nel 2021 ha pubblicato sempre per Nero Press Edizioni “Di notte arrivano i Lupi”. Vive tra la provincia torinese, le vetture di seconda classe del Tgv e il Marais a Parigi, dove appena può si rifugia a scrivere e a bere pastis.