Recensione di Manuela Fontenova
Autore: Cristina Rava
Editore: Garzanti Libri
Pagine: 291
Genere: Giallo
Anno Pubblicazione: 2016
Il lavoro del medico legale non è facile, è un compito ingrato, inizia quando tutto è ormai compiuto.
“Frugamorti”, questo è l’appellativo più frequente attribuito ad Ardelia Spinola, che è un medico legale ma anche molto di più.
Per lei “i morti sono testimoni silenziosi di vite offese” e il suo compito è di riparare al torto subito, cercando la verità.
Indagare, capire la mente umana, cercare risposte, è questo che fa Ardelia, immischiandosi di continuo nel lavoro delle forze dell’ordine..
“Ormai per me è un classico rubare prove o indizi. Mancanza di fiducia nella giustizia? Un po’, perché la verità giudiziaria non sempre è quella vera. Sono io ad aver bisogno di capire…per soffrire meno”
Quando sui binari della tratta ferroviaria tra Albenga e Ceriale viene rinvenuto il corpo di una donna, Ardelia, medico incaricato dell’autopsia non nutre particolari dubbi sul fatto che si tratti di un suicidio, basandosi sui pochi resti recuperati e sulla storia clinica della vittima, da diversi anni in cura per una grave forma di depressione. I dettagli che le fornisce Clementina, l’amica capostazione, sul marito della vittima Silvio Beltrame, suo collega, un uomo burbero e dedito al gioco d’azzardo, avvalorano la sua ipotesi: niente fa pensare che non si sia gettata di sua volontà sotto il treno. Ma c’è altro di cui Clementina vuol parlarle, è preoccupata per la scomparsa di uno strambo vecchietto conosciuto poco tempo prima e vorrebbe coinvolgerla nelle ricerche. Si tratta di Spartaco Guidi, tornato ad Albenga dopo aver scontato una lunga pena per un omicidio commesso nel 1968, considerato da tutti “matto” e forse matto lo è davvero dato che Clementina giura di averlo visto camminare in pieno giorno puntando una torcia a terra. Nonostante la reticenza iniziale, Ardelia accetta di incontrare delle persone che potrebbero aiutarla, ma quando l’anziano viene ritrovato senza vita in un bosco, la prudenza cede il passo all’istinto e la sua anima investigatrice prende il sopravvento. Inizia la sua indagine personale, stavolta con l’appoggio del capitano Boschero , che concentra buona parte dei sospetti sulla famiglia di Spartaco, e quando si scopre che il vecchietto era in ottime finanze, il movente dell’eredità si fa sempre più probabile. Ma Ardelia sa che c’è dell’altro, sa che niente è come appare e il colpevole va cercato altrove. Una sensazione non l’abbandona mai, la risposta è lì, celata da ombre che non riesce a dissipare, e se quella donna non si fosse suicidata ma fosse stata uccisa e la morte di Spartaco fosse in qualche modo legata alla sua?
“Sento un movimento impercettibile nelle più oscure profondità di me stessa. […] Nulla che abbia a che fare con la coscienza. Molto meno dell’ombra di un pensiero”.
Ma le ombre sono in agguato anche nella sua vita.
La storia con Arturo, il bell’alchimista di Ormea, procede tra ansie e dubbi.
Ardelia sospetta che lui le nasconda qualcosa e tutto la porta a dubitare della sua buona fede.
L’incontro fortuito, la tempestività nell’accorrere in suo aiuto, le bugie che gli legge tra le rughe del viso, non le lasciano respiro.
Chi è Arturo veramente?
Gabriel, il suo tecnologico zio ottantenne, tornato dopo un lungo viaggio in Israele, sembra fidarsi di quest’uomo e allora perché lei non riesce a mollare la presa?
Sono tante le verità che Ardelia dovrà cercare in questo episodio, molto più introspettivo degli altri due e forse più serioso e un po’ meno divertente.
Questa donna così affermata nel lavoro, molto amata e rispettata, inizia ad aprirsi al lettore, raccontando di sé, di una famiglia infelice e una madre distaccata che riversava il suo amore solo sulla sorella minore, di scelte dolorose fatte in gioventù e di una perdita, che ancora non è pronta a condividere, ma che ha spezzato per sempre il suo cuore.
La scrittura della Rava è sempre come un fiume in piena, scorre irruenta carica di aneddoti, personaggi, scoperte e dopo un po’ devi fermarti per mettere ordine tra la valanga di informazioni, che quasi senza accorgertene, ti sono arrivate. La sfera privata e quella professionale si accavallano e le indagini proseguono di pari passo in entrambe.
Soprattutto in questo romanzo in cui non c’è uno specifico tempo di azione, tutto succede “sempre”, dall’inizio alla fine, che si parli del Natale imminente o dell’arma del delitto, ci vengono forniti continui spunti di riflessione.
E’ un lavoro anche per il lettore star dietro alla storia, ma Ardelia è così, i suoi ragionamenti seguono percorsi ingarbugliati e caotici, e la narrazione accompagna il fluire dei pensieri con lo stesso ritmo.
Si potrebbe dire che il suo modo di fare è esattamente l’opposto di ciò che farebbe Sherlock Holmes.
Ancora una volta i suoi personaggi si rivelano indispensabili e memorabili, Gabriel, Doina (la segretaria rumena salvata dalla strada), Clementina e perché no, il PM, il capitano Boscheri, tutti ormai rassegnati alle incursioni di Ardelia che nonostante tutto anche in questo episodio ci regala momenti di comicità (di certo mettere un apparecchio ai denti a cinquantatré anni fa presagire belle risate).
Il finale a sorpresa lascia aperte tante strade, tante ipotesi su come si evolverà il suo personaggio nei prossimi romanzi. In questo si scorge l’inizio di un viaggio, che non è una partenza ma un ritorno alle sue origini, in cui togliere un bel po’ di polvere da un passato che non può più aspettare.
“Capisci di aver letto un buon libro quando giri l’ultima pagina e ti senti come se avessi perso un amico”. (Paul Sweeney)
Cristina Rava
Cristina Rava, classe 1958, nasce, e vive tuttora ad Albenga, comune in provincia di Savona, ambientazione prediletta dei suoi romanzi. Accantonata la facoltà di medicina, si dedica a varie attività prima di approdare alla scrittura, con due raccolte di racconti e un libro di memorie storiche sul territorio ligure. Pubblica 5 romanzi gialli con protagonista il commissario Bartolomeo Rebaudengo, nell’ultimo della serie “Un’indagine al nero di seppia” compare per la prima volta il medico legale Ardelia Spinola, personaggio che la stessa autrice definisce come il suo alter ego, alla quale nel 2012 dedica una nuova serie inaugurata con “Un mare di silenzio” , seguito nel 2014 da “Dopo il nero della notte” e nel 2016 da “Quando finiscono le ombre…
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