Quello che non sai




Recensione di Fiorella Carta


Autrice: Susy Galluzzo

Genere: Narrativa

Pagine: 240

Editore: Fazi

Anno: 2021

 

 

 

 

 

Sinossi. Cosa succede quando non si ha più voglia di essere una madre? Cosa può fare una donna stretta tra gli obblighi familiari e la sua vita di prima? Michela, detta Ella, ha passato gli ultimi anni a crescere la figlia Ilaria, dedicandosi a lei in ogni momento anche a scapito del suo lavoro di medico e del rapporto con il marito Aurelio. Ella conosce tutte le manie e le ansie di Ilaria, sa quanto è brava a tennis ma anche quanto le è difficile concentrarsi a scuola. Dopo un allenamento, Ilaria si distrae guardando il cellulare, ferma in mezzo alla strada, mentre una macchina avanza veloce verso di lei. Ella non fa niente per avvisarla: rimane immobile a osservare la figlia che, salva per un soffio, se ne accorge. In quellistante, inevitabilmente, tra loro si rompe qualcosa. Ella così inizia a sfogarsi scrivendo un diario rivolto alla propria madre, morta quindici anni prima: pagina dopo pagina, racconta delle crepe che si allargano fino a incrinare in modo irreversibile i delicati equilibri familiari, si addentra nei propri ricordi per riportare a galla vecchi e nuovi conflitti, rimpianti e sensi di colpa, per trovare infine la forza di affrontare la verità e ricominciare. Viaggio negli equilibri precari di una famiglia allapparenza perfetta, “Quello che non sai” è un romanzo sulla maternità e sul timore di non essere mai allaltezza. Attraverso la storia di un distacco necessario, narrata in un crescendo di sentimenti contrastanti, lautrice inscena il fallimento personale della protagonista cambiando continuamente prospettiva in un gioco psicologico complesso.

 

Recensione

Nei giorni in cui sto leggendo un libro che mi piace molto, io mi sento felice, perché so che mi aspetta qualcosa di piacevole che nutre la mia mente con sensazioni ricche e piene.

Questo a prescindere dall’argomento di cui parla.

Quello che non sai, per quanto mi ha regalato, è durato troppo poco, lasciando comunque a lungo un segno indelebile nella mia mente e nelle mie emozioni.

La storia di Michela, del suo ruolo di mamma, figlia e donna è uno schiaffo in pieno viso al perbenismo e alle apparenze, a quei ruoli ben definiti, inquadrati con etichette.

L’evento scatenante implora attenzione, i problemi di sua figlia Ilaria, il loro rapporto incrinato, la assorbono in un vortice che la porterà a rinchiudersi a casa della sua defunta madre e a raccontarle, attraverso un diario, il buio e la luce dei suoi giorni.

Ostico, perché non guarda in faccia nessuno, perché a volte siamo stanche di essere madri, compagne, abbiamo voglia di stracciare di dosso le nostre pseudodivise senza sentirci in colpa, senza addossarci sempre responsabilità che non ci appartengono tutte le volte che un evento ci coinvolge.

E ammettere con noi stesse quelle che invece sono le nostre falle. Riunire in un unico potente respiro questo nostro essere e ricominciare, con l’amore verso i nostri figli, verso le nostre persone,  verso noi stesse.

L’autrice ha creato un gioco psicologico coinvolgente, emozionante che, come un romanzo degno di essere chiamato tale, non regala risposte ma suscita domande, a seconda di quanto e cosa ci colpisce di questa storia, che ha tutti i colori della nostra imperfetta umanità.

 

 

 

Susy Galluzzo


È nata in Calabria ma vive a Roma da molti anni. È laureata in Giurisprudenza e svolge la professione di avvocato. Ha iniziato a scrivere questo libro dopo la scomparsa della madre.

 

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