Ragazze lontane




Recensione di Sara Pisaneschi


Autore: Isabella Nicora

Editore: Leucotea edizioni

Genere: Narrativa

Pagine: 198

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Una saga familiare che abbraccia un secolo di storia. La vita contadina scossa dall’occupazione nazista si trasforma nel dopoguerra in vita cittadina, quando i Manzi si trasferiscono a Roma, aprendo un banco sul mercato in Campo de’ Fiori. Il tempo scandisce amori, passioni e incomprensioni, mentre la famiglia si allarga ed i figli scelgono ognuno la propria strada. Un romanzo che, seguendo l’Italia che cambia, ci apre una finestra sulle dinamiche di una famiglia in evoluzione.

 

Recensione

Mi è piaciuto molto, lo dico subito. Ero un po’ scettica all’inizio e non so neanche bene perché. Forse il periodo particolarmente indaffarato, forse la routine dei vari “problemi” da affrontare minuto per minuto, lo stress del lavoroPoi sono arrivati Giovanna e Salvo a prendermi per mano.

Mi hanno accompagnato dentro le loro esistenze in punta di piedi ed è stato un viaggio bellissimo. Già dal loro primo contatto sono stata trasportata in un tempo di cui mi parlava mia nonna, dove le cose erano diverse, dove c’era molto meno e forse per questo quel menoera così prezioso. Loro da subito si sono riconosciuti.

Un incontro e un bacio che più che un bacio è stato “un contatto di vita, una fusione di due essenze che si cercano einfine si trovano”. Da questo ha inizio la storia di questa famiglia che tra mille difficoltà e dolori, ma anche tante gioie e soddisfazioni, ci accompagna per quasi un secolo.

Salvo e Giovanna, che non si danno mai per vinti e che cercano di conquistare il loro posto nel mondo per se stessi e soprattutto per i loro figli. Certo, i sacrifici sono stati tanti. Posso solo immaginare il dolore che si prova nel dover lasciare i bambini ai nonni o agli zii per andare a cercare un lavoro più sicuro lontano da casa, per assicurar loro un futuro che sia in qualche modo diverso, più “luminoso” e più affidabile.

La guerra rende precari sotto ogni punto vista, rende instabili e disperati. Il dopo guerra deve per forza essere rinascita e bisogna salvare quello che ci sta più a cuore, quello che veramente è importante. Per loro è la famiglia, la loro bella e numerosa famiglia.

Lasciano il piccolo paese del centro Italia dove sono nati e cresciuti e vanno nella capitale, lì di lavoro ce n’è di sicuro. Si trovano ad affrontare molte sfide e molti capricci della vita, quelli che ti mettono di fronte ai grandi dilemmi dell’esistenza e devi capire bene da che parte andare, chè poi può rivelarsi una grande vittoria o un grande rimpianto.

Salvo e Giovanna lo fanno insieme, sempre. Sono molti i personaggi che girano intorno ai due protagonisti, tutti importanti e fondamentali per capire bene il periodo e per definire meglio i rapporti e i contorni della storia che stiamo leggendo. Non c’è bisogno di grandi drammi per fare di un romanzo un grande romanzo.

Nonostante il mio sconfinato amore per il tragico, devo ammettere che anche la vita di tutti i giorni, con le conquiste e le rinunce, le preoccupazioni e le rivalse, l’amore semplice e puro per la vita e per la famiglia, ha un che di prezioso e appagante, di avvincente anche, che riesce a trasportarti lontano. C’è una parte, verso la fine del libro, che ho riletto più volte e più volte mi ha commossa, e che conserverò forse per sempre nel cuore e nella mente come una delle pagine più belle e profonde lette negli ultimi dieci anni.

È una pagina che dimostra quanto sconfinato possa essere l’amore e che non è solo fin che morte non ci separi”, va al di là, va molto al di là. È tenersi per mano dandosi forza e equilibrio. È allungare quella mano, ormai vecchia e un po’ tremolante, per sfiorare l’unico amore della tua vita. È memoria in chi resta.

È un tatuaggio impresso per sempre sulla pelle di chi hai amato. Spero di diventare anch’io una ragazza lontana, un giorno. La scrittura di Isabella Nicora è lieve, chiara e molto piacevole. È ricca e spesso ricercata. Le parti in dialetto non appesantiscono affatto la narrazione, anzi, danno un senso di autenticità ai personaggi e alla storia che l’autriceha deciso di condividere con noi.

 

 

 

Isabella Nicora


Dopo un quarto di vita trascorsa tra le pareti di un ufficio, alcuni anni fa ho deciso di abbandonare. E’ potuta così emergere la parte che più mi contraddistingue, ovvero quella creativa, rimasta per lungo tempo assopita. Una passione accantonata si è rifatta strada e hanno così visto la luce parecchie opere pittoriche. Circa cinque anni fa, complice un evento meraviglioso quale può essere la nascita di un nipotino, la voglia di scrivere ha prevalso sulla pittura. Tutto è iniziato con delle piccole storie dedicate al piccolo arrivato, per ognuna delle quali ho curato anche le illustrazioni, dove fantasia e fatti reali si sono fusi armoniosamente. In seguito sono nate altre storie per l’infanzia, sempre illustrate, fino ad arrivare a diversi racconti per un pubblico adulto. Da gennaio 2017 “L’Atelier” ha preso la sua strada. Il primo marzo 2018, è finalmente uscito “Il cavallo a dondolo” ediz.Liberodiscrivere. Dopo aver frequentato un biennio di scrittura creativa presso un’ottima scuola della mia città, ho terminato la stesura del nuovo romanzo in uscita a marzo 2020 “Ragazze lontane”.

 

 

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