Recensione di Leonardo Di Lascia
Autore: Rae DelBianco
Traduzione: Francesca Cosi e Alessandra Repossi
Editore: Neri Pozza
Genere: narrativa
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Contea di Box Elder, Utah. Il cielo nero comincia appena a stemperarsi nel grigio nebuloso del mattino quando Wyatt Smith, ventitré anni, il viso scuro segnato dal vento, imbraccia il fucile e si inoltra nel campo bagnato di rugiada dove pascola la sua mandria. Superato un crinale, si arresta e rimane senza fiato. Una bestia, un bue di taglia media, è a terra, la fronte squarciata da una pallottola. Mentre nell’aria aleggia un acre odore di ferro, da dietro al bue una figura balza all’improvviso. Wyatt fa appena in tempo a gettarsi a terra prima che una scarica di colpi lo raggiunga, ferendolo al braccio e abbattendo altre bestie. La corsa affannosa nei boschi, il fango che appesantisce le gambe, le mani imbrattate di sangue… il giovane si getta all’inseguimento di un’ombra che fugge, finché dietro un acero, nascosto come un cerbiatto, scorge il tiratore: una ragazzina, alta poco piú di un bambino, con il viso impiastrato di fango e addosso una maglietta nera sporca, piena di buchi sulle spalle e sull’orlo. Per Wyatt è un gioco da ragazzi catturarla e condurla nel ranch. La ragazzina riesce però a liberarsi e a fuggire. Il bestiame è perduto e, con il bestiame, forse anche il ranch, su cui gravano pesanti ipoteche. Al giovane Smith non resta che mettersi sulle sue tracce, nella speranza di ottenere un qualche risarcimento. Dalle montagne di Box Elder fino alle cime della Monument Valley e ritorno, la caccia diventa un duro confronto con un paesaggio selvaggio e brutalmente spietato. Perché che cosa può esserci di piú inclemente del cielo inaridito dello Utah, che sbianca i teschi, pesta la sabbia nei pascoli e non offre riparo all’arida arsura del deserto del Great Salt Lake? Acclamata come l’erede di Cormac McCarthy, in questo folgorante esordio Rae DelBianco «ritrae il caos e la spavalderia del nuovo West» (Julia Glass) in un romanzo «furioso ed elettrico… popolato di sopravvissuti e sognatori falliti» (Publishers Weekly).
Recensione
Un debutto al fulmicotone, Rae DelBianco ci regala un testo, come dice il titolo Ruvido!
Un viaggio tra le montagne di Box Elder, fa da sfondo alla narrazione della storia di Wyatt Smith di sua sorella Lucy e del suo ranch.
L’attività filava liscia fino a quando una mattina trovano alcune delle loro bestie morte, ma la sorpresa non finisce qui: una ragazza sbuca alle spalle ed incomincia a sparare ferendo Wyatt e ammazzando altri bovini.
Da quel momento la loro attività subisce una forte crisi e i due fratelli si mettono alla ricerca della ragazza che ha generato il loro declino per chiedere un risarcimento.
Ruvide Bestie è un romanzo forte, dove la voglia di farcela e di uscire da una situazione difficile la fa da padrone, ma è anche un libro dove i rapporti umani sono molto forti. I due fratelli hanno un legame stretto e sono molto legati tra di loro. Rae DelBianco ci regala delle descrizioni ben dettagliate che non stancano il lettore, anzi lo fanno tuffare nell’America selvaggia tra suoni, odori e colori.
Lo stile dell’autrice è molto scorrevole e crea un forte legame tra le pagine e il lettore. Chiaramente nelle pagine di Ruvide Bestie aleggia lo spirito Cormac McCarthy, ma non è una copia è un’influenza che genera un romanzo con una propria vita ed una propria anima.
Un romanzo non banale che attiva tutti e 5 i sensi del lettore!
Assolutamente da leggere.
Rae DelBianco
Rae DelBianco è cresciuta nella contea di Bucks, in Pennsylvania, dove si è dedicata all’allevamento di bestiame sin dall’età di quattordici anni. Ha frequentato la Duke University con una borsa di studio, laureandosi nel 2014. Vive a Mountainside, nel New Jersey, con la nonna di 88 anni. Negli ultimi quattro anni si è dedicata alla stesura di Ruvide bestie, che è il suo primo romanzo.
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