Scarafaggi di vetro




Recensione di Barbara Aversa Pacifico


Autrice: Claudia Polsinelli

Editore: Bookabook

Genere: Narrativa

Pagine: 92

Anno: 2020

 

 

 

 

Sinossi. Mario scrive a Virginia. Scrive di albe, rintocchi e lune piene; scrive da irato, fragile e docile davanti a caffè amari e luoghi da collezione. Mario incontra Rachele, ma il corpo di donna che si insinua tra i suoi sogni notturni o in quelli a occhi aperti rimane lo stesso. Il profumo di tabacco secco e fragole che porta Virginia sul collo è solo suo e di giorni lontani. Il passato diventa presente. Mario e Virginia sono scarafaggi distanti: uno pedina, l’altro si infila nel tempo futuro. La corsa vana e la meta intangibile saranno vetro. Mille pezzi di vetro ed eterna ossessione.

 

Recensione

Questo è il racconto di Mario. Un ragazzo perdutamente innamorato di Virginia dalla quale viene però lasciato e che non riesce ad accettare la fine della relazione.

Sembra una storia come tante, invece vi assicuro che non lo è. Perché si viene letteralmente catapultati nel mondo immaginifico del protagonista, nelle sue reminiscenze, nelle sue minuscole fissazioni da sentirsi talmente in simbiosi con lui che smettere di leggere diventa impossibile.

Viene sviscerato ogni minuscolo stato d’animo del protagonista in maniera impeccabile, ci si sente parte di quelle sensazioni, di quella claustrofobia emozionale ed ogni dettaglio prende vita, diviene vivido e sembra essere reale e pulsante.

Poi arriva Rachele, la brava ragazza, quella ideale, ma non riesce a cancellare l’idea di Virginia che sembra essere indelebile, incisa ed intrappolata nelle manie di Mario, sui suoi ricordi, su Roma, sul fondo di ogni bicchiere di vetro colmo di vuoto.

“I ciottoli lucidi, i cuscini bassi quando ancora non andavano di moda”, ogni ricordo  é intagliato nel pensiero come un etereo origami.

Una scrittura scorrevole, accurata,  coinvolgente e pulita. Un’autrice emergente che con il suo racconto cattura  completamente l’attenzione. Una storia più attuale che mai perché se inizialmente sembra essere la storia di un amore non corrisposto, andando avanti con le pagine si scoprirà che nulla è come appare. Purtroppo.

“Non è facile rendersi conto che la persona che hai nella testa non ha niente a che fare con quella che hai di fronte”. 

Un’ossessione che sfocia nella disperazione più dicotomica ed ogni lettera che Mario scrive a Virginia (rigorosamente all’interno delle venti righe) per riconquistarla diventa immediatamente simbiotica, carnale e si incastra nella mente del lettore, produce una fusione inevitabile e morbosa con il protagonista.

E si perde quasi di vista che ciò che viene narrato non ha nulla a che fare con l’amore. Ma lo si dimentica e si procede spasmodicamente con la lettura e un po’ come Mario si viene catapultati in una realtà parallela dove il reale diviene opzionale. Oppure terrore.

 

 

 

INTERVISTA

 Il tuo protagonista è un ragazzo. Come è stato interpretare i pensieri le emozioni e le manie di un uomo?

Molto stimolante. Mario è un personaggio davvero particolare ed è venuto fuori da solo, è stato come se mi chiedesse di entrare nel romanzo. Mi è piaciuto molto entrare nei suoi pensieri, scoprire le sue debolezze e il suo lato romantico. Devo ammettere che mi ha aiutato la figura dell’uomo a cui mi sono ispirata per rappresentare un maschio e comportarmi come tale.

 

Tratti un tema importante che è quello dello stalking, delle molestie. Eppure lo fai in maniera delicatissima. Come è stato per te trattare un argomento così attuale e significativo? 

Era da tanto che volevo affrontare questo tema. Lo sento davvero urgente, ma non ero mai riuscita a metterlo in un romanzo. Trattarlo in questo modo è stato difficile, ma sentivo che dovevo farlo. Volevo che le persone vedessero questo tema da un’altra prospettiva, con un punto di vista diverso dal solito.

Quali sono le autrici e gli autori che ti ispirano durante la lettura? Hai un genere che prediligi?  

Adoro i classici. Mi hanno ispirato tantissimo Virginia Woolf (il nome della co-protagonista non è un caso), Ernest Hemingway (soprattutto i racconti), Chiedi alla polvere di John Fante che rimane ancora il mio romanzo preferito. Mi piace la letteratura che si occupa di realtà, la narrativa cruda e sincera.

 

A cura di Barbara Aversa Pacifico

instagram.com/missparklingbooks

 

 

Claudia Polsinelli


Claudia Polsinelli ha 27 anni e attualmente vive a Firenze. Ha iniziato a scrivere a sei anni e, crescendo, la scrittura è rimasta il suo punto fermo. Le serie tv, invece, sono la sua ossessione. Ha frequentato la triennale in Lettere moderne all’Università di Roma La Sapienza e ha lavorato come copywriter in un’agenzia pubblicitaria. Si è trasferita a Torino per seguire il suo più grande sogno: diventare una scrittrice. Ha preso il diploma di Storytelling and Performing Arts della Scuola Holden. Ora è iscritta al secondo anno della magistrale in Filologia e critica dell’Università di Siena e lavora nella Fondazione Toscana Spettacolo.