Recensione di Patrizia Argenziano
Autore: Domenico Cacopardo
Concetto Granaleo vive la sua vita perfetta.
Rimasto orfano di madre all’età di due anni, nel 1942, e abbandonato dal padre l’anno successivo, vive con la zia Antonia, sorella del padre Giorgio. E’ una vita perfetta perché zia Antonia non l’ha mai lasciato anzi, l’ha sempre guidato e sostenuto con zelo e affetto durante tutte le fasi importanti della crescita. Questo legame ha quindi quasi del tutto sopperito alla mancanza dei genitori, ormai divenuti un lontano e sbiadito ricordo. E’ fortunato Concetto Granaleo, detto Tino, vive nella sua amata Letojanni, è circondato da parenti che gli vogliono bene, dal cugino Demetrio e l’amico Masino che lo accompagnano nelle sue avventure e dalla cugina Ornella con la quale c’è un feeling particolare.
Gli studi universitari vanno alla grande, nessun problema economico, davanti c’è solo il prosieguo di una vita perfetta. Ma, forse, la vita perfetta non esiste.
Non esiste perché la notte tra il 18 e il 19 ottobre 1962 due individui fanno irruzione, proprio nella casa di Letojanni, e pongono fine alla vita terrena di zia Antonia, quasi sotto gli occhi di Concetto.
E’ un uragano quello che irrompe nel cuore di Tino, chi ha ucciso zia Antonia e perché?
E’ un assassinio talmente insolito e grave che induce anche un momentaneo rientro a casa di Giorgio Granaleo, dopo quasi vent’anni.
Tino vive in un vortice di emozioni decisamente contrastanti tra loro, il dolore per la perdita dell’amata zia, il rancore nei confronti di un padre fantasma che pare essere, tra l’altro, poco sincero e tanto distante, l’amore, se si può definire tale, per un uomo che è pur sempre un padre, la gioia per l’affetto degli zii e la vicinanza di Ornella.
Nessuno si tira indietro, Tino è sostenuto da tutti in questo momento difficile che lo tramuta ben presto in uomo e che dà il via ad una nuova vita.
Una vita adesso alla morbosa e affannosa ricerca delle sue origini, delle risposte ai mille perché: perché è rimasto in breve tempo senza zia e nuovamente senza un padre?
In questo girovagare per la Sicilia, i suoi cimiteri, i suoi ospedali, i suoi Comuni, Concetto non è mai solo, la cugina Ornella, ormai diventata sua moglie, lo incoraggia a non abbandonare la strada intrapresa nonostante i primi fallimenti, perché solo con la verità il cuore può ritrovare quella serenità che serve per riappropriarsi di una vita perfetta. Anche se, dopo un assassinio, la vita non potrà certo essere perfetta.
E meno ancora con due.
Concetto Granaleo è il personaggio, è lui l’investigatore, il commissario di turno, è lui che lotta contro il silenzio, l’omertà e le bugie, è lui che, a parte le prime indecisioni, prende in mano le redini della situazione e inizia una battaglia personale alla scoperta del suo passato e di quello dei suoi genitori. E’ un uomo pieno d’amore, nei confronti della sua terra, delle sue tradizioni, della sua famiglia e della sua donna, un amore alla luce del sole.
Ornella è la sua donna, lo è fin dalle prime pagine quando è solo la cugina, una donna traboccante d’amore ma che sa bene qual è il suo ruolo, sa dove e come essere presente, una donna che diventa moglie di Concetto e madre dei suoi figli con la naturalezza di chi sa perfettamente che quello era il suo destino, quello e nessun altro.
La loro è una storia rosa persa in un giallo.
Questo romanzo è la Sicilia.
La senti scorrere nelle pagine, la senti parlare sottovoce e muoversi nell’ombra perché la Sicilia “non è cosa da tutti”, la senti nelle azioni forte e decisa, la senti cantare ma anche zittire nel suo dialetto, sempre avvolta da una fitta nebbia di colori, profumi e sapori inconfondibili.
E’ un inno alla Sicilia questo romanzo: paese dai due volti, Sicilia delle tradizioni, della buona cucina, del lavoro nei campi, ma anche la Sicilia del silenzio e dell’omertà.
Ogni pagina ne descrive or l’uno or l’altro lato con dovizia di particolari sì, ma sempre con quella leggerezza che stuzzica la curiosità del lettore, sempre avido di sapere.
E’ una dichiarazione d’amore travestita e il travestimento non passa certo in secondo piano anzi… vi terrà incollati fino all’ultima sconcertante scoperta.
Da leggere.
Domenico Cacopardo
Domenico Cacopardo è nato nel 1936 a Rivoli da famiglia di origini siciliane. Laureato in giurisprudenza, ha intrapreso la carriera giudiziaria e, dopo aver avuto esperienze lavorando in enti come “Magistrato del Po” e “Magistrato per Venezia” e come capo di gabinetto per alcuni ministri, è stato nominato consigliere di stato. Scrittore prolifico fin dagli anni ’70, ha raggiunto la notorietà con “Il caso Chillè” (sempre con Marsilio, 1999) e con i romanzi aventi protagonista il sostituto procuratore dott. Italo Agrò (presente anche in un programma radiofonico di Radio 24, condotto dallo stesso Cacopardo).
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