Recensione di Laura Piva
Autore: Jo Nesbø
Traduttore: Eva Kampmann
Editore: Einaudi
Pagine: 640
Genere: thriller
Anno pubblicazione: 2017
A tre anni dalle nozze con Rakel, Harry Hole, ormai vicino alla cinquantina, sembra aver trovato un suo equilibrio e la forza per tenersi alla larga dai guai. Da tempo ha chiuso con l’alcol e per lui non ci sono più casi e indagini sul campo, solo un tranquillo incarico come docente alla scuola di polizia di Oslo. Ma in città due donne vengono uccise nella propria abitazione a distanza di pochissimi giorni, e una terza viene ritrovata ferita sulle scale di casa. A collegare le vittime, il fatto che tutte e tre fossero iscritte a Tinder. E un segno inconfondibile, quasi una firma raccapricciante, lasciata sui loro corpi.«Il tuo vero te stesso è qui ora, Harry. E si chiede se devi uccidere oppure no. Adesso tocca a te decidere se una persona deve vivere o morire, e godi. Conosci la sete, ammettilo, Harry. E un giorno berrai anche tu».A quanto pare, dato che siamo al romanzo numero 11 della serie dedicata al problematico Harry Hole, la vena creativa di Jo Nesbo non si è ancora esaurita, anzi, continua ad arricchire il suo protagonista e i personaggi comprimari di nuove interessanti sfumature. Essi maturano e invecchiano portandosi dietro il bagaglio di esperienze vissute nelle avventure precedenti: successi e tragedie che li hanno segnati indelebilmente nel corpo e nell’anima e che li rendono “veri” e capaci di toccare corde profonde nel cuore del lettore. Ai personaggi di Nesbo, volenti o nolenti, ci si affeziona e si viene come soggiogati da una sorta di dipendenza per i libri che vedono protagonista Harry Hole.
Avevamo lasciato Hole sull’altare in “Polizia” e ora in “Sete” lo troviamo felicemente sposato con Rakel da tre anni. L’alcool, le tribolazioni amorose e il lavoro in polizia sembrano acqua passata, ma qualcosa di irrisolto sta per riemergere dal passato e porre fine a questo equilibrio faticosamente raggiunto. E di fronte alle difficoltà che la vita gli pone davanti, riemergono le dipendenze di Harry: il lavoro in polizia -che rischia di allontanarlo dalla moglie- e l’alcool. Le debolezze di Harry sono come la sete di sangue che alimenta le azioni del serial killer che sta terrorizzando Oslo: sono una droga a cui non può sottrarsi e questo rischierà ancora una volta di rovinare i suoi rapporti familiari. In questo thriller viene dato molto risalto al personaggio di Katrine Bratt, già apparso nei capitoli precedenti. Le difficoltà psicologiche di Katrine sembrano finalmente superate e ora è lei a dirigere la Sezione Crimini Violenti con grande pragmatismo e competenza. Solo la sua vita sentimentale sembra ostacolata e adombrata da un sentimento irrisolto verso Harry Hole.
La trama del romanzo, piuttosto complicata per la verità, raccorda gli avvenimenti accaduti nel libro precedente (Polizia), con quelli che si suppone verranno raccontati nel prossimo capitolo della saga. Sono due i leitmotiv che guidano lo sviluppo di questo thriller e che sembrano accumunare diversi personaggi del racconto: la “sete” e la “gelosia”. A metà del libro il plot del romanzo sembra evolvere verso un finale piuttosto scontato, poi, con diversi colpi di scena, l’autore rimescola le carte e lo avvia verso un epilogo a sorpresa dove emerge che nulla e nessuno è come sembra e che lascia diversi interrogativi aperti riguardo al futuro. Lo stile è accattivante e scorrevole anche se a tratti un po’ prolisso nella parte iniziale. Nel complesso si tratta di una lettura molto piacevole, anche se un po’ meno adrenalinica delle opere precedenti.
Sullo sfondo della vicenda narrata, una Oslo fredda e disinibita, tra i bar trendy chic del quartiere di Grunerlokka e le ville signorili di Holmenkollen, dove l’emancipazione sessuale femminile strizza l’occhio alla tecnologia dei Tinder Date per incontri sessuali occasionali.
Jo Nesbø
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