Sognando Babilonia




Recensione di Antonia del Sambro


Autore: Richard Brautigan

Editore: Minimumfax

Traduttore: Pietro Grossi

Genere: Poliziesco

Pagine: 220

Anno di pubblicazione: 2018

 

 

 

 

Sinossi. Card, il detective più baraccato del Ventesimo secolo, è a caccia di soldi, pallottole e pistola. A forza di prestiti, ha prosciugato le tasche di tutti: amici, ex colleghi e mamma. Miracolosamente sbuca dal nulla una cliente piena di soldi e dagli occhi molto azzurri. La cliente, o meglio “quella sventola senza precedenti”, gli propone un compito delicato: trafugare dall’obitorio un cadavere che scotta.

 

Recensione

C. Card è un detective sfortunato e anche abbastanza negato con un passato altrettanto infelice di soldato e una madre che lo accusa di aver causato, all’età di quattro anni, la morte accidentale di suo padre. Card deve soldi praticamente a chiunque e tutti cominciano ormai a trattarlo male e a esigere il rimborso dei debiti.

Quando pensa di avere toccato il fondo gli arriva, però, un incarico da parte di sconosciuti che gli chiedono di recarsi a un appuntamento fuori da una stazione radio locale e di portare con sé una pistola. C. Card è al settimo cielo. Un nuovo ingaggio da tempo immemorabile, la sua padrona di casa morta all’improvviso senza lasciare eredi e quindi senza che nessuno gli chieda l’affitto almeno per i prossimi mesi, e in tasca una pistola prestata dal suo amico che si occupa dell’obitorio locale.

Cosa chiedere di più alla Fortuna?

All’appuntamento con le persone che lo hanno contattato Card scopre che si tratta di una donna bellissima e del suo guardaspalle che gli chiedono, in cambio di una cifra altissima, solo di rubare un cadavere nell’obitorio cittadino.

Sembrerebbe un lavoro semplice e senza rischi ma C. Card non è un detective come tutti gli altri e neppure una persona come tutte le altre.

Lui vive una vera e propria vita parallela nella citta di Babilonia, sì proprio l’antica patria dei valorosi condottieri, dove è un investigatore privato di successo, ricco e temuto da tutti, con una segretaria stupenda che non vede l’ora di appagare ogni suo desiderio.

Il Card babilonese, quindi, prende spesso il sopravvento su quello reale trasportandolo in una dimensione pericolosa e scollegandolo completamente dalla realtà con conseguenze disastrose. Riuscirà C. Card investigatore sfortunato della San Francisco degli anni ’40 a portare a buon fine l’incarico della sua vita e guadagnare tutti i soldi che gli servono per ripartire e avere un futuro migliore?  

Il fatto è che a volte il destino è più beffardo di qualsiasi pallottola sparata prendendo la mira e Card ne è il bersaglio prediletto.

Cosa ha di bello Sognando Babilonia? Tutto!

È un romanzo stupendo, originale, metafisico, fantasioso e brillante in cui il lettore non può fare a meno di sorridere e appassionarsi alle vicende del protagonista e all’ambientazione poliziesca da vero noir di metà Novecento.

I dialoghi sono essenziali, a volte paradossali, così come le descrizioni in generale, perché all’autore interessa che tutta l’attenzione del lettore sia concentrata sui personaggi, che risultano tanto stravaganti quanto affascinati.

La stessa trama, a tratti, è volutamente confusionaria perché il piacere della lettura resti sul protagonista e i suoi amici e personaggi che lo accompagnano dentro e fuori la sua realtà metafisica e assolutamente adorabile.

Tutto in questo libro di Brautigan fa pensare ai capolavori di Carver, di Fitzgerald, di Capote, di Schnitzler.

E dato che la scrittura moderna ha un po’ dimenticato questo stile realistico e immaginario al tempo stesso, scoprire Sognando Babilonia non potrà che rendere felice chi legge e trasportarlo in una narrazione raffinata e piacevole dove si sorride ma insieme si riflette sulla vita, sul destino degli uomini e sulla caducità della fortuna.

 

 
 

 

Richard Brautigan


Richard Brautigan nato a Tacoma nel 1935 Visse un’infanzia travagliata, a causa del divorzio precoce dei genitori e dei maltrattamenti subiti dai successivi compagni della madre. L’adolescenza fu altrettanto difficoltosa e il giovane Brautigan venne arrestato nel 1955 per resistenza alla polizia. Avvicinatosi al movimento Hippy, visse intensamente lo spirito libertario di quegli anni, dedicandosi alla scrittura di novelle e poesie. Nel 1967 ottenne la fama per la pubblicazione di Pesca alla trota in America, romanzo postmoderno scritto in prosimetro nel 1961. Il successo ottenuto permise la riscoperta degli scritti precedenti, quali L’aborto e Il generale immaginario. Con gli anni, e il cambiamento della società statunitense, Brautigan si chiuse sempre più in sé stesso, venendo spesso colpito da attacchi di paranoia e soffrendo della sindrome alcolista, che lo porterà alla dipendenza, all’assuefazione, ed alla morte prematura avvenuta all’età di 49 anni nel 1984 per suicidio.