Recensione di Michela Alfano
Autore: Eduard Orselli
Genere: thriller
Editore: Odissea Digital
Pagine: 352 ( Nessun respiro)
Pagine: 373 ( Le infradito nel fango)
Pagine: 346 ( I bambini non ci vogliono stare)
Anno di pubblicazione: 2018
Nessun respiro
Sinossi. Lo hanno sbattuto lontano. Solo, tra denti affilati, malelingue e amanti speranzose. Solo, con un pezzo di ferro al fianco. E la tristezza, perché qualsiasi cosa tu faccia, i cadaveri rimangono sempre cadaveri. Fulvio Negri credeva sarebbe stato più semplice fare lo sbirro, più edificante. Ignorava le leggi del branco, le freddure della vita. Verso il fondo, indeciso se fare a pugni con sé stesso o con il mondo, sfiora per caso la donna con il lupo. Sarà persa per sempre, come tutte le cose che semplicemente non hanno spiegazione. Tanto vale accettarle. Secondo titolo: Le infradito nel fango Pagine: 373 SINOSSI Qual è il limite? Quale il punto in cui il contatto con se stessi va perduto? Superarlo può essere una scelta consapevole, ma in ogni caso gli effetti si manifesteranno. Attorno a sé Fulvio ha solo silenzio. Il lavoro lo ha cambiato, lo ha costretto a rinunciare a molto. Eppure, nonostante tutto, decide di giocarsela fino in fondo. Saranno esperienze e viaggi, alienazione. Odore acre e fango rosso, mentre lo sbirro insegue attento i richiami del suo io. Terzo titolo: I bambini non ci vogliono stare Pagine: 346 SINOSSI Tutto è cambiato, ma alcune catene sembrano perpetue. Gli occhi fissano lo specchietto retrovisore, tra ricordi e speranze, mentre un’ombra impietosa non vuole fermarsi. La sua vita è diversa, e i ricordi più gloriosi sono nascosti con astuzia da nuove ambizioni. Ma il talento non è un regalo, è un pegno. Fulvio non può fingere di non sapere, non può limitarsi a fare da spettatore. Il volto scuro che insegue è il più spietato con cui si sia mai confrontato. Stai a casa, “Fulvio Negri”.
Le infradito nel fango
Sinossi. Qual è il limite? Quale il punto in cui il contatto con se stessi va perduto? Superarlo può essere una scelta consapevole, ma in ogni caso gli effetti si manifesteranno. Attorno a sé Fulvio ha solo silenzio. Il lavoro lo ha cambiato, lo ha costretto a rinunciare a molto. Eppure, nonostante tutto, decide di giocarsela fino in fondo. Saranno esperienze e viaggi, alienazione. Odore acre e fango rosso, mentre lo sbirro insegue attento i richiami del suo io.
I bambini non ci vogliono stare
Sinossi. Tutto è cambiato, ma alcune catene sembrano perpetue. Gli occhi fissano lo specchietto retrovisore, tra ricordi e speranze, mentre un’ombra impietosa non vuole fermarsi. La sua vita è diversa, e i ricordi più gloriosi sono nascosti con astuzia da nuove ambizioni. Ma il talento non è un regalo, è un pegno. Fulvio non può fingere di non sapere, non può limitarsi a fare da spettatore. Il volto scuro che insegue è il più spietato con cui si sia mai confrontato. Stai a casa, “Fulvio Negri”.
Recensione
E mentre il mondo va a rotoli lo sbirro è lì presente, unico testimone costante delle disgrazie e delle brutture della vita. (Fulvio Negri)
Fulvio Negri è uno sbirro. Uno di quelli veri, che ancora provano ad aiutare la brava gente. Un duro. È anche un uomo, dal carattere spigoloso, a tratti indisponente. La trilogia ripercorre un arco di tempo vasto, che copre una considerevole fetta della sua carriera e della sua vita, entrambe soggette a grandi cambiamenti.
Parlando direttamente al lettore, il protagonista lo accompagna fin dentro agli angoli più bui dei suoi pensieri di uomo e delle sue indagini da sbirro. Prendendolo per mano, lo guida passo passo nelle riflessioni che sono dietro ogni sua scelta e nei meccanismi investigativi che riguardano ogni suo caso. Il lettore è nella sua testa, sempre.
In questo modo è al passo con le indagini, non si perde nulla. Potrebbe, anzi, risultare in vantaggio, a un certo punto, arrivando a unire i puntini un attimo prima, dalla sua posizione privilegiata di osservatore interno, ma estraneo ai fatti.
Tale scelta narrativa, inoltre, consente all’autore di andare oltre l’accurata descrizione delle tecniche investigative applicate alle circostanze più varie, che ben conosce ed espone, arrivando a scandagliare le dinamiche singole e di branco che si innescano in certi ambienti, dove le gerarchie contano ancora parecchio, e costruendo un romanzo fortemente introspettivo, capace di toccare ogni aspetto della vita e dell’evoluzione di un uomo, prima che di uno sbirro. Un uomo non sempre limpido, non sempre onesto. Non con le sue donne, almeno o non con tutte.
Una trilogia non scontata, che non riparte ogni volta da dove si era interrotta, ma colma tra le pagine lacune e distanze. Un personaggio non tutto bianco, né tutto nero, ma pieno di sfumature, di ombre; un uomo dalle molteplici sfaccettature, non sempre gradevoli.
Eduard Orselli
Eduard Orselli è nato in Veneto nel 1982. Laureato in scienze politiche, da un decennio si occupa di attività investigative lavorando in una delle forze di polizia italiane. Autore esordiente, è stato mosso dalla voglia di riportare in lettere le sensazioni che provano i professionisti durante le indagini condotte, mettendone a nudo i limiti e la reale umanità. La trilogia su Fulvio Negri è il suo primo lavoro.