SPECIALE C. Vergnani




La torre delle ombre

Autore: Claudio Vergnani
Editore: Nero Press
Pagine: 336
Genere: Thriller/Horror
Anno di pubblicazione: 2016

 

In una città consegnata all’anarchia, preda di grottesche e letali bande criminali, logorata da cambiamenti climatici e rassegnata a un futuro dove la speranza è il lusso di pochi, i due protagonisti – Claudio e Vergy – tirano a campare, cercando di resistere al logorio di una vita priva di senso e di sbocchi, grazie a una rigida routine giornaliera fatta di allenamento fisico, di strategie per procurarsi il cibo e di stratagemmi per sopravvivere agli artigli affilati di quella società che non offre alcuna protezione ai perdenti, agli abbandonati, ai reietti. Su questa metropoli in pieno degrado si curva minacciosa l’ombra della Torre, luogo di perdizione e malaffare da cui è bene tenersi alla larga. Almeno fino a quando la richiesta di aiuto di un vecchio amico, non porterà i due protagonisti a scalare il gigante di cemento e ferro alla ricerca dell’ultima scintilla di un antico valore, che potrebbe riscattarli da quell’esistenza di squallore. In questa nuova epoca nella quale il futuro si mescola al presente e al passato, i due amici si ritroveranno invischiati nel perverso meccanismo del Salone dei giochi, una nuova e crudele forma di intrattenimento dove il divertimento di pochi danarosi e senza scrupoli – si misura sulla sofferenza dei più deboli…«Il mondo là fuori sta cambiando in fretta» spiegò «lo vedete anche voi. Le guerre hanno fatto il loro tempo. Oh, certo, ci sono ancora, ci saranno sempre, immagino. Ma nessuno sventola più bandiere. Nessuno combattepiù per degli ideali, veri, falsi, giusti, ingiusti, reali o feticchi che siano. Le disparità sociali non sono più motivo di sdegno o dubbio per nessuno. […]»


 

A volte si muore

Autore: Claudio Vergnani
Editore: Dunwich Edizioni
Pagine: 402
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2016

In una città dove intere aree erano preda di criminali e maniaci, di bande mascherate, di stupratori seriali e pazzi sbandati, e sotto il controllo di gangster in doppiopetto, si muoveva un assassino misterioso e invisibile chiamato il Bisbiglio.

La leggenda voleva che solo i morti che si lasciava dietro – straziati e oltraggiati – potessero vederlo. Infliggeva una fredda violenza e una studiata crudeltà, muovendosi con astuzia nel buio e nel silenzio. Colpiva quando le sue vittime erano ignare, indifese o deboli. Oppure, al contrario, quando erano certe di essere al sicuro.

E, quel che era peggio, non comprendevamo nemmeno perché lo facesse. Non eravamo un passo indietro, eravamo proprio anni luce distanti. Eppure, in qualche modo, sentivamo che il cerchio ci si stava stringendo intorno, che alla fine, in un modo o nell’altro, lo avremmo visto anche noi… “La soffitta era come le altre, salvo per alcuni particolari.

Il tetto era integro. Era stato riparato e sostenuto con puntelli metallici e piastre d’acciaio. Il lucernario intatto. Sul pavimento era steso un tappeto economico. La finestra era chiusa e sprangata con assi inchiodate, sulle quali era stato sistemato un materasso. Un tavolino pieghevole da picnic era rovesciato su un lato. Tutt’intorno erano disseminati gli oggetti caduti: spiedi sudici, un martello, delle pinze, un paio di cesoie, una batteria e altri attrezzi insanguinati.

Per terra, in un angolo, era appoggiato un saldatore ad acetilene. Sul fondo, vicino al muro, si trovava un faro spento collegato a un gruppo elettrogeno. Al centro della stanza, simile a un trono osceno, spiccava una poltrona metallica che avrebbe potuto ricordare quella di un dentista – con cuscino, schienale e poggiatesta imbottiti – se non fosse stato per le manette assicurate al poggiapiedi e ai braccioli, e per le catene che pendevano dalla spalliera. Il sedile era imbrattato di feci. C’era sangue ovunque, persino sulle pareti. Sul tappeto risaltava un mucchio di materiale aggrovigliato. Sembrava un tubo rosa con riflessi blu sul quale qualcuno avesse cosparso grossi chicchi di riso. Poi compresi che si trattava di un lungo pezzo d’intestino, bruciato, tagliuzzato e calpestato, ricoperto di larve. C’era ancora un cavo della batteria pinzato a un tratto delle budella…”

“Sapevo che non tutti i problemi hanno una soluzione, che a volte scamparla è questione di caso o di fortuna,che vi sono eventi che vanno ben oltre il nostro controllo. Nella vita alcune cose riescono e altre no, a dispetto di qualunque logica, merito o abilità.”

 

RECENSIONE
“La Torre delle Ombre” (Nero Press) e “A volte si muore” (Dunwich Edizioni), due titoli sorprendenti nati dalla penna di Claudio Vergnani, già autore di “Per ironia della morte” (Nero Press) e “Lovecraft’s Innsmouth” (Dunwich Edizioni). Nei suoi romanzi, Vergnani ci presenta due eroi d’eccezione, Claudio e Vergy, e li fa muovere in una città preda dell’anarchia, in una realtà semi-distopica sconvolta da cambiamenti climatici, eppure forse non troppo lontana da quella attuale. È un’Italia corrotta, fatta di estremismi, in cui non esiste una classe media, e bande di criminali mascherati e membri della malavita si macchiano dei delitti più orribili.

Ne “La Torre delle Ombre”, Claudio e Vergy cercano di sopravvivere, considerati quasi reietti della società. I due si ritrovano invischiati nel “perverso meccanismo del Salone dei giochi”, una forma di intrattenimento per ricchi senza scrupoli, in cui si fonde ogni forma di depravazione, fino alle più inimmaginabili atrocità. Spinti dall’innato senso di giustizia fuori dal comune che li contraddistingue, Claudio e Vergy affronteranno la cruda realtà che si cela dietro la minacciosa Torre.

In “A volte si muore”, seguiamo ancora Claudio e Vergy, dopo i fatti della Torre. Mentre Claudio è impegnato a combattere una battaglia con se stesso, un killer-giustiziere chiamato “il Bisbiglio” uccide senza pietà criminali e stupratori. Scoprire chi si cela dietro il misterioso assassino non sarà semplice, ma Claudio e Vergy si ritroveranno coinvolti, loro malgrado, anche in questa impresa.

La capacità e il talento di Vergnani sono indiscutibili. Nelle sue storie non mancano momenti di riflessione, ironia, orrore, perfino attimi di dolcezza. E, nonostante la narrazione possa rivelarsi inverosimile per certi aspetti, risulta piuttosto naturale ridere alle battute di Vergy o lasciarsi avvolgere dalla malinconia di Claudio. Romanzi consigliatissimi per chi ha voglia di meditare sulla società in cui viviamo e leggere qualcosa di veramente buono e originale.

 

Recensione a cura di Olga Gnecchi

Olga Gnecchi vive a Porto Empedocle. Ha studiato Lingue e letterature straniere e Lettere moderne e si occupa di servizi editoriali. Tra le sue pubblicazioni, i due thriller “Sotto i suoi occhi” (2014) e “L’ultima cella” (2015). Con Gianluca Ingaramo scrive la parodia erotica “Amore Antigas” (2016) e il racconto “L’indifferente” contenuto nell’antologia “Jingle Bloody Bells 2” (2016) pubblicata da Nero Press. Di recente ha pubblicato il dark fantasy “Creature Oniriche” (2017).

 

 

 

L’AUTORE – Claudio Vergnani nasce a Modena nel 1961. Svogliato studente di Liceo Classico, ancor più svogliato studente di Giurisprudenza, preferisce passare il tempo leggendo, giocando a scacchi e tirando di boxe. Allontanato per indisciplina dai Vigili del Fuoco, dopo una breve e burrascosa parentesi militare ai tempi del primo conflitto in Libano, sbarca il lunario passando da un mestiere all’altro, perso nei ruoli più disparati ma sempre in fuga da obblighi e seccature. Nel 2009 si fa conoscere ed apprezzare, grazie a uno stile originale e innovativo – che intreccia ironia, horror e action ad una malinconica vena esistenziale – con il suo primo romanzo, Il 18° Vampiro, seguito da Il 36° giusto (2010) e da L’ora più buia (2011), trilogia pubblicata dalla casa editrice Gargoyle di Roma. Nel 2010 partecipa con il racconto Il nuotatore all’antologia Stirpe angelica, edita da Edizioni della Sera. Collabora con riviste e magazine come Il Posto Nero, Nero Cafè e Altrisogni, pubblicando recensioni e racconti. Nel 2013 pubblica I Vivi, i Morti e gli Altri con Gargoyle books e il thriller Per ironia della morte con Nero Press. Nel 2015 pubblica il romanzo Lovecraft’s Innsmouth con Dunwich Edizioni. Nel 2016 pubblica La Torre delle Ombre con Nero Press.