Recensione di Valentina Cavo
Autore: Diego Zucca
Editore: Arpeggio Libero
Genere: Thriller
Pagine: 198
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Chi ha rapito Manu? E che strano gioco dovrà fare Samuele per riaverla? Una storia di follia, vendetta e redenzione, una sfida giocata sul filo del telefono tra omicidi e ricordi che si alternano come scatole cinesi. Tra incubo e realtà, un thriller incalzante, fatto di giochi di specchi, piccoli tasselli di un puzzle che si ricompone.
Recensione
Spirali di Follia è un thriller intenso che tramite un vortice trasporta il lettore negli abissi del fragile limite tra mente e illusione, e, sempre più in basso, verso la trappola di un intricato labirinto tra realtà e immaginazione.
Samuele, il protagonista, si ritrova perso e solo, senza una boa di segnalazione nel pieno di una tempesta emotiva e psicologica di cui non si vede la fine, minacciato da una voce anonima che lo chiama al telefono e che ha rapito sua moglie.
Tormentato da un passato impossibile da dimenticare, Samuele torna continuamente ad affacciarsi nei suoi ricordi e negli angoli oscuri dei suoi pensieri per capire cosa fare porre fine all’incubo.
Un thriller scritto con uno stile duro e incalzante, impossibile smettere di leggerlo o ripensare a quello che si è letto facendo ipotesi sul finale, che riesce a mantenere alto e costante costante un profondo senso di ansia ed inquietudine: così il lettore si ritrova davanti ad una storia complessa, ben architettata e ricca di colpi di scena, una storia nella quale s’ inteccia la vita di molte persone, ognuna con una sua propria psicologia (spesso non molto sana), e man mano tutti i tasselli vanno al loro posto rendendo sempre più nitida l’immagine finale.
Chi vi scrive consiglia la lettura di questo libro soprattutto a chi è appassionato del genere e che si vuole buttare in una lettura a scatola chiusa, senza sapere di più della trama, per aver la garanzia d’essere travolti da una storia che stupisce e non delude affatto le aspettative!
INTERVISTA
In Spirali di Follia il protagonista ha una psicologia molto complessa… Per te è stato complicato metterlo nero su bianco?
Complicato forse no, ma sono dovuto stare molto attento affinché tutto tornasse. Il libro l’ho scritto di getto partendo dall’idea finale, ho ricreato un personaggio con molte sfaccettature che si possono cogliere soprattutto in seconda lettura. Ci ho messo circa un mese per scriverlo, il resto tutto lavoro di lettura, rilettura, editing, limare per dare sempre più ritmo.
Nel tuo libro ci sono molti riferimenti a serie TV, film, libri e anche piccoli accenni a fatti di cronaca. Trai da qui ispirazione per i tuoi romanzi?
La vera ispirazione me la dà King. Ogni volta che lo leggo mi viene qualche idea, anche se non legata al libro che sto leggendo. Mi dà la giusta carica. Poi mentre scrivo mi vengono in mente varie scene e penso che qui ci starebbe bene un omaggio a Hitchcock, qui uno a Lost, poi uno alla Signora in giallo. Mi diverto a inserire molte citazioni. Per esempio, volevo fare una dedica speciale a un mio amico che scrive, e ho citato il titolo di un suo racconto che solo lui poteva cogliere (e l’ha colto). Sui fatti di cronaca sto un po’ più attento, ma uno è molto evidente. Come si dice: basta non fare i cognomi, anche se il nome è raro 🙂
In futuro ho alcuni progetti. Un romanzo dal titolo Cella 33 è già pronto, più misterioso che thriller. Un altro lo sto scrivendo in pieno stile King (e pieno di citazioni kinghiane). Sto lavorando anche a due sceneggiature cinematografiche, una tratta appunto da Spirali di follia e l’altra è una commedia all’italiana, altro genere che amo (ma non cinepanettoni, parlo di film come I mostri o Il sorpasso). Infine uscirò ancora in due antologie: Tra quattro mura (antologia di racconti horror organizzata dal gruppo facebook Stephen King – Italia, dove sono arrivato secondo) e Turno di notte (sono tra i dodici finalisti, non ancora concluso).
Diego Zucca
Nato a Livorno nel 1978. Nel 2008 è andato a vivere a Mosca con la moglie e la figlia. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su giornali e riviste. È arrivato tra i primi cinque classificati con la piece teatrale “Tantamareski” scitta in lingua russa per un concorso organizzato dal teatro Satira. Ha collaborato con il regista David Safarian. Per Il Corriere di Livorno ha curato la rubrica Un italiano in Russia.
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