Recensione di Maria Sole Bramanti
Autore: Francisco González Ledesma
Editore: Giano
Pagine: 353
Genere: Thriller
Anno Pubblicazione: 2016
Questo romanzo è stata una grande scoperta. Ledesma è un grande autore: un thriller dai risvolti incredibili, che porta il lettore da Barcellona, a Madrid, fino in Egitto, in un susseguirsi di strade, paesaggi, atmosfere, caratteri che fanno passare la trama, seppur appassionante, quasi in secondo piano.
Méndez, un poliziotto della vecchia guardia, che di cose ne ha viste tante, di criminali ne conosce parecchi (anzi, molti li considera quasi amici), di bettole ne ha frequentate fin troppe, si ritrova ad indagare sull’omicidio di una bambina. Le strade dei quartieri più neri di una Barcellona che sta cambiando, fanno da sfondo alle vicende di questo personaggio affascinante, nero e profondo, che si sente a casa solo in uno squallido bar o tra le pagine di un libro.
“Io sto semplicemente in strada. E in strada uno conosce gente. Vede cose”
Poi il quadro cambia e ci ritroviamo in un lussuoso hotel di Madrid, con Méndez che si sente un po’ fuori posto, ma capirà presto che, invece, è proprio nel posto giusto e al momento giusto.
Questo poliziotto riflessivo e anche un po’ ingenuo si ritroverà a viaggiare fino in Egitto per risolvere quello che non è più un crimine, per lui, ma è diventata una vera ossessione.
E Méndez non è certo l’unico personaggio interessante di questo thriller. Perché non si può certo non amare il malinconico sicario, cittadino del mondo, il cui desiderio sarebbe solo quello di formare una famiglia, trovare un lavoro normale e fare un abbonamento dell’autobus. Oppure Olga, con la sua dolcezza, il suo essere senza filtri, che conquista Méndez e lo fa riflettere sul reale senso delle cose.
“Perfino un tipo come me può essere influenzato dalle cose che si pensano sul Nilo”
Intrighi, poliziotti corrotti, omicidi, ricatti: c’è un po’ di tutto in questo romanzo, che può accontentare sia gli amanti del genere, sia chi da un libro cerca anche qualcosa di più: la profondità dei personaggi, le descrizioni dell’ambientazione che entra di prepotenza dentro la storia, i riferimenti storici e letterari.
Menzione speciale per i titoli dei capitoli: dallo stile un po’ retrò, ma molto, molto azzeccati e che, in molti casi, potrebbero tranquillamente essere utilizzati come titoli di un libro.
Fa bene, leggere questo libro. Quando arrivi in fondo, ti resta quella malinconia che lo permea dall’inizio alla fine, quella voglia che … beh, che le cose del mondo e della vita fossero diverse, che fosse possibile, almeno, immaginarle, diverse.
“Non saprai che c’è un sole per le finestre grandi, e un sole per le finestre sordide”
Francisco González Ledesma
(Barcellona, 17 marzo 1927 – Barcellona, 2 marzo 2015) è stato un giornalista e scrittore spagnolo, autore di romanzi polizieschi, tra cui si ricordano soprattutto quelli della serie dell’ispettore Méndez. Autore molto prolifico anche sotto pseudonimo (Silver Kane, Rosa Alcázar o Silvia Valdemar, Taylor Mummy, Enrique Moriel) ha spaziato dal western, al romanzo rosa, all’autobiografia, al poliziesco. Osteggiato dal franchismo nei primi anni della sua carriera, nel 1984 vince il Premio Planeta con “Cronaca sentimentale in rosso” e, nel 2007, il Premio Novela Negra con “Mistero di strada”.