The End




Recensione di Loredana Gasparri


Autore: Francesco Grandis

Editore: La Corte Editore

Genere: Thriller distopico – Fantascienza

Pagine: 368

Pubblicazione: 7/10/2021

 

 

 

 

 

Sinossi. Da più di un secolo l’umanità ha raggiunto l’era della Pace, grazie a uno sviluppo estremo della tecnologia e della robotica che consente a chiunque di condurre una vita agiata e appagante e di sapere persino la data della propria morte fin dalla nascita Superare il secolo di vita è dunque la normalità, per tutti, ma non per Matt Freeman. Lui è un corto e la sua aspettativa di vita è di soli 38 anni, non abbastanza per trovare un senso all’esistenza, o per essere amato come chiunque altro. Ma quando questo giorno arriva, qualcosa non va come tutti si aspetterebbero. Matt si trova così coinvolto in una feroce caccia all’uomo che lo porta a fuggire assieme alla veggente Nayana e agli amici Akira e Wallace. Inseguito per tutto il pianeta da forze sconosciute, mostrerà una capacità di adattamento inaspettata, che metterà in crisi la squadra incaricata di eliminarlo guidata dal Risolutore Hoffman. Chi si nasconde realmente dietro i suoi inseguitori? E perché è così importante che nessuno superi la propria data di morte? Nella sua lotta per la sopravvivenza Freeman si troverà alla fine a dover rispondere a un’unica grande domanda: potrà la scoperta della verità renderlo davvero libero?

 

Recensione

Quando ho chiuso il libro, lo ammetto, ero un po’ spaventata. E anche affascinata. Oltre che contenta, soddisfatta e con un bel po’ di domande saltellanti in testa. Suona contraddittorio, ma solo perché in questo libro c’è molto: le 386 pagine potrebbero dare origine ciascuna ad altri libri, fascicoli, opuscoli, romanzi, discussioni, dimostrazioni scientifiche, dibattiti, esperimenti.

Potrebbe essere diversamente, con il sottotitolo che campeggia in copertina: E se conoscessi la data della tua morte?

Quella è stata la molla che mi ha spinto verso il romanzo. Conoscere la data della propria morte: sarebbe un modo completamente diverso di concepire e creare la tua vita. Come lo fai?

Quando prendiamo coscienza che siamo su questa terra a fare qualcosa, di qualunque cosa si tratti, ci buttiamo a capofitto a creare, fare, lavorare, senza pensare al tempo effettivo della nostra vita. Sappiamo confusamente che esiste una morte, un punto fermo, una fine di tutto per cui noi non ci saremo più fisicamente e quello che abbiamo fatto e non finito resterà lì, magari passerà in eredità.

Quante volte sentiamo dire da chi rimane: ‘Non aveva nessuna idea di essere così malato, per cui è andato avanti a lavorare e a fare progetti come sempre’. Ed è ancora più vero quando si tratta di incidenti: esci di casa per portare avanti le tue cose e poi, per una malaugurata concatenazione di eventi o qualunque sia il nome che vogliamo darle, non torni più. Queste sono, rozzamente, le premesse con cui gli esseri umani nascono e vivono: sai quando arrivi, sai che dovrai andartene, ma non sai quando. Su queste basi, vivi, lavori, progetti, studi, crei o distruggi.

Questo libro ribalta completamente le premesse. Qui sai benissimo quando te ne vai. Anzi, lo sanno i tuoi genitori prima di te, quando vanno dal medico per le ecografie. Questo è quello che vediamo appena apriamo la porta (o lo stargate, mi viene da pensare) del libro: una coppia di futuri genitori è dal medico per l’ecografia di rito del nascituro.

Chiamarla ecografia è un po’ riduttivo, e lo vediamo subito: non si controlla solo lo stato di salute del bimbo e il suo sesso, ma si sa con certezza pressoché stabile quanto vivrà, e quale carattere avrà: sarà aggressivo?

Inconcludente? Empatico?

Determinato, vincente, un contributo attivo per la società?

Eh, sì, carissimi, qui siamo al 7 febbraio 91 Anno Pacis, (2180 A.D. secondo il calendario gregoriano cui siamo abituati), e il progresso è andato avanti sul serio! L’umanità ha debellato povertà, carestie, guerre, calamità naturali e non, e ora, con questa grande pace, ha ricostruito una società in cui tutti vivono bene e a lungo. Molto, molto a lungo. Talmente bene e a lungo, che si sarebbe tentati di vivere per sempre, ma questo sembra che non si possa fare… perciò, è possibile fissare la data della propria morte, che avviene in modo discreto, tranquillo. Certo, le modalità della dipartita richiamano tanto l’atmosfera che circonda il condannato, cui si concedono gli ultimi desideri, ma lo vedrete molto bene in un punto della trama, agli inizi.

Ritorniamo per un momento all’ecografia e ai futuri genitori, i coniugi Freeman. Grazie all’ausilio di una macchina speciale, se vogliamo chiamarla così, di nome Cyclop, i genitori conoscono già quasi tutto del figliolo in arrivo. Ricevono anche una notizia terribile, catastrofica. La peggiore che si possa ricevere per una società che è avanzata talmente tanto da guardare Dio negli occhi e prenderne il posto. Il loro amato figlio non vivrà molto a lungo. Solo 38 anni. Sono pochi in generale, anche secondo i nostri standard di creature non così evolute, ma a paragone degli umani del XXII secolo è veramente pochissimo. Le persone oltrepassano con disinvoltura i 100 anni, mantenendo un corpo giovane e ben funzionante, grazie agli eccezionali progressi della medicina.

Perciò, possiamo capire che questa sia veramente una tragedia.

Dal dolore dei due genitori, facciamo un salto temporale di 38 anni e conosciamo subito l’amato figlio che dovrà morire da lì a poco, Matt. Il corto. Così si chiamano gli ipoviventi, in quella società di longeve e perfette creature. Lui conosce benissimo il suo destino e non sembra essersi adattato così bene. Comprensibile, no? Sapere di essere diverso e pure di dover morire… ci aggiriamo con lui in una Venezia di quegli anni, piena di robot e creature umane longeve. Ad ogni pagina sentivo i sussurri (o i crepitii) dell’intelligenza artificiale di Kubrik in sottofondo, e una leggera sensazione di disagio.

Che poi diventa anche più forte, vedendo che Matt è sempre più incontrollabile e provoca scompiglio. In una società che ha tenuto a freno e quasi debellato l’aggressività, è strano e anche un po’ pauroso vedere qualcuno che si arrabbia e si abbandona a comportamenti impulsivi. La tensione e la curiosità aumentano: come dovrà morire Matt? I giorni e le ore passano sempre più veloci. E… continuano.

Uh, qui c’è qualcosa che non va. Matt Freeman oltrepassa la sua data di scadenza. La macchina si è sbagliata?

Non abbiamo quasi tempo di chiedercelo. Da cittadino corto e ipovivente, Matt Freeman diventa improvvisamente un’anomalia da correggere, anzi, da eliminare. A questo proposito scende in campo nientemeno che un risolutore, il gelido Hoffman, che ritiene di poterlo trattare come polvere da cacciare sotto un tappeto. Errore. Da questo momento in avanti parte un lunghissimo inseguimento per tutto il pianeta, pieno di colpi di scena, in cui Matt sfugge all’eliminazione per un pelo, più volte. All’inizio è solo, ma presto gli si affiancano altri personaggi, amici e un amore tormentato, che lo aiutano e lo supportano, anche a rischio della propria vita. E presto scopriamo che non è solo una questione personale, che coinvolge la vita di Matt, ma riguarda una verità globale. Una verità che è stata nascosta e protetta, ad altissimi costi. Una verità che è stata trattata come i vestiti nuovi dell’Imperatore della famosa favola di Andersen.

La vicenda del corto Freeman è la rotellina minuscola del complesso ingranaggio che all’improvviso s’inceppa, la voce sottile del bambino che scardina il vetro della menzogna lanciando la freccia della verità. E non è mai un evento discreto, che avviene in silenzio.

All’inizio dicevo che ero rimasta un po’ spaventata, oltre ad essere affascinata. La descrizione della società priva di guerre, malattie e tutto quello che affligge e appesantisce la vita umana è allettante ed è un bel sogno. Scoprire a quale prezzo, e quale lato oscuro nasconde, è la parte che fa più paura.

È buffo come, qualche volta, sogni e incubi finiscano per confondersi l’uno nell’altro.

 

A cura di Loredana Gasparri

https://www.delfurorediaverlibri.it

 

 

Francesco Grandis


Francesco Grandis è nato in Veneto nel 1977. Laureato in Ingegneria Elettronica, nel 2009 lascia un lavoro nel campo della robotica e parte per un viaggio intorno al mondo. Nomade digitale per alcuni anni, abbandona definitivamente l’informatica nel 2013 per dedicarsi alla scrittura, prima attraverso il blog Wandering Wil, su cui condivide la sua esperienza, poi con il libro autobiografico Sulla strada giusta (Rizzoli), infine come socio fondatore di AltreVoci Edizioni. Oggi vive in Spagna con la sua famiglia. Nel 2021 pubblica con La Corte Editore il thriller distopico The end.

 

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