Marco Vallarino
Editore: Oligo
Genere: Noir
Pagine: 172
Anno edizione: 2025

Sinossi. «Fulminanti, atroci, terribili, mozzafiato. Si potrebbero usare tutti questi aggettivi per descrivere i racconti firmati da Marco Vallarino. Piccole storie di atrocità quotidiana che oscillano fra la cronaca nera e la fantasia. Storie allucinate e allucinanti che sembrano venire dalla galassia lontana della “gioventù cannibale” del noir italiano», come scrive Luca Crovi nella prefazione. Questo libro offre una sulfurea selezione di racconti scritti in oltre vent’anni e in parte già apparsi su giornali e antologie. Trenta tigri d’inchiostro, pronte a ruggire in faccia a lettrici e lettori con storie spaventose, senza scampo. Vicende in cui l’autore si diverte a cercare l’imprevisto e l’ineluttabile, la forza soverchiante a cui è impossibile sfuggire. Sono però tigri che ruggiscono col sorriso. Per Vallarino, più che sconvolgere, è importante sorprendere e anche divertire, oltre che mettere in guardia dai tanti pericoli che ci sono là fuori.
Recensione
di
Salvatore Argiolas
“Tigri d’inchiostro” è un titolo perfetto per questa raccolta di racconti in quanto racchiude tutte le caratteristiche delle storie raccontate da Marco Vallarino.
Tanto i felini asiatici sono agili, spietati, imprevedibili e saettanti, tanto lo sono i racconti che si snodano in questa rassegna di esistenze travolte dal destino irridente e baro, che mette i personaggi rappresentati in situazioni dall’aspetto paradossale o incredibile ma poi quando si leggono certe notizie sui quotidiani si capisce che la realtà è molto più sorprendente della fantasia.
Il “fil rouge” che lega tutti i racconti è uno sguardo disincantato e cinico che riporta alla mente alcuni lavori di Patricia Highsmith, la regina del noir americano che ha saputo raccontare perfettamente le tante oscurità dell’animo umano.
Se è vero che il giallo sia una sorta di favola per adulti, dove si ricercano le chiavi di lettura per affrontare e decodificare il mondo, e che il noir sia per definizione la narrativa dell’inquietudine perché non consente il lieto fine e anche dopo aver chiuso un libro noir il turbamento permane, “Tigri d’inchiostro” è una perfetta collezione di favole noir, una più inquietante dell’altra.
Questi trenta brevi racconti, scritti in un arco di tempo tra il 2000 ed il 2012 ,esplorano il male di vivere della nostra epoca e riflettono “l’essenza del male” come scrive Luca Crovi nella prefazione e colpiscono il lettore perché non si sente estraneo a ciò che legge come avviene nei gialli classici, ma sente un’allarmante affinità con i protagonisti di queste storie intessute nella stessa sostanza di cui sono fatti gli incubi.
Un racconto molto breve ma di grande impatto è “Al passo con i tempi” dove l’anziana Elvira cocciutamente esce la notte per fare due passi malgrado nel suo quartiere diverse persone siano state uccise per rapina e che il terrore abbia reso la città paranoica e impaurita.
Nel giro di qualche frase però la prospettiva si capovolge e possiamo vedere i fatti da un punto di vista completamente differente e straniante.
L’intento di Marco Vallarino di dissacrare e sconvolgere i canoni del giallo non si ferma neanche di fronte a Babbo Natale e ai chierichetti che servono messa o davanti una partita di calcio che vale lo scudetto perché il noir è anche sublimazione dell’irrazionale, dove si respira aria di pessimismo e di predestinazione.
Tra l’inizio e la fine di queste favole nere si attraversa un prisma che capovolge l’assunto iniziale che presuppone un andamento lineare ma poi c’è lo scarto, la mossa del cavallo che sorprende e sconcerta come in “Liberazione sommaria” dove il novantenne Felice, ex partigiano litiga sempre con il nipote Filippo che reputa uno smidollato e con cui litiga spesso e volentieri.
Filippo ha in mente un disegno criminale che però non avrà la conclusione che il giovane si aspetta in quanto “il mondo è piccolo ma anche molto cattivo”, come dice Klaus Kinski in “Per qualche dollaro in più”.
Insomma la cifra stilistica di “Tigri d’inchiostro” è improntata all’anticonformismo e all’originalità che però diventa anche la narrazione del possibile che, a pensarci bene, è più realistica di tanti romanzi che paiono credibili ma sono implausibili, reggendosi solo su cliché e su situazioni stereotipate.
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Marco Vallarino
Imperia 1977. scrittore e giornalista, ha pubblicato decine di racconti per quotidiani, riviste, antologie e il romanzo “Il cuore sul muro”. Scrive per la pagine culturali di vari periodici tra cui “Il Secolo XIX” è inoltra autore di videogiochi testuali, opere di narrativa interattiva penate per avvicinare i giovani alla lettura e scaricabili dal sito MarcoVallarino.it Vincitore e finalista di premi letterari, ha scritto storie anche per il cinema e il teatro.