Debito di sangue




Il film di Eastwood rende giustizia a uno dei romanzi più belli di Connelly

a cura di Antonia del Sambro

 

 


Regia di Clint Eastwood. Un film  con Clint Eastwood, Jeff Daniels, Dylan Walsh, Wanda De Jesus, Anjelica Huston, Tina Lifford. Cast completo Titolo originale: Blood Work. Genere PoliziescoUSA, 2002, durata 110 minuti.

 

 

Nella pellicola girata e interpretata da uno dei capisaldi del cinema americano di tutti i tempi il romanzo di Connelly viene quasi rispettato alla lettera.

La trama si snoda sotto l’occhio dello spettatore molto simile a quella che un lettore del romanzo si era prefigurata e Eastwood proprio non la sente di dare vita a un thriller poliziesco e basta. E infatti onora il lavoro dello scrittore giocando abilmente sulle scene di azione pura e su quelle di riflessione e dialogo, dove la tensione emotiva e psicologica sono anche più forti e meglio rappresentate.

Insomma Eastwood gira e interpreta Debito di sangue perché è evidente che si è lasciato affascinare moltissimo dalla trama del libro di Connelly, tanto da infischiarsene se lui non assomiglia affatto al protagonista del romanzo. E questa è forse l’unica licenza personale che si concede rispetto allo scrittore.

Per il resto la bellezza del lavoro di Connelly traspare dalle sequenze girate in esterno, dove l’ex agente dell’FBI con un cuore nuovo di zecca trapiantato da una giovane messicana ammazzata da un killer feroce, fa ancora le indagini alla vecchia maniera.

Va di persona a interrogare i sospettati, rimette a posto la sua barca nel porto, e si muove per tutta la pellicola come se sapesse già di poter acciuffare il colpevole da un momento all’altro. E qui, nonostante le buone intenzioni di Eastwood nei confronti di Connelly, fa un errore che in ogni buon libro giallo non si fa mai. Fa intuire agli spettatori che il finale sarà a suo favore. Che il cattivo verrà punito e che le scene di suspense sono solo per allungare il tempo cinematografico.

Certo il film rimane bello perché è girato con passione e con talento e se a qualcuno non piace leggere ma solo andare al cinema è certamente un thriller di grande impatto ma per chi ha letto il romanzo questa sicurezza da agente investigativo pronto a catturare il killer un po’ destabilizza.

Naturalmente il regista può permettersi dettagli e inseguimenti che sul grande schermo rendono meglio. Può dare vita fisica alla coprotagonista del film, la sorella della vittima di cui l’investigatore ha il cuore, e renderla più bella e affascinante di quanto l’avesse descritta Connelly e può perfino far finta di essere così irresistibile come il personaggio del libro.

Tanto che in barba alle convenzioni sociali Clint si spoglia e fa sesso coinvolgente perché così è scritto nel romanzo e lui non si vuole tirare certo indietro.

Insomma, i lavori alla fine risultano entrambi buoni.

Connelly ha scritto una trama che regge in ogni suo aspetto e Eastwood ha cercato di attenersi a essa il più possibile; poi è sempre gusto personale. A volte chi legge preferirebbe immaginarsi i protagonisti a suo modo e se si trova sullo schermo un settantenne seminudo che seduce senza ritegno forse si mette a ridere che per un thriller emotivo non è proprio il massimo.

A parte questo il film ha intascato milioni di dollari. E la si può chiudere qui.


 

Debito di sangue

 

cast:
Dylan Walsh, Paul Rodriguez, Tina Lifford, Wanda De Jesus, Anjelica Huston, Jeff Daniels, Clint Eastwood


regia:
Clint Eastwood


distribuzione:
Warner Bros. Pictures


durata:
110′


produzione:
Warner Bros. Pictures, Malpaso Productions


sceneggiatura:
Brian Helgeland


fotografia:
Tom Stern


scenografie:
Henry Bumstead


montaggio:
Joel Cox


costumi:
Deborah Hopper


musiche:
Lennie Niehaus

 

 

TRAMA: Terry McCaleb è un attempato detective dell’FBI ossessionato da un pericoloso serial killer che lo sfida lasciando messaggi. In un inseguimento col suo nemico McCaleb viene colpito da infarto. Due anni dopo subisce un trapianto di cuore. Non fa in tempo a ristabilirsi dall’intervento che una donna, Graciella Rivers, riesce a convincerlo di occuparsi dell’omicidio della sorella. McCaleb, ormai in pensione, accetta il caso perché il cuore che gli permette ora di tornare ad una vita quasi normale è proprio quello di quella donna, vittima di un rapinatore di un minimarket.

Contro le raccomandazioni del medico curante, l’ex agente dell’FBI si getta anima e corpo nell’indagine, sfruttando le proprie amicizie nella polizia. Il caso della donna è da collegarsi all’omicidio di un uomo in circostanze analoghe avvenuto due settimane prima. Dopo aver seguito numerose false piste, McCaleb scopre che il legame tra i due assassinati sta nel fatto che entrambi erano donatori di sangue, ed entrambi avevano un gruppo sanguigno non comune, lo stesso suo. Ristudiando le modalità dei delitti, tutti e due filmati da telecamere di sorveglianza, giunge alla conclusione che l’assassino ha con ogni probabilità voluto uccidere sapendo che la vittima avrebbe potuto donare il proprio cuore ad una persona in attesa di trapianto e con lo stesso gruppo sanguigno.

Così McCaleb, unendo un ulteriore indizio legato al codice che il serial killer da lui braccato usava lasciare, scopre con molta amarezza che la persona che sta cercando è Buddy, un uomo diventato suo grande amico, dopo che è andato ad abitare nella barca vicino alla sua. L’assassino, che viveva del dualismo con l’agente, ha temuto per la sua vita, al punto da assumersi il compito di provvedere a salvargliela, per poi ricominciare il gioco del gatto col topo. Liberati Graciella e suo nipote dalle grinfie di Buddy Noone, che li aveva rapiti, McCaleb giustizia il serial killer che in punto di morte gli ricorda di averlo salvato. Quindi con la donna, e con il bambino figlio di colei che è stata uccisa per salvarlo, ricomincia una nuova vita.