(di Federica Gaspari)
Federica cerca di rispondere a questa domanda per noi.
(“Il cliente” John Grisham, pubblicato in Italia da Mondadori)
(id. di Joel Schumacher con Susan Sarandon, Tommy Lee Jones, Mary-Louise Parker, Anthony La Paglia, J.T. Walsh, Brad Renfro, William H. Macy, 119′, USA, 1994)
John Grisham. Un nome e un cognome che sono sinonimo di legal-thriller, fortunata branca del genere thriller che si avventura tra le dinamiche giudiziarie legate a crimini. L’autore di Jonesboro, con un curriculum che vanta quasi quaranta titoli di successo, a partire dal 1988 si è imposto sulla scena internazionale con avvincenti narrazioni che hanno regalato un nuovo fascino alla professione dell’avvocato, ponendo quasi eroicamente al centro dell’azione questa figura. I romanzi di Grisham hanno trovato fortuna anche sul grande schermo grazie a valide trasposizioni cinematografiche capaci di intrigare e coinvolgere il grande pubblico.

Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario della pubblicazione statunitense de Il Cliente, quarto libro di Grisham, che, giocando con ruoli insoliti e dettagli dell’immaginario sociale dell’entroterra a stelle e strisce, racconta una storia fuori dagli schemi e caratterizzata da una forte componente umana. Solo un anno dopo l’uscita nelle librerie, nel 1994, venne distribuito l’omonimo film diretto da Joel Schumacher e interpretato da Susan Sarandon, una delle attrici più apprezzate degli anni Novanta e non solo. Le parole e le riflessioni del romanzo hanno trovato la stessa potenza anche su celluloide?

L’età più innocente e ingenua si scontra bruscamente con intrighi criminali ben organizzati e occultati quando l’undicenne Mark Sway assiste al suicidio di un avvocato con legami con il temibile boss mafioso Barry “La Lama” Muldanno. Il ragazzo, già segnato da un’esistenza di stenti e difficoltà, diventa il custode di un terribile segreto riguardante l’omicidio di una figura di spicco del mondo della politica. La vita del piccolo ma determinato Mark è a rischio tra minacce della malavita e procuratori arrivisti disposti a tutto pur di strappargli una confessione. Una giovane ma coraggiosa donna sembra essere l’unica persona che ha a cuore la situazione dell’undicenne: l’avvocatessa Reggie Love cercherà in ogni modo di proteggere Sway.

Il romanzo di Grisham è animato da personaggi vivaci, dinamici e ben caratterizzati. La cura mai eccessiva con cui lo scrittore introduce, capitolo dopo capitolo, le particolarità di ogni pedina in gioco è un ottimo punto di partenza per una trasposizione cinematografica. Nonostante la genuinità del materiale di partenza, il passaggio sul grande schermo si rivela sempre un’operazione delicata che deve conservare e valorizzare, anche con le giuste sfumature più cupe, quell’atmosfera familiare e accogliente tipica dei libri di questo autore di successo. Solo un regista come Joel Schumacher, reduce dall’ottima incursione nel mondo thriller di Un giorno di ordinaria follia, con il suo animo discusso ma estremamente incisivo, poteva accettare questa sfida.
La scelta dell’interprete protagonista rispecchia la volontà di rispettare lo spirito del bestseller tanto amato da milioni di lettori. Nei panni di Mark Sway, infatti, vi è un giovanissimo Brad Renfro, nato in Tennessee – ambientazione originaria della storia – al debutto davanti alla cinepresa a soli dodici anni. L’inesperienza dell’esordiente regala potenza a un personaggio che entra subito in sintonia con lo spettatore, che si appassiona ai suoi continui alti e bassi.
La prima ammirevole volta sotto i riflettori di Renfro lascia intuire la vera carta vincente di questo film: un cast di ottimo livello in cui esordienti e neofiti trovano il giusto equilibrio e legame con interpreti più affermati sulla scena internazionale. Al fianco del giovanissimo attore di Knoxville si stagliano, così, nomi altisonanti come quello del granitico Tommy Lee Jones, volto dell’agguerrito procuratore il cui soprannome – Reverendo – è una garanzia, e quello di Susan Sarandon.

L’attrice newyorkese, in particolare, impersona una figura forte, in grado di affrontare tutto e tutti con la sua grandissima forza di volontà, allenata e scolpita da un passato difficile e ancora doloroso. La Sarandon è stata candidata a un Oscar per questo ruolo energico ma delicato. La statuetta si è concretizzata solo l’anno seguente con Dead Man Walking ma Reggie Love è rimasta nei cuori di spettatori appassionati di questo genere e non solo.

A questo punto, forse, è spontaneo chiedersi se Il Cliente abbia saputo soddisfare le aspettative dei lettori. La risposta è semplice e solidamente positiva. Non c’è da stupirsi, considerando che lo stesso Grisham ha seguito pagina per pagina la stesura della sceneggiatura della coppia Getchell-Goldsman garantendo un risultato all’altezza delle attese dei fan. Il film, però, riesce a superare un lavoro già ammirevole sulla carta.
Sotto l’imperturbabile regia di Schumacher, la trasposizione cinematografica riesce a uscire dalle rigide impostazioni da legal drama, mostrando un’attitudine universale capace di raccontare le storie di ogni personaggio nella loro completezza umana, ricca di fragilità, crepe e, soprattutto, emozioni vitali.
E guai a chi dice, a priori, è meglio il libro: ecco una delle eccezioni!