Trilogia della pianura




 A cura di

Valeria Martellotti


 

Canto della pianura – Siamo ad Holt, Colorado. Tom Guthrie, insegnante di storia al liceo locale, vive con i suoi due figli, Ike e Bobby in una fattoria. Sua moglie Ella soffre di depressione e sta pensando di lasciarlo. Victoria Robideaux, studentessa sedicenne nel liceo di Holt dove insegna Tom, scopre di essere incinta e viene cacciata di casa dalla madre alcolizzata e rancorosa per essere stata a sua volta abbandonata dal marito. Grazie all’aiuto di Maggie Jones, un’insegnante, Victoria viene accolta nella fattoria dei fratelli Mcpheron, Raymod e Harold, due cowboy di poche parole e grande dignità poco inclini ai rapporti umani e abituati a prendersi cura solo del loro bestiame.

 

 

Crepuscolo – Secondo volume della trilogia della pianura. Siamo di nuovo ad Holt, Colorado. Sono passati alcuni anni e Victoria Robideaux frequenta il college a Fort Collins. I fratelli Mcpheron si vedono riconsegnare le loro vite solitarie di una volta, scandite dalle stagioni, dalla cura degli animali e dalle telefonate settimanali di Victoria divenuta ormai una di casa. Vecchie e nuove conoscenze entrano a riempire il vuoto lasciato dalla ragazza. Tom Guthrie e i suoi figli prestano lavoro in fattoria per la marchiatura del bestiame e per la nascita di nuovi vitelli. DJ, un bambino orfano che vive col nonno e se ne prende cura come un adulto, troverà in Raymond Mcpheron un buon amico. Luther e Betty Wallace abitano in una roulotte scalcinata in Detroit Street insieme ai figli Joe Rae e Ritchie e sono costantemente seguiti dai servizi sociali. La figlia maggiore di Betty, Donna, è già stata data in affidamento e Rose Tyler, l’assistente sociale della contea, assiste impotente alla sfacelo della famiglia.

 

 

Benedizione – Dad Lewis è l’anziano protagonista di questo ultimo libro che compone la Trilogia della pianura. E’ molto malato e consapevole che questa sarà l’ultima estate che passerà con la moglie Mary e la figlia Lorraine, venuta a posta dalla città per assisterlo. Seduto in veranda trascorre i suoi ultimi mesi di vita in compagnia delle sue vicine di casa. Le Johnson, madre e figlia tornate da poco a vivere insieme. Berta May anziana signora che si prende cura della nipotina Alice rimasta orfana. Il reverendo Lyle assegnato alla comunità di Holt dopo essere stato allontanato da Denver per le sue omelie pacifiste. Dad fa un bilancio della sua vita, mentre il suo sguardo si perde verso la campagna amata. Uomo dall’onestà inflessibile, titolare di una ferramenta in Main Street, benvoluto e stimato dalla comunità, Dad ripercorre gli anni passati in cerca di pace ma a tornargli in mente sono soprattutto le scelte sbagliate fatte a causa del suo rigore caratteriale. Il commesso licenziato in tronco sospettato di aver rubato piccole somme e soprattutto l’allontanamento da casa di suo figlio Frank colpevole di essere omosessuale.

 

 

La prima cosa che consiglierei a chi si accinge a leggere la Trilogia della pianura di Kent Haruf è di farlo con delicatezza, in punta di piedi. Nello stesso modo in cui l’autore entra nella vita degli abitanti di Holt, cittadina immaginaria del Colorado, spazzata da venti freddi e coperta da ghiaccio in inverno, grigia e secca in estate.
I suoi abitanti sono perlopiù persone semplici allevatori, contadini. Conducono una vita monotona, fatta di azioni ripetute fino allo sfinimento. Sono abituati alle asprezze della vita, a volte rassegnati sempre pieni di dignità.
Viene subito da pensare che Haruf conosca bene questa vita. E’ figlio di un pastore di Pueblo, Colorado.
I tre romanzi ricalcano probabilmente il suo vissuto personale. Lo rivelano la chiarezza e la sincerità con le quali si snoda il racconto. E’ forte ed evidente l’attaccamento alla terra e alle proprie origini rurali tanto che l’autore lo trasmette anche ai suoi protagonisti.
Le storie di Haruf sono tutte molto semplici da raccontare ma molto più difficili da elaborare.
La scrittura nuda, affilata, schietta e senza fronzoli rispecchia fedelmente il carattere degli abitanti di Holt, uomini e donne onesti ma di poche parole, capaci, al bisogno, di gesti di grande umanità.
Forse è proprio questo l’ingrediente segreto che ci fa amare questo autore e la sua splendida trilogia. Ringrazio la sorte di averli messi sulla mia strada.

 

 

Kent Haruf


Uno degli scrittori americani più conosciuti e apprezzati, Kent Haruf nacque a Pueblo (Colorado) nel 1943. Laureatosi nel 1965 presso la Nebraska Wesleyan University, trascorse i due anni successivi come insegnante di inglese per i bambini delle scuole medie nel corpo di pace in Turchia. Nel 1973 presentò domanda alla prestigiosa Writers Workshop presso l’Università di Iowa e, sebbene non fosse stato subito ammesso, riuscì ad entrare e proseguire nella carriera d’insegnante. Morì il 30 novembre 2014 in Colorado, all’età di 71 anni, a causa di una malattia polmonare. L’autore ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award e la menzione speciale da parte della PEN/Hemingway Foundation. La sua fama di scrittore è ben nota dalla Trilogia della Pianura, tradotta da Fabio Cremonesi e pubblicata dalla NN Editore, che è costituita da Il canto della pianura (1999), Crepuscolo (2004) e Benedizione (2013), grazie ai quali ha partecipato come finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, al New York Book Award e al Folio Prize e vincendo al Colorado Book Award con Crepuscolo.