Recensione di Marina Mourassut


Autore: Claudia Piñeiro

Traduttore: M. Finassi Parolo

Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa / Thriller-Noir

Pagine: 142

Anno pubblicazione: 2013

Buenos Aires. Inés, moglie di Ernesto – irreprensibile dirigente di successo -, trova per caso nella ventiquattrore del marito un biglietto d’amore scritto con il rossetto e firmato “Tua”. Una sera decide di seguirlo fino al parco Bosques de Palermo dove lui e la sua amante si sono dati appuntamento. Iniziano a discutere, lui la spinge violentemente, la donna cade, sbatte la testa contro un sasso e muore. Inés torna a casa ben decisa a fare il possibile per coprire il marito, salvare le apparenze e il matrimonio. “Tua” è un thriller psicologico vertiginoso, che incalza il lettore fin dalle prime righe: un meccanismo a orologeria che non risparmia colpi di scena sorprendenti. Il terribile ritratto in giallo di una normale famiglia borghese.

RECENSIONE

Romanzo ferocemente ironico che mette in evidenza le idiosincrasie, le debolezze e le bassezze tanto degli uomini che delle donne, imbastito su un’impalcatura che, piano piano, da noir si trasforma, nelle ultime pagine, in un folle thriller, capitanato da Inés, la moglie dell’ambitissimo Ernesto, imprenditore di successo.

Tua: titolo del romanzo, lettera d’amore segreta dell’amante del marito Ernesto, è anche la dichiarazione di amore possessivo di una moglie nei confronti del proprio marito, anche quando, dopo anni di stagnante matrimonio, la coppia potrebbe discutere apertamente di una separazione consensuale… visti gli oramai stanchi maneggi sia a livello sessuale che di rapporti interpersonali e familiari. L’inizio del romanzo è, in questo senso, al contempo esilarante e di una lancinante ironia intrisa di tristezza:

“Arrivo alla sera stanca morta. Non sembra, ma le faccende domestiche – se vuoi che tutto sia perfetto – ti sfiniscono…”.

E ancora:

“Eppure una donna lo sa, se tuo marito non ti cerca per tanto tempo… non so, si sentono tante cose. Io non gli faccio certe domande, dopotutto ho due occhi per vedere e una testa per pensare.”

E per ultimo:

“Lui non mi ha mai fatto mancare niente… Il sesso ritornerà quando sarà il momento: ho tante cose belle, non devo fissarmi sull’unica cosa che mi manca. E poi non siamo mica negli anni sessanta, ormai sappiamo che ci sono cose importanti come e più del sesso.”

Un romanzo giocato tutto sulla voce della moglie Inés, con solo a tratti qualche intervento diretto del marito Ernesto, gran lavoratore, tanto che spesso rientra tardi la sera. La protagonista una sera lo segue e lo trova letteralmente imboscato con la di lui segretaria. Un litigio tra i due e malauguratamente la segretaria, spinta dal marito, cade e muore.

Da qui in avanti, un esilarante ma anche ferocissimo ritratto di una moglie che, di nascosto dal marito, vuole proteggerlo anche da se stesso, visto che in realtà, secondo il suo personalissimo punto di vista, in realtà la segretaria è morta… di morte accidentale! Da qui in poi, per questa moglie fuori dall’ordinario le cose si complicano in modo inaspettato, dovendo nascondere l’omicidio alla polizia e alla nipote della segretaria, che oramai da qualche giorno non dà più notizie di sé.

In mezzo a tutto questo, tra inseguimenti da telefilm e detective improvvisati, con scene esplosive di pulizie di oggetti incriminanti e travestimenti, c’è anche la vita della figlia di questa coppia.

Una ragazzina un po’ lasciata a se stessa e con problemi più grandi di quelli che dovrebbe affrontare alla sua età, con amici che si divertono e che scaricano le proprie responsabilità con vile codardia e con genitori moderni impegnati più con la propria vita personale che con la propria responsabilità genitoriale.

La parte finale del romanzo è un noir – thriller folle e fuori dai canoni classici.

Insuperabile nelle descrizioni, non resta che seguire le avventure che l’autrice disegna con mano sicura per questa donna figlia del suo tempo, della sua cultura e delle usanze e tradizioni – in tutto e per tutto fuori dagli schemi della tipica casalinga – e che si sente in dovere di proteggere il marito, a discapito di tutto e tutti, anche di se stessa, pur di salvare la sua personalissima visione di un mondo familiare perfetto.

Ironico, istrionico, divertente! Con l’amaro che persiste quando ci si riconosce in alcune delle caratteristiche che l’autrice dipinge addosso a ciascuno di questi indimenticabili personaggi!

Claudia Piñeiro


È nata a Buenos Aires nel 1960. Scrittrice, drammaturga, sceneggiatrice, ha vinto numerosi premi, tra i quali il Premio Clarin nel 2005 per il romanzo Le vedove del giovedì (il Saggiatore, 2008), poi adattato al cinema da Marcelo Piñeyro nel 2009. Con Feltrinelli ha pubblicato Tua (2011), Betibú (2012), La crepa (2013), Un comunista in mutande (2014), Le vedove del giovedì (2015) e Piccoli colpi di fortuna (2016). Con La crepa si è aggiudicata il Premio Sor Juana Inés de la Cruz 2010, un premio messicano che riconosce l’eccellenza del lavoro letterario delle donne latinoamericane di lingua spagnola, in precedenza vinto anche da Almuneda Grandes, Marcela Serrano e Gioconda Belli.
 

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