Tutto il villaggio lo saprà




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Fabio Girelli

Editore: Fabio Girelli

Serie: Andrea Castelli #1

Genere: Giallo

Pagine: 155 p., R

Anno di pubblicazione: 2015

 

 

 

 

Sinossi. Una sostituzione di cadavere al Museo Egizio, un feticcio incomprensibile e i sotterranei di Torino. A pochi giorni dall’esposizione della Sindone il commissario Andrea Castelli si ritrova per le mani un’indagine che nessuno prende sul serio, un brutto scherzo che assomiglia a una crepa. La crepa che annuncia il crollo di una diga. E, mentre il suo cuore è diviso tra un transessuale brasiliano e una timida assistente, inizia la sua corsa contro il tempo. Sullo sfondo di una Torino solare e sotterranea insieme, tra sequestri di persona e antiche superstizioni, si snoda una vicenda ambigua, inafferrabile, in cui verità e menzogna si confondono e dove l’amore diventa l’unico rimedio possibile. Ma irraggiungibile.

 

 

Recensione

Meglio avere rimorsi che rimpianti, tanto con il tempo ci si abitua a tutto.”

Quando mi trovo ad affrontare un autore nuovo e soprattutto un personaggio a me sconosciuto, la prima cosa di cui sento il bisogno è trovare un aggancio che mi permetta di entrare in empatia con lui, poiché se non si crea quel legame sottile che in qualche modo ti avvicina ad una storia e ai suoi protagonisti, leggere non ha senso. Io devo dare il giusto rispetto al libro, ma a lui chiedo di trasmettermi qualcosa che mi invogli a sfogliarne le pagine, a farmi sentire la sua mancanza quando non posso fermarmi a leggere e regalarmi emozioni parola su parola quando siamo assieme.

Non sempre è così semplice, anche perché ognuno di noi, o almeno per me è così, vive una specie di chiusura nei confronti delle novità, data anche dalla pigrizia di sforzarmi nel fare amicizia con nuovi autori. Leggere ciò che già si conosce non ci obbliga ad allargare i nostri orizzonti, sappiamo cosa aspettarci e raramente abbiamo sorprese spiacevoli.

Fabio Girelli e il suo commissario sono stati per me una piacevole novità.

Partiamo dal contesto. Il tutto accade in una Torino blindata per l’imminente visita del Santo Padre alla città e il conseguente passaggio nel famoso Museo Egizio.

Il commissario viene chiamato a svolgere il suo incarico proprio in questo luogo che è pregno della storia e della cultura di una delle popolazioni più affascinanti del mondo, per verificare quella che viene definita una “sostituzione di cadavere”. Al posto di una famosa mummia, all’interno di un sarcofago viene trovata la statua lignea della Madonna e oltretutto, dalle scapole di quest’ultima, scendono due ali di uccello che le sono state incollate, ancora sporche di sangue.

Davanti a questo spettacolo raccapricciante, quello che agli occhi dei più apparirà solo come uno scherzo di pessimo gusto, ad Andrea Castelli farà sorgere qualche dubbio e una sensazione di indefinito che potrebbe condurre a qualcosa di ben più nefasto.

Purtroppo però non è lui il più alto in grado e il questore capo che non lo stima, tanto da considerarlo un ignorante, da subito archivierà il fatto come una stupidaggine e a sua volta invece lo incaricherà di occuparsi della sicurezza del museo fino al passaggio del Papa, imponendogli inoltre di tralasciare tutto il resto.

A questi fatti fin qui esposti, possiamo aggiungere un direttore del museo che dimostra di non avere rispetto per il prossimo, una segretaria che farà girare la testa al commissario e una ragazza scomparsa che nessuno, o quasi, vuole prendere sul serio… oh, stavo per dimenticare Georgine, una splendida trans.

Messi assieme, tutti questi fatti si amalgameranno per dare origine a un bel giallo che in questo primo capitolo della serie affronterà un’indagine e introdurrà un nuovo personaggio nel panorama letterario italiano, Andrea Castelli, nato nelle Langhe ma da anni domiciliato a Torino per lavoro, un uomo che si presenterà a noi con le sue false sicurezze e le sue reali fragilità, in un momento che per lui sarà di profonda transizione emotiva.

Una persona che giunta alla soglia della quarantina comincia a mettersi in discussione e a rendersi conto che forse non ha mai voluto guardarsi allo specchio per vedersi e accettarsi veramente per quello che è. Sicuramente l’autostima non è il punto forte di Castelli che se possibile fa di tutto per rendersi ridicolo, o forse non gliene importa nulla.

È comunque un altruista e un idealista a dispetto di ciò che mostra agli altri. Lui rimugina sulle cose, magari si comporta o reagisce come gli altri si aspettano ma poi il suo cervello macina, pensa, si fa domande e non si ferma…

Sesto senso e una sensibilità diversa nel percepire le cose fanno di lui un buon poliziotto.

Ha un intuito sopraffino e una memoria invidiabile. È un lettore onnivoro e vorace (forse anche per questo mi è da subito diventato simpatico) e incamera le informazioni nella sua testa senza un ordine preciso. Ma quando è il momento l’input giusto esce dalla sua bocca e porta chiarezza dove c’è il nulla.

Quando è nervoso, nelle situazioni più impegnative e soprattutto dove il cuore palpita a un ritmo impazzito, dalla sua bocca escono versi di poesie studiate in gioventù.

O natura, o natura

perché non rendi poi

quel che prometti allor? Perché di

tanto

inganni i figli tuoi?”

(A Silvia – G. Leopardi)

 

Beh, devo dire che sfogliando queste pagine di versi ne ho letti molti, che il suo cuore abbia bisogno di un buon cardiologo?

Al commissariato c’è anche chi lo rispetta come il suo amico ispettore Giordano. Che poi amici, diciamocelo, lui non ne ha e questo è quello che più gli si avvicina.

C’è un’unica cosa sulla quale proprio non mi sono trovata in sintonia con lui. Il caro commissario non ama assolutamente una serie tv in particolare, mentre per me la domenica sera modello autunno-inverno è sacra: cena a base di minestrina per stare più leggera, patatine in sacchetto perché la minestra è troppo poco e assolutamente NCIS. Ma nonostante tutto, Castelli non mi è diventato meno simpatico!

Questo è un giallo con all’interno qualche sprazzo d’ironia ma contornato anche da tanta amarezza, perché la vita in fin dei conti è proprio così, momenti belli e momenti brutti che si incontrano e si scontrano. Sta a noi riuscire a godere appieno di quel po di bello che arriva sul nostro cammino.

A presto Castelli e a voi dico buona lettura!

 

 

Fabio Girelli


Fabio Girelli: nato a Biella nel 1980, è laureato in Lettere moderne. Ha pubblicato i thriller Tutto il villaggio lo saprà, Marmellata di Rose (Premio Micro-editoria italiana 2014), tradotto in spagnolo, e L’autore. Per Piemme è uscito l’e-book Il bacio della velata.
È tra i fondatori di Torinoir, associazione torinese per la diffusione del genere giallo/noir legato al capoluogo piemontese. Ne fanno parte, tra gli altri: Enrico Pandiani, Massimo Tallone, Giorgio Ballario, Patrizia Durante.

 

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