Uccide




Giulio Alfredo Galetti

Sebastiano Ruiz Mignone


Editore: Frilli Frilli Crime

Collana: Frilli Crime

Genere: Noir

Pagine: 240

Anno edizione: 2024


Sinossi. Estate. Su una piccola isola greca del Dodecaneso si suppone che arriverà un serial killer che da anni, in agosto, uccide donne bellissime. L’assassino ammazza sempre la notte di San Lorenzo, quando cadono le stelle. L’Interpol, questa volta, è certa di aver individuato in Lipsi l’isola dove colpirà e invia una squadra di otto uomini di diverse nazionalità, tra cui Alex Cordi, un funzionario di P.S. genovese, sessantatreenne e prossimo alla pensione. Tutti attendono l’arrivo del folle serial killer senza, però, sapere chi sarà e intanto la temuta notte si avvicina. L’isola è piena di turisti in vacanza, ma ce n’è uno che non è venuto soltanto per godersi il meraviglioso mare blu delle isole greche del Dodecaneso.

Qualcuno va in vacanza per uccidere la noia.

Qualcuno va in vacanza per uccidere lo stress.

Lui ci andava per uccidere qualcuno.”

 Recensione di Loredana Cescutti


Ero curiosissima di leggere questa nuova linea chiamata Frilli Crime, che si contraddistingue per l’internazionalità dei luoghi, con una casa editrice che fino a ora con le sue storie era sempre rimasta entro i confini dell’Italia e addirittura, ne aveva fatto proprio una caratteristica fondamentale dei suoi romanzi: la territorialità nazionale.

“Guarda, una stella cadente…

… È la notte di San Lorenzo, ce ne saranno tante altre…

… Questa sarà l’ultima stella della tua vita, le aveva sussurrato all’orecchio destro, un istante prima di assestarle una coltellata rapida e violenta…”

Con questo romanzo, infatti, si vola direttamente in Grecia, nell’arcipelago del Dodecaneso, precisamente a Lipsi, un’isola piccolissima che diventerà protagonista di questo thriller dove, a scandire il tempo, ci sarà il fenomeno delle Perseidi, le stelle cadenti di San Lorenzo.

“Con un po’ di fantasia, Lipsi sembrava un pipistrello con le ali dispiegate nell’atto di piombare sulla preda.”

L’isola è raccontata talmente bene, che si riesce a viverla in toto, sia per tempi, che per profumi, colori, immagini e caratteristiche dei luoghi.

È la protagonista assoluta e ne emerge anche la passione con cui è stata raccontata fra viuzze, spiaggette, salite nascoste, squarci incredibili.

La trama è assolutamente thriller, all’ultimo respiro o, meglio, all’ultima stella.

Un serial killer in un’isola dove non accadeva mai nulla gli appariva come qualcosa di improbabile ed estremamente dubbio.”

Per quanto riguarda i personaggi, che sono parecchi fra protagonisti e figure di contorno, alcuni risaltano da subito per le loro peculiarità e la simpatia, altre proprio ti conquistano di primo acchito.

Poi ovviamente vi è anche chi, da subito, sa mostrarsi per quello che è ovvero decisamente antipatico, arrogante e privo di empatia e, ancor peggio, non fa nulla per riabilitarsi, né agli occhi della storia, né a quelli del lettore che proverà un’antipatia crescente nei suoi confronti fino alla fine.

Immagino, comunque, che sia stata una scelta voluta degli autori, nel tentativo di realizzare la figura di disturbo necessaria a dar corpo a tutte le dinamiche che poi ne sono scaturite.

“Le scelte prese hanno delle conseguenze.”

La squadra è composta sicuramente da un bel miscuglio di caratteri assolutamente diversi fra loro ma colui che, secondo me, emerge è proprio Alessandro Cordi, il genovese alle porte della pensione.

Una figura assolutamente carismatica, che da subito ti arriva, si racconta attraverso la memoria e anche se non è perfetto, ti colpisce e quando lo ritrovi fra le pagine, finisci per parteggiare sempre per lui, nonostante il passato dal quale lui stesso non riesce a darsi un’assoluzione.

A tal proposito, non mi dispiacerebbe ritrovarlo, magari in una serie che ripartendo dai suoi trascorsi gli dia la possibilità di farsi conoscere meglio dalle origini, perché difetti a parte, è apparso come la figura con maggiore umanità nella storia.

“La caccia era il momento migliore, e la selezione della preda era l’attività che lo occupava piacevolmente per almeno un paio di giorni.”

E poi c’è il killer

“Ogni volta che la canzone riemergeva dentro di lui si sentiva come in uno stato di paura, tormentato, ma poi questo strano dono finiva per affascinarlo. La musica arrivava all’improvviso e all’improvviso se ne andava… La sua mente era come una sala da ballo vuota, all’inizio di ogni estate, allorquando il particolare dono si manifestava fino a diventare ossessivo… 

… Poi il tredici agosto del 2004 aveva scoperto come placare quell’ossessione: c’era solo un modo… uno solo.”

L’indagine è complicata, le errate convinzioni saranno molte, il colpo di scena finale risulta gradevolmente inaspettato, lasciando così il lettore in balia di momenti concitati che andranno a chiudersi solo all’ultimo momento.

A tener banco per l’intera storia anche l’arrivismo politico, attraverso i giochi di ruolo delle figure più alte in grado all’interno dell’Interpol, che andranno a mostrare una faccia assolutamente negativa della giustizia, che spesso per perseguire obiettivi personali dei singoli, rischia di mettere a repentaglio la vita dei colleghi e delle vittime.

Ho trovato molto interessanti anche i diversi approfondimenti criminologici e di profiling legati a vicende del passato, affrontate con dovizia di dettagli e molta cura per voce di alcuni dei protagonisti.

Buona lettura!

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Giulio Alfredo Galetti, Sebastiano Ruiz Mignone


Giulio Alfredo Galetti: milanese classe 1955, ha un passato da manager di multinazionali che lo hanno condotto in molti paesi diversi, attraversandone gli spazi e le culture. Per vari anni è stato direttore di Radio Radicale di Torino. Le sue conoscenze in ambito di security e di reti informatiche gli hanno fornito un solido background per rendere credibile la sua prima opera: La Trilogia del Professore, 3 volumi da 333 pagine che narrano in chiave noir le vicende dell’undicesimo uomo della strage di via Fani. La sua ultima opera, scritta a quattro mani con Sebastiano Ruiz Mignone, mantiene l’impronta del thriller con una descrizione d’ambiente accurata che lo accomuna a Sebastiano con il quale condivide l’esperienza unica di abitare a Lipsi, la più bella isola del Dodecaneso.

Sebastiano Ruiz Mignone: nasce a Santo Stefano Belbo, un paese delle Langhe, il 7-12-1947, ma è torinese di adozione. Insegnante di Lettere, pittore e sceneggiatore di cinema e televisione. Diviene scrittore per ragazzi con il libro Guidone Mangiaterra e gli Sporcaccioni col quale vince il Premio Andersen e altri Premi tra cui il Premio Cento e un secondo Andersen. Ha pubblicato oltre cento libri con i maggiori editori italiani ed esteri. I suoi volumi sono editi in una quindicina di paesi stranieri (Francia, Germania, Brasile, Corea, Spagna, Turchia, Grecia…). Preferisce il genere umoristico, avventuroso e surreale ma, a volte, scrive storie di maggiore impegno con temi come la malattia, la vecchiaia e la morte. In questi ultimi anni si dedica anche a noir e thriller, tra cui Questa ferita dove muore il mare (Editore Flaccovio).