Un appartamento…



un appartamento a parigi musso

Recensione di Ilaria Madau


Autore: Guillaume Musso

Editore: La nave di Teseo

Pagine: 429

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2017

 

 

 

 

Il romanzo “Un appartamento a Parigi” è un libro di cui consiglio fortemente la lettura, in quanto è avvincente ed interessante al punto giusto.

Lo stile narrativo di Guillame Musso, come ho potuto constatare con “La ragazza di Brooklyn”, non ha difetti o, almeno, questa è la mia opinione. I dialoghi si alternano in maniera armoniosa, naturale, a testi introduttivi e descrittivi della giusta lunghezza. A mio avviso, una grande dote da riconoscere a quest’autore francese è la capacità di saper trasportare il lettore nel contesto di cui sta parlando, usando un numero adeguato di parole; a differenza di altri autori, non si dilunga con le descrizioni ma riesce comunque a dare una chiara e precisa istantanea dei luoghi e delle situazioni.

Per esempio, a me ha messo tanta curiosità l’appartamento di Parigi, quello che dà il titolo al romanzo. Si tratta di una bellissima dimora nel cuore della città dell’amore che per errore viene affidata nello stesso periodo a due estranei, a due persone completamente agli antipodi. Entrambi con dei trascorsi dolorosi, Madeline e Gaspard non potrebbero essere più diversi. Da qui si evince che, quando scoprono di dover condividere l’appartamento, le loro reazioni non sono per niente rosee, anzi!

In capo ad un giorno, però, sia Madeline che Gaspard scoprono che quella abitazione apparteneva ad un famoso artista, Sean Lorenz, morto in circostanze sospette e in un momento particolare della sua vita. La storia di Lorenz diventa presto un motivo di unione tra i due ed utilizzando fonti differenti cercano di ricostruire l’ultimo periodo di vita dell’artista: che cosa lo animava, che cosa aveva scoperto, che cosa lo aveva spinto a tornare a dipingere dopo un’interminabile pausa e che cosa è stato il frutto del suo lavoro improvviso, dove è stato nascosto…

Rinunciando alle proprie priorità, vale a dire la scrittura di una pièce teatrale per Gaspard e la fecondazione assistita per Madeline, i due protagonisti mettono insieme un numero sempre più grande di tessere e riescono, infine, a comporre il puzzle.

Quindi, senza svelarvi nulla, posso dirvi che il romanzo si conclude bene, vi è un happy ending che ho apprezzato tantissimo. Dopo tutte le tribolazioni che si susseguono nel corso della narrazione, un lieto fine ci voleva e sono contenta che ci sia stato.

 

 

Guillame Musso


è un romanziere francese che ha passato molto tempo a New York; appassionato di lettura fin da piccolo, ha trovato nei libri la sua dimensione naturale. I suoi libri riscuotono infatti molto successo, primo tra tutti “L’uomo che credeva di non avere più tempo”, uscito nel 2004.

 

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