Recensione di Manuela Fontenova
Autore: Cristina Rava
Editore: Garzanti Libri
Pagine: 297
Genere: Giallo
Anno Pubblicazione: 2012
A Toirano, comune ligure in provincia di Savona, nella notte di capodanno, i fuochi d’artificio coprono il rumore di tre colpi di fucile, destinati a due uomini algerini: Karim, un giovane ventunenne, impiegato in un vivaio e Adbel Hajjam, un pediatra di mezza età, da anni residente in Italia.
Sulla scena del crimine viene chiamata Ardelia Spinola, medico legale cinquantenne, di Albenga, che non può fare altro che dichiararne il decesso e disporre l’autopsia dei corpi. Tornando alla macchina si imbatte in un oggetto in terra e senza pensarci su lo prende, per poi accorgersi che si tratta di una chiavetta usb.
Ardelia sa che dovrebbe consegnarla al luogotenente Monti, responsabile delle indagini, perché potrebbe essere una prova importante. Eppure per un motivo che nemmeno lei sa spiegare, la tiene e quando scopre che contiene un manoscritto (probabilmente del giovane assassinato), decide che deve indagare per conto suo.
“Per molto tempo mi sono interrogata su questo mio bisogno di esplorare ben oltre i limiti della mia professione. Forse ho trovato la risposta. L’autopsia è l’inizio di un viaggio condotto da altri. Io ho bisogno […] di conoscere la fonte del male, quel luogo oscuro nascosto nella mente umana. Non m basta il come, devo capire il perché”.
Con l’aiuto di Gabriel, lo zio ottantenne, ex agente del Mossad, per tutti un vecchio psichiatra in pensione, e di una nuova amica, Adele Ferrari, maestra elementare di Toirano, Ardelia inizia, seppur con qualche piccola reticenza, a ficcare il naso dove non dovrebbe.
Che legame c’era tra le due vittime? Ma soprattutto perché sono state uccisi?
Si aprono tante ipotesi, da vendette interne alla comunità islamica al crimine a sfondo razziale.
In città sono comparse scritte contro gli immigrati, tutti classificati come “arabi”, i cittadini iniziano a manifestare sempre più apertamente la loro intolleranza, mentre agenti in borghese piantonano la casa del delitto.
La stessa Ardelia è vittima di minacce, le rubano e incendiano l’amatissimo pick up, e si ritrova montagne di rifiuti e scritte oscene davanti la porta di casa.
Ovviamente Ardelia e la sua piccola squadra investigativa, formata da Gabriel, Adele e Youssef, un giovane amico di Karim, scopriranno, in via ufficiosa, il colpevole lasciando però ufficialmente la risoluzione del caso alla polizia.
Il finale l’ho trovato davvero “adeguato” al contesto in cui la storia si svolge: siamo in un paesino, non ci dobbiamo aspettare FBI o gli agenti di CSI ad indagare su chissà quali loschi traffici. Il movente è valido, il colpevole è più che credibile, tutto è coerente e il racconto è coinvolgente.
Il personaggio di Ardelia suscita simpatia dal primo momento. Una cinquantenne amante della buona cucina e perennemente in leggero sovrappeso, che vive con due gatti. Un matrimonio saltato (non si riesce a capire bene cosa sia successo), un fidanzato poliziotto che al momento sta facendo un corso in America (si scoprirà poi essere il commissario Rebaudengo, protagonista dei precedenti romanzi della Rava).
Un medico, ma anche una donna sensibile, che vuole restituire dignità alle persone che una volta “abitavano” quei corpi martoriati, violati, che arrivano sul suo tavolo all’obitorio.
Non si può non parlare della carrellata di personaggi che condividono le sue avventure. Primo tra tutti Gabriel, uno zio ritrovato da pochi anni, sopravvissuto ad Auschwitz.
Un ottantenne ultratecnologico, con agganci nei servizi segreti e con un passato molto lacunoso ma anche un solido appiglio nei momenti di bisogno e un valido aiuto nelle sue indagini private. Riusciamo quasi ad immaginare Doina, la sua segretaria, o Ughetto il suo assistente all’obitorio.
Vecchie o nuove amiche, con cui condividere sempre chiacchiere e buon cibo, d’altronde cucinare è il suo modo per calmarsi. Su tutti grava l’ombra di questo fidanzato assente, ma soprattutto il peso di quello che Ardelia non racconta ma che lascia trasparire da brevi ricordi che affiorano qua e là.
Belle le descrizioni dei paesaggi, sembra quasi di camminare per le vie di Albenga e Toirano. Sarebbe una perfetta sceneggiatura per una serie tv, tanto che ad un certo punto lo stesso Gabriel redarguisce Ardelia dicendole di smetterla di giocare al medico legale dei telefilm.
Stiamo leggendo un giallo, ma anche la storia di una vita, di una città, di come sia difficile sradicare un pregiudizio che spesso trova ragion d’essere nei telegiornali e nella “disinformazione”. Il razzismo esiste, a volte sfocia in episodi violenti, altre ristagna negli atteggiamenti di chiusura nei confronti dello straniero, del diverso. Il manoscritto di una delle vittime (che Gabriel traduce per Ardelia) è un piccolo romanzo nel romanzo, racconta la difficoltà di un giovane in una terra straniera che affronta quotidianamente l’ostilità di chi, in lui, non sa vedere altro che il nemico.
L’autrice getta luce sulle problematiche dell’integrazione ma anche sull’impatto che produce l’Occidente e il suo stile di vita su persone appartenenti ad un’altra religione e ad un’altra cultura.
“Nessuno mi rivolge la parola e io non la rivolgo a nessuno, non conosco nessuno. Certe volte il mio senso d’estraneità mi fa venire il dubbio di essere un fantasma, allora cammino al sole per accertarmi di possedere ancora l’ombra”.
E ancora
“Il problema è che se questo mondo occidentale mi è straniero, io mi sento straniero nel mio”.
Finita l’ultima pagina mi sono chiesta : che combinerà Ardelia nel prossimo episodio?? Ve lo racconterò presto.
Cristina Rava
Cristina Rava, classe 1958, nasce, e vive tuttora ad Albenga, comune in provincia di Savona, ambientazione prediletta dei suoi romanzi. Accantonata la facoltà di medicina, si dedica a varie attività prima di approdare alla scrittura, con due raccolte di racconti e un libro di memorie storiche sul territorio ligure. Pubblica 5 romanzi gialli con protagonista il commissario Bartolomeo Rebaudengo, nell’ultimo della serie “Un’indagine al nero di seppia” compare per la prima volta il medico legale Ardelia Spinola, personaggio che la stessa autrice definisce come il suo alter ego, alla quale nel 2012 dedica una nuova serie inaugurata con “Un mare di silenzio” , seguito nel 2014 da “Dopo il nero della notte” e nel 2016 da “Quando finiscono le ombre…
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