Recensione di Giuditta Pontini
Autore: Simona Vallasciani
Editore: Silele Edizioni
Collana: The other
Genere: narrativa
Pagine: 434
Anno di pubblicazione: 2015
Sinossi. Nick Masser è una ragazzo di vent’anni. è giovane, attraente, sano e…tremendamente insicuro.
Madre italiana, padre tedesco, due sorelle maggiori, Nick, a vent’anni, passa le sue giornate tutte esattamente nello stesso modo. Si alza, fa colazione, va ad allenarsi in piscina, torna a casa, mangia, va a dormire. Nuota. Nuota. Nuota. Per realizzare un sogno, che lui sa perfettamente non essere suo. Perchè, quello di fare di lui un atleta a livello nazionale, un grande campione che parteciperà alle prossime Olimpiadi, è in realtà il sogno di suo padre. Un padre duro, severo, poco incline all’ascolto, perfezionista. Un padre per il quale Nick non è mai abbastanza. Di sicuro, non è mai come Nathan, il perfettissimo campione che si dimostra sempre perfetto in tutto. E Nick, con i suoi vent’anni, questo peso sulle spalle se lo sente tutto. Il peso dell’aspettativa, di dover almeno eguagliare, se non superare, il grande campione che suo padre è stato. Ma Nick, con i suoi vent’anni e tanta confusione, dentro di lui lo sa, qual’è il suo sogno: diventare un pasticciere. Far sorridere le persone. E allora, un passo alla volta, silenziosamente, il timido, giovane, insicuro Nick inizierà a ribellarsi, per impastare con le proprie mani il suo destino.
Recensione. Questo libro mi ha colpita molto. Mi ha colpita, perchè è un piccolo capolavoro. è una storia nella storia, questo libro. L’autrice riesce, con una scrittura fluida, semplice ma incisiva, a condensare in quest’opera due aspetti importantissimi che, troppo spesso, faticano ad appaiarsi in una narrazione.
Da una parte c’è Nick, il protagonista. Un ragazzo di vent’anni che si sente schiacciato da un destino che non gli appartiene. Questa consapevolezza lo rende apatico, senza interessi, silenzioso, rimuginatore e chiuso.
L’autrice riesce a rendere perfettamente le sensazioni provate da Nick, anche grazie alle descrizioni basiche di semplicissime azioni di routine che però, in questa storia, assumono tutto il peso della paura di restarne per sempre prigioniero.
Il solito caffè, i soliti tre biscotti al cioccolato, la solita sveglia, la solita piscina, la solita panca, sedersi sempre al solito posto. Non avere amici. Non avere una vita. Non uscire mai, e tuttavia CREDERE, di non aver bisogno di niente. E poi, con la prepotenza di un cuore che vuole essere libero, svegliarsi di notte, essere più svegli di quanto non lo si sia stati durante tutto il giorno: e impastare, cuocere, mescolare, modellare. è così che Nicholas, un passo alla volta, comincia a costruire il suo destino. Questo primo piano narrativo, è estremamente attuale.
Chi di noi, a vent’anni, ma anche a trenta, a quaranta, a cinquanta, non ha mai pensato di non aver vissuto appieno?
Chi di noi non ha mai avuto dubbi, paure per il proprio futuro, momenti nei quali non sapeva più chi era?
E il dilemma “devo essere così”, ma “non voglio essere così”, che si manifesta non soltanto nella aspettative che ogni buon genitore proietta sul proprio figlio, ma anche in ogni aspetto delle relazioni sociali esterne?
Nick siamo noi, siamo tutti noi. Ti prende un’empatia, a leggere questo libro. Ci sono tratti della storia nei quali, attraverso le parole di Nick, ci sembra quasi di parlare a noi stessi.
Azzeccatissimo l’inserimento, da parte dell’autrice, di numerosi flussi di coscienza, che ci fanno vivere il percorso di Nicholas come fosse la salita su una scala, dove ogni gradino, sconnesso oppure semplice da scavalcare, cementa un pezzo della personalità del nostro protagonista.
Il secondo piano molto interessante della narrazione, secondo me, è costituito da tutto il contorno, che rende questo libro non solo una riflessione sulla vita, sulla paura della vita e sul futuro, ma una storia.
L’introduzione di personaggi particolari, interessanti, ciascuno con una propria storia alle spalle, dà alla narrazione un ritmo incalzante, ti fa venire voglia di voltare pagina, per vedere cosa succederà dopo.
Bellissima la figura di Sky. Rappresenta cosa la sofferenza fa alle persone, ma anche quanto può farle divenire sensibili e migliori. Molto divertente l’idea del Lounge Bar un pò strano, notturno.
Il contrasto fra questo ambiente così particolare e l’insana inesperienza di Nicholas a proposito del mondo in generale, è una trovata letteraria che serve per amplificare l’idea del bisogno di vederlo, questo mondo.
Ci fa sentire più vicini a Nick, ci fa tifare per lui. Bellissima anche la figura del padre che, pur addolorato per non aver potuto duplicare il proprio sogno, alla fine si rende conto che spesso è proprio del coraggio di cambiare, che bisogna essere più orgogliosi.
Uno stile semplice, ma personale.
Non troppo descrittivo, ma nemmeno asettico. Una lettura estremamente piacevole, dove tutti gli elementi sono ben bilanciati fra di loro.
Lo consiglio assolutamente.
Simona Vallasciani
Scrittrice, book blogger e giornalista freelance. Amante dei libri e dell’arte in ogni sua forma. Collaboratrice di Thrillernord.it