Una volta è abbastanza




Recensione di Sara Pisaneschi


Autore: Giulia Ciarapica

Casa Editrice: Rizzoli

Genere: Narrativa

Pagine: 365

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. L’Italia è appena uscita dalla guerra. A Casette d’Ete, un borgo sperduto dell’entroterra marchigiano, la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a quell’ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare il mastice. A cucire scarpe. Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è eccentrica e spavalda la maggiore – capelli alla maschietta e rossetti vistosi, una che fiuta sempre l’occasione giusta – quanto è acerba e inesperta la minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante siano così diverse, l’amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri e non si lascia mai intimidire. Attirato dall’esplosività di Annetta, finisce per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell’industria calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo. Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza del loro legame, che urla e aggredisce lo stomaco. Giulia Ciarapica ci apre le porte di una comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma hanno bisogno di credere e di andare.

Recensione

Il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere questo libro è genuino. Lo è come solo le cose di una volta riescono ad essere. Lo dico subito, mi ha colpito e mi ha fatto innamorare, ci ho trovato dentro tanto di me, del mio passato e dei miei ricordi di bambina cresciuta non lontano da quei luoghi.

L’ho iniziato e subito sono stata trasportata indietro nel tempo, a quando, seduta nella cucina di una casa popolare, ascoltavo la voce di mia nonna raccontare di quando era giovane e lavorava nel tabacchificio del suo paese. Di quando aveva comprato a rate la sua prima macchina da cucire (costava ben diciannove lire), di quando aveva conosciuto mio nonno e di quanto la faceva ammattire suo figlio Ferdinando, il mio amato zio Nanni, che io immaginavo a fianco della lambretta in quella foto in bianco e nero in cui l’avevo visto ritratto almeno un milione di volte.

Tutto questo leggendo la storia di Anna e Giuliana, da poco prima della guerra agli anni ’60. Loro sono due sorelle molto diverse. Anna è forte, caparbia, molto indipendente e convinta che il mondo sia ai suoi piedi, che niente le sia precluso e che tutto si possa ottenere con una buona dose di coraggio e ambizione. Giuliana è più pacata, più riflessiva, quasi remissiva. Sembra vivere all’ombra dell’ingombrante sorella Anna.

Litigano per tutto, sembrano non andare d’accordo su niente, fino all’arrivo di Valentino che, in qualche modo, cambia le sorti delle due sorelle. Il piccolo grande Valentino che con il suo carattere deciso e la sua musica fa perdere la testa a tutte le ragazze del borgo situato nel cuore delle Marche, Casette d’Ete. Valentino, fidanzato con Anna, subito dopo essere tornato dalla guerra, finisce per sposare Giuliana.

Cosa può essere successo?

È proprio lui, ormai novantenne, che ci racconta come sono andate le cose.

L’amore sconfinato per Giuliana, unica persona al mondo capace di comprenderlo e di completarlo; la vita di due sorelle che procede come due rette parallele che non si incontrano mai, o almeno, per tanto tanto tempo, fino a quando le viscere non si fanno sentire; la profonda dedizione al lavoro come la sola cosa in grado di far alzare la testa dalla miseria in cui è caduto il paese durante la guerra.

Perché a Casette d’Ete sembra tutto arrivare attutito, quasi smorzato, tranne la fame. La fame no, quella si fa sentire acuta come in ogni altro posto, e allo stesso modo ci si è dovuti rimboccare le maniche e andare avanti. E qui un altro flashback. Sono tornata al casottino dove guardavo mio nonno riparare le scarpe, a quell’odore di mastice e cuoio così caratteristico che quando passo nei pressi di un calzolaio mi fa chiudere gli occhi, inalare forte e dire “che odore di nonno Aldo”. Immagini, insomma, che l’autrice ha saputo riprodurre molto bene. Tutti i personaggi sono così reali e ben costruiti che non ti viene mai il dubbio che possa essere una storia inventata.

Le paure, le speranze, i grandi interrogativi della vita sono messi a disposizione del lettore, il quale li vive quasi sulla sua pelle. Le storie dei protagonisti si sciolgono come una matassa e ripercorrono quegli anni in modo impeccabile. Il periodo storico controverso, la speranza in un Italia migliore, le grandi conquiste, il primo festival di Sanremo visto alla tv, in cui tutti andavano in casa dell’unica famiglia che poteva permettersene una.

E ti trovi anche di fronte a grandi verità. Di come sia importante lavorare sodo per ottenere ciò che si vuole, nulla ti viene regalato. Di come la vita sia una grande ruota ma alla fine tutto torna e sembra che la storia si ripeta. Di come puoi affrontare da solo tutto ciò che ti capita, ma se hai qualcuno vicino che ti appoggia e che ti ama, anche se se ne sta un po’ in disparte, quel tutto diventa più facile e sopportabile. La scrittura è fresca, giovanile e molto accurata.

Alcune parti in dialetto danno veridicità ai personaggi e non mi hanno disturbato durante la lettura, non so se per il fatto che sono vicini al mio, di dialetto. Danno forma ai pensieri rispecchiando al meglio la terra d’origine,

“una terra che trema e che non si dà pace, dura come la paura,  forte come la vita”

Peccato che non finisca. Unico neo, per me, è che questo libro è solo la prima parte di una trilogia e non mi resta che aspettare per vedere come andrà a finire.

 

Giulia Ciarapica


Giulia Ciarapica è una bookblogger, scrittrice e giornalista culturale di 29 anni. Ha frequentato il liceo Classico e, in seguito, si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli studi di Macerata, specializzandosi in filologia moderna. Collabora con le testate giornalistiche il Messaggero e il Foglio. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, Book blogger. Scrivere di libri in rete: come, dove, perché (Franco Cesati Editore). Ha appena finito di scrivere il suo primo romanzo, uscito ad aprile 2019 per Rizzoli. Nel 2017 ha dato vita al progetto Surfing on books nelle scuole medie e superiori. Il progetto consiste in veri e propri corsi di bookblogging.

 

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