Uomo di stato




Francesco Mongiovì


Curatore: Stefano Marina

Editore: Oligo

Genere: Biografia

Pagine: 212

Anno edizione: 2025


Sinossi. Palermo, anni Ottanta. Francesco entra in Polizia nel clima rovente dopo l’attentato al Generale Dalla Chiesa. Seguiranno anni di servizio allo Stato, prima come scorta nella Quarto Savona 15, questo il nome in codice del servizio di protezione del Giudice Giovanni Falcone, e poi nella sezione catturandi, per dare la caccia e consegnare alla giustizia i latinanti più pericolosi, come Giovanni Brusca, l’uomo che premette il telecomando della strage di Capaci. Tra aneddoti e frammenti di vita vera, Francesco Mongiovì ci porta dietro le quinte della sua Palermo, ripercorrendo anni di missioni pericolose, spesso sotto copertura, per mostrarci dall’interno la lotta alla mafia.

 Recensione

di

Sabrina Russo


“Così è. E così sarà per sempre. Niente cambierà. Mai”

Ci sono fatti, situazioni, momenti tragici che rimangono indelebili nella memoria di ognuno di noi. 

Il 23 maggio 1992 è uno di quelli: è il drammatico giorno in cui sono stati assassinati, per mano di Cosa Nostra, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre degli uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, in quella che sarà da tutti conosciuta come la “Strage di Capaci”. 

Sono passati trentatré anni, ma ricordo ancora con nitidezza le sensazioni che mi hanno pervasa. 

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano due volti noti a chiunque, il loro prodigarsi per sconfiggere, o almeno provare ad arginare la mafia, era motivo di orgoglio e rivalsa nazionale, da Nord a Sud Italia. La loro morte, la carneficina di Capaci prima e via d’Amelio poi, sono stati percepiti da ogni singolo individuo come la sconfitta del bene contro il male, come l’impossibilità, nonostante tutte le svolte positive accadute fino a quel momento, di vederlo trionfare.

“Era il giorno zero, un giorno dopo il quale in Italia niente sarebbe mai stato più come prima, per nessuno”.

Francesco Mongiovì nasce a Palermo nel 1959. Trascorre l’adolescenza aiutando il padre nell’attività di panificazione, con orari e ritmi massacranti, fino al giorno della chiamata al servizio militare che contribuirà a dare una svolta alla sua vita, per poi realizzare, finalmente, un grande sogno: l’ingresso in quella che è la grande famiglia degli uomini e delle donne della Polizia di Stato.

Da questo momento per Francesco comincerà una nuova vita, il conseguimento di un obiettivo fortemente desiderato, un lavoro che va oltre una scelta di ripiego o il semplice bisogno di uno stipendio a fine mese, ma piuttosto l’equivalente di un credo, una vocazione, la necessità di aiutare il proprio Paese nel tentativo costante di far trionfare la giustizia. 

Una Palermo degli anni ‘80 violenta e assassina, che Francesco ama al di sopra di ogni cosa, contribuirà ad accrescere in maniera sempre più preponderante l’esigenza di contribuire a migliorare le condizioni di sicurezza in cui verte l’Italia, in particolar modo la sua città. 

Sovrintendente capo della Polizia di Stato, la sua carriera lo ha visto fare parte della scorta di Giovanni Falcone, la Quarto Savona 15, con orgoglio e coraggio, per poi passare alla Catturandi e, infine, all’Antidroga

Una vita intensa quella di Francesco, una dedizione totale al lavoro. 

Una moglie, Rosy, comprensiva ed altruista, la quale ha sempre sostenuto le scelte del marito, nonostante l’impegno, il pericolo e le numerose inevitabili assenze. Importanti e pericolosi latitanti catturati, successi e sconfitte condivisi con i colleghi, sconforto e sofferenza per coloro che sono rimasti vittime degli attentati, momenti difficili, paura, incertezze sulla riuscita di possibili operazioni ma mai, mai un ripensamento.

“Ricordo che siamo stati accolti da grida festanti, dai flash dei fotografi e da simbolici abbracci fatti di applausi, sorrisi e cori di stima e solidarietà da parte di tutti i colleghi, della gente comune e della stampa che si era radunata davanti la Squadra Mobile. Era la notte in cui aveva vinto la legalità…”

La bellissima biografia di Francesco Mongiovì, vera, toccante, trascritta magistralmente da Stefano Marina, ci prospetta una realtà differente, capace di riportare in auge “la fiducia”, dimostrandoci come le due tragiche morti di Falcone e Borsellino, insieme a quelle di altri uomini che hanno perso la vita in nome della giustizia e dei soprusi mafiosi, non siano state vane, ma siano servite a riaccendere il lume della speranza in quella che si prospetta come una battaglia ardua da vincere, ma che sempre più cittadini sono disposti a combattere.

Ci espone come certi episodi abbiano contribuito a sollevare il vento della protesta, svegliando le coscienze di persone oneste, che si sono organizzate in gruppi attraverso movimenti antimafia. Altrettanto importanti alcune iniziative, che vedono Francesco coinvolto in prima persona, di dialogo nelle scuole, nelle carceri minorili ed infine la proposta del “Se vuoi” che vedrà le scolaresche coinvolte in un progetto di legalità itinerante, su quelli che sono stati i percorsi delle stragi di mafia.

“Ai ragazzi cerco di infondere fiducia, perché dalla loro educazione alla legalità passa il futuro del nostro Paese. E anche se noi non ci saremo più, anche se noi non potremo vederlo, io continuo a confidare che il domani possa essere diverso”.

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Francesco Mongiovì


Francesco Mongiovì (Palermo, 1959), già Sovrintendente Capo Coordinatore della Polizia di Stato, oggi in quiescenza, alla fine del 1988 è stato assegnato alla scorta del giudice Giovanni Falcone. Dopo la strage di Capaci è stato destinato alla Sezione Catturandi, in cui è rimasto per ventitré anni partecipando attivamente alla cattura di molti dei più pericolosi boss mafiosi di Cosa Nostra. Ha concluso la sua carriera nella Sezione Antidroga.

Stefano Marina, laureato in Lettere e Filosofia, è giornalista pubblicista e docente presso alcuni istituti superiori di Verona e provincia. Ha diretto riviste, programmi presso emittenti televisive locali, curato convegni e manifestazioni sulla legalità. Ha all’attivo diverse pubblicazioni, tra cui il volume Giovanni Falcone (Villaggio Maori, 2017).

A cura di Sabrina Russo

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