Viento ‘e terra




Recensione di Valentina Cavo


Autore: Luigi Giampetraglia

Editore: Il Terebinto Edizioni

Genere: Giallo

Pagine: 112

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 

 

Sinossi. Mimì Sannazzaro, dopo dodici anni di assenza, torna a fare il poliziotto nel quartiere alla periferia di Napoli che lo ha visto ragazzo: San Giovanni a Teduccio.  L’omicidio di una donna, uccisa in circostanze tutte da chiarire, lo costringerà ad indagare tra i suoi amici di un tempo e a ripercorrere, con la memoria, la spensierata giovinezza trascorsa in loro compagnia prima dell’età adulta; un passaggio obbligato, attraverso la linea d’ombra che segna il confine tra le acque calme dell’innocenza e quelle burrascose e infide del mare aperto della maturità; un viaggio che li porterà verso mete diverse e lungo rotte che un misterioso vento di terra tornerà ad incrociare per una tardiva, ultima traversata insieme.

 

 

Recensione

Nelle strade di uno dei quartieri della periferia di Napoli viene raccontata la sorprendente storia che leggiamo tra le pagine che compongono Viento ‘e Terra: un giallo carico di mistero in cui è però fortemente presente il senso di amicizia ed attaccamento alle proprie radici più profonde, quelle che ci tengono legati per sempre ad un posto e che fanno in modo che esso rimanga vivo (e vitale) in un angolo profondo nostro cuore.

Il protagonista di questa vicenda, il poliziotto Mimì Sannazzaro, infatti non può fare a meno di tornare al suo luogo di origine, dove ritroverà tutti i suoi amici più cari mentre indagherà su un caso di omicidio. Ma, come spesso accade a tutti quelli che lasciano un luogo tanto caro, quando poi ci si ritorna nessuono riesce mai del tutto ad evitare di cadere in un turbinio di ricordi, quasi si fosse schiavi della felliniana emozione di “amarcord”. La storia infatti non tratta solo la parte investigativa, il giallo di per sè, ma di tanto in tanto si lascia trascinare in alcuni flashback che fanno riaffiorare ricordi dolciamari e che permettono di capire in modo assai più profondo ed introspettivo quanto Mimì sia radicato anima e corpo nella vita del suo vecchio quartiere.

Luigi Giampietraglia, scrittore partenopeo, vede il suo esordio in questo giallo che riesce nelle sue poche pagine ad essere ricco di forti emozioni e pathos. Non mancano infatti situazioni inattese e colpi di scena, che rendono questa storia non solo una lettura piacevole, ma anche “sensazionale”, nell’eccezione diretta del terine. Si fa uso del dialetto napoletano, un personaggio in più che, come un gradevolecicerone, aiuta il lettore ad entrare in modo spontaneo e naturale ancor di più all’interno,verso il cuore pulsante di questo piccolo spaccato di Italia, rendendo il tutto ancora più verosimile e godibile.

Viento ‘e Terra fa proprio entrare nei profumi e nelle strade di una favolosa Napoli – città bellissima e sempre passionale, ma che non può nascondere anche i suoi lati negativi e a volte brutali – e permette di viverla davvero, con immagini vivide e piccoli aneddoti veraci, in modo tale da persistere nella memoria di ogni lettore, anche di chi quella città non l’ha mai visitata.

 

INTERVISTA

 

Mimì Sannazzaro torna a San Giovanni a Teduccio, il quartiere della sua infanzia ma anche della tua. Il protagonista della storia è quindi in parte autobiografico? Quanto sei legato alle tue origini?

Moltissimo. Tutta la mia famiglia, sia ramo paterno che materno, è originaria di San Giovanni a Teduccio, il quartiere delle cosiddette ‘stese’, i cui abitanti, con grande fatica, stanno provando a invertire una narrazione a senso unico declinata in gomorrese dalle tv e dai giornali di tutto lo stivale. E lo fanno attraverso quelle energie che convergono sul e dal territorio, e che hanno visto molti luoghi del passato rinascere a nuova vita, come la ex Fabbrica della Cirio attuale sede di un polo universitario e della Ios Developer Apple Academy o come il Teatro Nest, autentico orgoglio del nostro quartiere, sorto dalle ceneri di una vecchia scuola, abbandonata per anni all’incuria e alla barbarie del vandalismo, su iniziativa di un’associazione attivissima sul territorio. Per quanto concerne il protagonista e voce narrante della storia, Mimì Sannazzaro, inutile negare che un po’ di me in lui c’è, forse anche più di un po’, come peraltro credo sia perfettamente naturale, specie quando si sceglie una narrazione in prima.

 

Quali sono i meccanismi che hanno dato vita a Viento ‘e terra? Da dove hai tratto ispirazione?

Viento ‘e Terra, come ho scritto anche nel libro, è dedicato al poliziotto che ne ha ispirato la storia: un ragazzo dal grande coraggio che nel corso di una delicata operazione di polizia è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola che lo hanno costretto in sedia a rotelle. Da lì è cominciato tutto. O meglio, dal racconto che di lui mi fece, a suo tempo, un suo caro amico. Il resto è venuto quasi da sé.

 

I tuoi sentimenti a proposito della tua città traspaiono in ogni pagina. Secondo te perchè Napoli genera passioni tanto forti e violente? Napoli è una città con una storia importante e un carattere molto forte, dinanzi alla quale è impossibile restare indifferenti. Io non amo molto la rappresentazione folkloristica e caricaturale che ne è stata fatta negli anni passati, ma nemmeno il ritratto spietato e senza speranza che se ne fa oggi in Gomorra e affini. La Napoli di Viento ‘e Terra resta equidistante da questi due modelli e ha l’ambizione del vero, pur se viziato dallo sguardo innamorato di chi la racconta.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Vedremo Mimì Sannazzaro in nuove indagini?

Non credo. Per come è stata pensata la storia temo non ci sarà un futuro per Mimì. Le serie vanno programmate sin dall’inizio, quelle buone nascono già per esserlo, come nel caso dei Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio De Giovanni, ad esempio. Diversamente si rischia l’effetto forzatura e di questi tempi è un azzardo che un autore emergente non può concedersi: i lettori di oggi sono estremamente esigenti e la prima delle loro pretese è il rispetto. Per quanto concerne i miei progetti futuri sono così tanti e vari che faticherei ad elencarli tutti. Per rimanere in tema sono al lavoro col mio caro amico Carlo Crescitelli su un ambizioso soggetto per una serie tv: un thriller distopico ambientato nella San Giovanni del 2040.

 

Ci sono degli autori che in qualche modo influenzano il tuo modo di scrivere?

Dal punto di vista stilistico mi diverte molto il modo di scrivere degli americani, su tutti: Lansdale, Chabon, Wileford; ma se parliamo di influenze non posso non citare due autentici maestri della mia terra, quali Erri De Luca e Domenico Rea; nonché il mio amato Luciano De Crescenzo, che seguo e leggo praticamente da sempre.

 

Ti piace il genere thrillernordico? Se si quali sono gli autori che più apprezzi?

Devo essere onesto, l’unico approccio che abbia tentato con il thriller nordico risale alla scorsa estate quando acquistai in autogrill il capitolo d’esordio di una delle saghe di Camilla Lackberg: La principessa di ghiaccio. Sarà che eravamo in agosto ma la principessina mi si sciolse tra le dita in capo a un paio di capitoli e lì la mollai, avvalendomi del mio diritto da lettore a non finire un libro, come da regola n. 3 della Lista dei Diritti del Lettore redatta da quel geniaccio di Daniel Pennac. Forse dovrei riprovarci in Inverno, magari le temperature aiutano e la principessina tiene.

 

Luigi Giampetraglia


Luigi Giampetraglia vive in provincia di Avellino, anche se le sue radici sono a San Giovanni a Teduccio, quartiere difficile della periferia napoletana dove torna appena può.
Ha una moglie, due figli – terzo in arrivo – un cane, un gatto e un mutuo. Ama i libri, soprattutto leggerli, e da qualche anno si cimenta con la scrittura creativa. Pur avendo vinto diversi concorsi letterari non si è (ancora) montato la testa. Alcuni suoi racconti sono apparsi sui siti theincipit.com, raccontinellarete.it, landeincantate.it e in antologie edite da Nottetempo, Historica Edizioni, Polizia-Moderna e, in coppia con sua figlia Federica, Apollo Edizioni e Il Terebinto Edizioni.
Viento ’e Terra è il suo romanzo d’esordio.

 

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