Voodoo child




Recensione di Chiara Forlani


Autore: Andrea Gatti

Editore: Nua Edizioni

Genere: Fantasy storico

Pagine: 441

Anno di pubblicazione: 2021

 

 

 

 

 

Sinossi. Ci troviamo in una buia palude. Forse perché è notte. Anzi no, forse perché siamo in Louisiana, nel 1909, in un piccolo villaggio di praticanti voodoo. E in più è notte. La protagonista è Emeline, una bambina orfana di dieci anni. La piccola è testarda e odia chiedere aiuto, ma è costretta a evocare uno spirito per salvare il padre, Auguste, divenuto zombi per opera di uno stregone. Peccato che lo spirito che le risponde, Ozee, sia l’ultimo arrivato e non abbia le idee molto chiare circa i suoi poteri; per di più indossa un teschio bianco a mo’ di maschera e non sa nemmeno quale sia il suo volto. Lei desidera recuperare il padre scomparso, lui compiere il suo dovere di spirito; sotto sotto, però, Ozee vuole scoprire la sua natura e qual è il suo posto nel mondo, ed Emeline non vuole restare sola. Ad accompagnarli saranno Louis Armstrong, prima della fama, quando ancora era solo un bambino loquace e timoroso, cresciuto nella povera e dura New Orleans d’inizio secolo; e il capitano di battello J. W. Simmons, superstite dell’uragano più letale d’America, ora dedito all’alcol e alla diffusione della musica jazz, navigando su e giù per il Mississippi con un complesso di neri.

 

Recensione

Voodoo child è senz’altro un libro singolare. Leggendolo, ho appreso innanzitutto la terminologia specifica dei riti voodoo: ho scoperto che il Loa è uno spirito sacro che fa da intermediario con Bon Dieu, la massima divinità, che i sacerdoti si chiamano houngan e le sacerdotesse mambo, oltre ad apprendere nozioni sui riti e le formule per evocare spiriti e zombi. Conoscevo ben poco di questa religione dalle origini africane, che nella cultura occidentale è conosciuta attraverso stereotipi macabri, come quello della bambola infilzata con gli spilli per infliggere dolore al proprio nemico, fino a portarlo alla morte, nei casi più estremi. Nel libro viene presentata la variante del voodoo che si è sviluppata ad Haiti e nei Caraibi tra la popolazione di colore discendente dagli schiavi deportati per essere sfruttati come bassa manovalanza.

Leggendo, a poco a poco scopriamo la storia di Emeline, una bambina di dieci anni accompagnata dal suo Loa, uno spirito intermediario, che giunge per sbaglio quando lei lo evoca pensando di rivolgersi a un suo “superiore”. Ozee è un Loa inesperto, dalla voce nasale, ridicolo nella sua uniforme che lo pone a metà strada tra un pirata e un musicista jazz: pantaloni in gessato nero, gilè con bottoni color ottone sopra una camicia viola, il tutto sormontato da un tricorno. La cosa più strana è che la figura evanescente porta sul viso un teschio, come se fosse una maschera. Ben presto Emeline si accorge che Ozee ha bisogno di lei di essere rassicurato e di fare esperienze quasi più di lei, e tra i due nasce un sodalizio destinato a durare nel tempo.

La bambina, già orfana di madre, è in cerca del padre Auguste, che è stato trasformato in uno zombi. Inizia così un viaggio che vede uniti Emeline e Ozee, mentre vanno alla scoperta di New Orleans e di altri luoghi della costa della Louisiana e del bayou Caché, una specie di palude nel delta del Mississippi. Ai due protagonisti si uniranno via via altre figure, adulti e bambini, spiriti ed esseri umani, che condivideranno il viaggio alla ricerca di Auguste e della sua umanità perduta. Il piccolo Louis, bambino temerario che decide di affiancare la coppia, altri non è che il musicista Armstrong quando aveva pochi anni, vendeva giornali per sopravvivere e sfuggiva in continuazione alla disciplina impostagli dalla madre. Il viaggio si svolge a piedi e per via fluviale ed è irto di ostacoli, combattimenti e colpi di scena, reali e soprannaturali: il divertimento e l’avventura non mancano mai, dietro a ogni svolta narrativa. Emeline è in cerca degli ingredienti per effettuare un particolare rito, per reperirli affronta ogni insidia, grazie all’aiuto di uno scalcinato capitano di battello e della sua ciurma fatta di suonatori di musica jazz.

Leggendo questo libro sono tornata bambina, trasportata di nuovo sulle zattere e sulle imbarcazioni dalle grandi ruote che solcavano il Mississippi nelle avventure di Tom Sawyer e in quelle di Huckleberry Finn. È una narrazione densa di avventure, che ci fa seguire con il cuore in gola le peripezie rocambolesche dei nostri eroi, con i quali è facile identificarsi. Non sono certa che i ragazzi di oggi siano disposti a stare concentrati a lungo su una storia dai personaggi semplici dal sapore antico, ma chi come me ha nel proprio bagaglio d’infanzia queste letture non può non sentirne il sapore tra le pagine, con tanta nostalgia.

Ho letto Voodoo child come se fosse un film, ed è stato bello immaginarlo, ad esempio, come un’opera di Tim Burton. L’autore ha la capacità di favorire la “visione” della sua narrazione, grazie alla cura dei dettagli e delle ambientazioni, oltre che degli stati d’animo dei personaggi. A mio parere il romanzo si presterebbe perfettamente alla sceneggiatura di un lungometraggio di animazione o a riprese con attori in carne e ossa.

Il vero messaggio che ci trasmette il libro è la condivisione: in qualche modo Emeline e Ozee sono la stessa cosa, appartengono uno all’altro, la loro simbiosi è qualcosa di più di un’amicizia, è unione di corpo e spirito, finalizzata a una missione che sembra impossibile.

Quando il Loa vuole aiutare la bimba, si materializza in lei e agisce in sua vece:

Chérie… fammi prendere le redini.” “Di cosa cavolo stai parlando?” “Fammi prendere il controllo del tuo corpo.” “E come dovrei fare?” “Non lo so, prova a desiderarlo,” disse il Loa. “Dammi la mano.”

Uniti, uno spirito balordo e una bambina coraggiosa andranno lontano e otterranno risultati insperati, che lasciamo scoprire al lettore. Un lettore con l’animo bambino, dal cuore grande, che crede ancora nelle favole.

 

A cura di Chiara Forlani

https://www.chiaraforlani.it/

 

 

Andrea Gatti


è un aitante scrittore di origini milanesi. Cioè, è milanese, ma non preoccupatevi, non è contagioso. Ha indossato vari mantelli, per lavoro – solo ogni tanto per travestimento, lo giura – e ultimamente si occupa di colore e arti grafiche, a Valencia. Ha pubblicato con le sue manine un primo romanzo, Non tutti i principi nascono azzurri, la cronaca delle avventure di un principe azzurro che non vuole essere un principe azzurro. La sua seconda fatica si chiama Voodoo Child, pubblicato da Nua Edizioni. Questo è un romanzo d’avventura per ragazzi da 13 a 100 anni, che narra la storia di una bambina cresciuta in una tribù voodoo che evoca per errore uno spirito alle prime armi. Ore come ora, invece, è all’opera con un seguito di NTIPNA, perché i principi, cavalli e cammelli nella sua testa stanno diventando irrequieti…

 

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