Zombi strane storie di santi




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Arnaldo Casali

Editore: Graphe.it Edizioni

Pagine: 89

Genere: Saggistica

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Avevate mai considerato che la tradizione cristiana pullula di quelli che oggi, con un linguaggio cinematografico, chiameremmo «morti viventi»? Senza rischio di apparire blasfemi, possiamo dire che Gesù è il più celebre dei risorti dalla tomba e una lunga lista di santi e miracolati gli fa corona. Certo, sul piano religioso tutto ciò si lega al concetto della sconfitta della morte e del male, ma si incrocia anche con credenze popolari e bagagli culturali di provenienza differente. La questione è davvero complessa in termini storico-antropologici, filosofici e narrativi: proprio su quest’ultimo aspetto insiste l’autore di questo appassionante e insolito saggio, andando a scovare nelle Scritture riferimenti ad apparizioni, corpi redivivi e incorrotti, descrizioni disturbanti (che Casali definisce, a ragione, «agiografia splatter»). Con una scrittura vivace e moderna, pone a confronto questi aneddoti devozionali con elementi della cultura non strettamente religiosa e non ci nega ipotesi sulle situazioni di vita concreta che possano aver suscitato alcune leggende poi assorbite nei testi sacri.

Recensione

Santi o zombie?

Donne e uomini straordinari animati dallo Spirito Santo o da un sacrilego rituale?

Ce n’è per tutti i gusti: dal pio redivivo a Procolo, difensore della religione con una certa affinità con Jason di Venerdì 13, dalla casta fanciulla senza bulbi oculari a Cecilia, indomita dalla lingua tagliente e la testa intagliabile, passando per sepolture premature, monache defunte e insonni, cadaveri odorosi e burloni, beati forse sepolti vivi, ma senza dirlo a voce alta.

Il saggio Zombie, strane vite di santi è un efficace condensato di letteratura cristiana e orrorifica, che ci svela il lato oscuro, truculento, e forse un po morboso, di Evangelisti, Padri della Chiesa e agiografi. Magistrale e degna di un lungometraggio con Peter Cushing o Vincent Price l’introduzione, da leggere alla luce fioca delle candele mentre fuori imperversa il temporale e ulula il vento – o forse era un lupo? E cos’è quell’ombra che si muove a scatti dietro l’altare?

L’opera è divisa in agili capitoli, corrispondenti ad altrettante creature soprannaturali fantasmi, vampiri, mummie… e alle varie sfumature della santità noir. Scopriamo così che Lazzaro, in fondo, non è molto diverso da Boris Karloff nel film del 1932, e che la Berenice di Edgar Allan Poenon è così lontana da Pier Giorgio Frassati.

Arnaldo Casati ci guida con ironia e leggerezza, ma innegabili competenza e ricerca, tra cronache e biografie, codici medievali e articoli on-line, tutti legati dallo stesso filo – o magari è una ragnatela, un impalpabile sudario mangiucchiato da un Nachzehrer?

Il fascino del macabro esiste da ben prima del Vampiro di Polidori e di Bela Lugusi, e non passa mai di moda, anzi, si arricchisce di particolari di pari passo con il trascorrere del tempo e il progredire degli effetti speciali.

Se nei Vangeli lo splatter è tutto sommato contenuto e nelle parole di Gesù – l’uomo che è tornato tra i suoi discepoli non come non-morto, ma come più-che-vivo, in quanto vincitore della morte – gli spettri non sono che storie da bambini e il diavolo l’allegoria della “resistenza che impedisce all’uomo di avvicinarsi a Dio”, gli scritti successivi indulgono a dettagli cruenti, pullulano di sangue e di esseri demoniaci e abbondano di decapitazioni più o meno complete, torture e incontri ectoplasmatici.

Antichi dei e nuovo credo si allontanano gli uni dall’altro, ma il bagaglio religioso e folkloricoarcaico – con le sue pratiche talvolta estreme, ma soprattutto confuse e sbiadite secolo dopo secolo – lungi dall’essere definitivamente dimenticato, è riletto, deformato, trasformato in avversario paranormale, in legioni di angeli caduti e stormi di Empuse tentatrici: un archivio inesauribile di storie, personaggi e situazioni con i quali i protagonisti della cristianità possono confrontarsi e cimentarsi, mentre l’orrore chiama altro orrore, in un crescendo di arti amputati, membra incorruttibili e revenants.

Il motivo l’ho scritto qualche riga fa: la voglia di rabbrividire, il senso del sublime (che sconfina nell’orrido) sono innati, e quando la realtà supera la fantasia – pensiamo ai martiri, alla persecuzione degli eretici, fino alla caccia alle streghe e avanti così fino ai nostri giorni – e la soglia della sensibilità e del dolore si spinge via via più in là, occorre lavorare di nero e di rosso per smuovere, catturare e coinvolgere fedeli e lettori, farli aspirare al Paradiso o almeno al Purgatorio, ragionare su un presente dopotutto non così terribile – della serie: se san Lorenzo riusciva a fare battute sulla graticola, io potrò bene arrivare a fine mese senza lamentarmi o commettere un peccato mortale – e tremare dinanzi alle porte dell’Inferno… che forse sono già spalancate.

A cura di Francesca Mogavero

 

Arnaldo Casali


Arnaldo Casali, nato a Terni nel 1975, si è laureato in Storia medievale all’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sull’umorismo in Francesco d’Assisi. Giornalista professionista, dirige larivista «Adesso», lavora per l’Istituto di studi teologici e Storico sociali di Terni e collabora con il mensile BenEssere, il Festival del Medioevo di Gubbio e la Pontificia Accademia per la vita. È direttore artistico di Popoli e Religioni – Terni Film Festival e ha pubblicato, tra l’altro, su Medioevo, Antonianum e L’Osservatore RomanoHa scritto il radio racconto Il giorno di Natale, l’opera teatrale Il Giullare di Assisi e pubblicato il libro di interviste Tra cielo e terra. Cinema, artisti e religione (Pendragon, 2011), il romanzo Valentino. Il segreto del santo innamorato (Dalia 2014) e i saggi biografici Maria Eletta. Una monaca in cammino da Terni nel cuore dell’Europa (OCD, 2018) e Sulle tracce di Valentino. Storia, leggende e percorsi del santo di Terni (Bct, 2019).

 

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