Recensione di Leonardo Di Lascia
Autore: Paola Barbato
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Pagine: 448
Anno di pubblicazione:2019
Sinossi. Immagina di risvegliarti da una notte senza sogni e di ritrovarti sdraiata su una superficie fredda e dura, i vestiti del giorno prima ancora indosso e nessun ricordo delle tue ultime ore. Intorno a te solo un buio spesso a cui lentamente lo sguardo si abitua. Cominci a intravedere delle sbarre alla tua sinistra. Non può che essere un incubo, tra poco sarai nella tua stanza, avvolta nelle soffici lenzuola di casa e la vita riprenderà come prima. Questo non è ciò che accade ad Anna, che in quella gabbia, tra quelle sbarre, in un capannone pieno di gabbie simili alla sua e di persone come lei, si risveglia per davvero. Da quell’istante inizia una lotta contro chiunque l’abbia presa, una guerra impari perché Anna non ha altre armi che la sua rabbia e la nudità a cui a poco a poco è stata costretta per combattere contro chi detiene il potere, qualcuno che nessuno ha mai visto, ma la cui presenza si avverte in ogni centimetro di quel luogo spaventoso, di giorno e di notte. Spetterà a lei, circondata da persone diversissime, alcune rese folli dal macabro gioco, altre succubi di un Lui dai tratti sempre meno sfumati, decidere se giocare o lasciarsi morire.
Paola Barbato, come solo i più grandi, sa far nascere la paura anche dal più innocente battito d’ali. E si conferma una maestra del thriller.
Recensione
Questa è la storia di Anna e della sua forza e voglia di sopravvivere.
Anna è una giovane donna che si risveglia in un gabbia, una gabbia non convenzionale ma di quelle da circo, con le ruote. Quando si risveglia si accorge che non è sola, intorno a lei ci sono diverse altre gabbie con dentro persone a cui è stato dato il nome di un animale: coccodrillo, scimmia, serpente…
Come sono entrate nelle gabbie queste persone?
Come ne usciranno?
E soprattutto ne usciranno?
Zoo è un thriller non convenzionale e fuori dagli schemi, Paola Barbato ci chiude nella gabbia con Anna, noi siamo lì,nell’angolo, e assistiamo a tutto quello che accade.
Zoo è un thriller psicologico che ci fa assistere al cambiamento interiore di Anna, una ragazza con la puzza sotto il naso e subissata dai continui rimproveri della madre, immagini che durante il soggiorno forzato le ritorneranno in mente.
Anna ci insegna a sopravvivere con un contenitore d’acqua e cibo compost da avanzi buttati alla rinfusa da farsi bastare per tutta la settimana. La voglia di sopravvivere supera la voglia di ubbidire e la protagonista inizierà così una vera e propria guerra psicologica con il suo rapitore carceriere.
Zoo è un thriller che tende all’horror, un viaggio claustrofobico che in alcuni passaggi mi ha ricordato diversi film: Hostel, The cube, Saw, dove la più grande paura è quella dentro se stessi e l’unico modo per vivere e sopravvivere è a discapito degli altri.
Un thriller di passaggio tra due storie, chiaramente ci sarà un sequel, ma sicuramente Paola è riuscita a dare ai lettori un libro innovativo e angosciante.
Paola Barbato
Classe 1971, è milanese di nascita, bresciana d’adozione, prestata a Verona dove vive con il compagno, tre figlie e tre cani. Scrittrice e sceneggiatrice di fumetti, tra cui Dylan Dog, ha pubblicato Bilico, Mani nude (vincitore del Premio Scerbanenco), Il filo rosso, Non ti faccio niente e Io so chi sei (il primo titolo di una trilogia). Ha scritto e co-sceneggiato per la Filmmaster la fiction Nel nome del male, con Fabrizio Bentivoglio. Con Piemme ha pubblicato Non ti faccio niente (2017), Io so chi sei (2018), Bilico (2018), Mani nude
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