Recensione di Chiara Forlani
Autore: Mieko Kawakami
Traduzione: Gianluca Coci
Editore: Edizioni e/o
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2021
Sinossi. Una storia di bullismo e amicizia. In Heaven la scrittrice giapponese Mieko Kawakami indirizza il suo sguardo penetrante sull’esperienza di un adolescente bersagliato dai compagni di classe. In uno stile poetico e rilassato, che riporta alla mente le grandi scrittrici giapponesi del passato, Heavenindaga l’esperienza e il significato della violenza e il conforto dell’amicizia. Bullizzato per il suo strabismo, il protagonista del romanzo soffre in silenzio. La sua unica tregua è l’amicizia con una ragazza, anche lei vittima di infiniti scherni. Ma qual è la vera natura della loro amicizia, se è il terrore ad alimentare il legame?
Recensione
A causa del suo strabismo, il protagonista del romanzo, chiamato per scherno Occhi storti, è oggetto di infiniti soprusi da parte di Ninomiya e della sua banda. Il ragazzo fa le medie, la sua storia dolorosa è narrata in prima persona, lui stesso si descrive in questo modo:
“mi misi in piedi davanti allo specchio e mi guardai. L’occhio destro tendeva completamente da un lato, impossibile stabilire dove guardasse. Era orripilante, faceva ribrezzo. Provai ad avvicinare il viso allo specchio. Ma più mi avvicinavo e meno riuscivo a distinguere la presenza dell’altro occhio nel mio campo visivo, era come se ne avessi uno solo. Sembravo una misteriosa creatura degli abissi, lì a scrutare l’oscurità impenetrabile dei fondali marini”.
La banda dei bulli della scuola lo costringe a subire pestaggi e umiliazioni, ad esempio ingoiare il gesso della lavagna e farsi piantare i punti della cucitrice sulla mano e sul braccio.
Kojima è una ragazzina sudicia e malvestita, con una chioma nera e ribelle, anch’essa preda della crudeltà della banda che imperversa nella scuola. Nonostante ciò, trova il coraggio di iniziare una corrispondenza segreta con Occhi storti che, dopo un primo momento di stupore, le risponde. Tra i due inizia un fitto scambio di lettere, nel quale i due giovani confrontano le loro vite difficili e trovano reciproca consolazione alle angherie subite, cui non riescono a ribellarsi.
La ragazza è un tipo singolare, il suo modo di percepire la realtà è diverso dalla massa e ha una sensibilità non comune. Ad esempio quando è su di giri, come avviene quando si trova in compagnia dell’amico, dichiara che ha la dopamina in circolo, suscitando lo stupore di chi la ascolta.
Lo snodo fondamentale del romanzo è il viaggio in treno che i due amici compiono diretti a Heaven, un luogo di delizie che risulterà essere dipinto in un quadro di Marc Chagall, artista non citato nel libro ma a mio parere ben riconoscibile nelle descrizioni dei dipinti, con spose volanti, capre e innamorati sospesi nella magia di paesaggi da fiaba.
Durante quest’avventura, dai margini indefiniti e sognanti, i due ragazzi si confidano l’un l’altro, confrontando le loro vite e creando un terreno comune, nel tentativo di cristallizzare le proprie esperienze e soffrire di meno:
“Ma se era davvero così, se ero terrorizzato all’idea di soffrire, perché non reagivo e non facevo qualcosa per tentare di cambiare la situazione? E in fin dei conti che cosa significava veramente provare dolore e soffrire? Mi maltrattavano, mi sottoponevano a ogni tipo di tortura, eppure non facevo altro che obbedire. Che cosa significava, esattamente, obbedire? Perché avevo paura? Cos’era la paura? Queste e altre domande mi vorticavano nella mente senza requie, ma le risposte continuavano come al solito a farsi attendere.”
Dopo un pestaggio particolarmente violento nei confronti di Occhi storti da parte del branco, nel quale la sua testa viene presa a calci come se fosse un pallone, i due ragazzi capiscono che la cosa giusta da fare è proprio non ribellarsi, anzi in qualche modo “porgere l’altra guancia”. In questo modo faranno sentire gli aggressori sempre più deboli e meschini. La parte finale del libro è densa di rivelazioni sul valore del coraggio, sul peso della casualità nella vita, sul rapporto di forza tra chi soccombe e chi domina. Ne nasce una visione del mondo davvero originale, che spinge il lettore a riflettere.
La scrittura di Mieko Kawakami è profonda nella sua semplicità, indaga l’animo degli adolescenti e le pulsioni che li spingono ad agire, sia nel bene che nel male. Durante la lettura, le frasi significative si susseguono numerose, tanto che le ho sottolineate a più non posso. Ne consiglio la lettura a genitori, insegnanti e educatori, per capire la realtà giovanile e certe dinamiche di gruppo che a volte è comodo far finta di non vedere.
A cura di Chiara Forlani
Mieko Kawakami
Mieko Kawakami è l’autrice del bestseller internazionale Seni e uova, uno dei libri dell’anno per The New York Times e uno dei dieci migliori libri del 2020 per il settimanale Time. Nata a Ōsaka, Kawakami ha esordito sulla scena letteraria come poeta nel 2006, e ha pubblicato il suo primo romanzo breve, Io nei miei denti e nel mondo, nel 2007. La sua prosa è nota per la qualità poetica e lo sguardo acuto sul corpo femminile, le questioni etiche e le contraddizioni della società moderna. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue e sono disponibili in tutto il mondo. Ha vinto numerosi premi letterari prestigiosi in Giappone, tra cui l’Akutagawa Prize, il Tanizaki Prize, il Murasaki Shikibu Prize. Vive a Tōkyō.
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