Recensione di Stefania Ceteroni
Autore: Cinzia Giorgio
Editore: Newton Compton Editori
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Un’appassionante saga familiare. In un’epoca di violenza ha inseguito i suoi sogni e lottato per i suoi sentimenti. La storia di una donna forte e del suo coraggio. La storia, indimenticabile, di una famiglia. Aprile 1975. A soli quarantotto anni, Matilde Carbiana sta per diventare nonna. Il nipote ha deciso di nascere proprio il giorno del suo compleanno. Eppure, quello che dovrebbe essere un momento di grande gioia pare turbarla. E il turbamento arriva da lontano…Estate 1943. La cittadina di Venosa è occupata dai nazisti, che terrorizzano gli abitanti. Matilde, giovane e determinata, non ha intenzione di rimanere confinata nella provincia lucana: vuole convincere il padre, viceprefetto della cittadina, a lasciarla andare a Bari per completare gli studi. Fausto Carbiana accetta, ma a patto che la accompagni suo fratello Antonio. A Bari, nella pensione che li ospita, vivono altri studenti, tra cui Gregorio, un giovane medico. L’antipatia iniziale che Matilde nutre per lui si trasforma ben presto in un sentimento profondo. Ma la guerra e gli eventi avversi rischiano di separarli proprio quando hanno capito di non poter più fare a meno l’una dell’altro. Matilde si troverà suo malgrado di fronte a scelte più grandi di lei, che cambieranno per sempre la sua vita. E non soltanto la sua…
Recensione. Matilde è una donna che non mi ha ispirato simpatia appena l’ho conosciuta.
Il nostro primo incontro risale al 1975, quando lei aveva 48 anni: non è mi piaciuto proprio il suo modo di reagire all’imminente arrivo di un nipotino. Mi è sembrata fredda, distante dai suoi cari, una donna che ho subito definito ruvida… ma come spesso accade, l’apparenza inganna. E sono stati i suoi ricordi a tracciare i contorni di una bambina, prima, ragazzina e donna, poi, completamente diversa da quella che mi era apparsa in quell’ospedale, in attesa che sua figlia partorisse.
L’autrice racconta la storia di sua nonna strutturando la narrazione su due piani temporali. Anzi tre, a ben guardare.
L’oggi, il 2005, arriva solo nelle ultime pagine. Gran parte del racconto arriva da un passato che ha segnato Matilde nel profondo, all’epoca della seconda guerra mondiale. Sono questi i ricordi che affiorano, di tanto in tanto, nella Matilde del 1975 e che rappresentano la parte che più mi ha coinvolta di tutto il libro. Matilde è una donna che ha qualche cosa in sospeso con il passato e che porta cucito addosso, seppur nell’angolino più nascosto del suo cuore, un grandissimo rimpianto oltre che un profondo dolore.
Lo stile dell’autrice mi è piaciuto: semplice e diretto, scorrevole e ricco di dettagli sia per quanto riguarda le ambientazioni che i personaggi. Descrive Matilde come una ragazza di carattere, una giovane che serba nel suo profondo un forte desiderio di indipendenza, una donna dalla personalità forte e ostinata, come suo padre. E l’ho ammirata per questo soprattutto quando si è trovata a fare delle scelte importanti intraprendendo una strada non semplice per lei, ma giusta.
Matilde è una ragazza molto bella, di gran fascino ma priva di quell’accondiscendenza e quella docilità che, all’epoca, ne avrebbero fatto una candidata ideale per l’altare. No. Matilde vuole essere se stessa e non intende piegarsi ne’ alle convenzioni dell’epoca ne’ a ciò che sua madre vorrebbe che fosse per diventare un’appetibile donna da marito, meglio se un buon partito. Lei è così: uno spirito libero ed è convinta che essere donna sia una penalizzazione molto forte. Una convinzione, questa, che resta viva in lei anche quando si trova a sperare che il suo primo nipote non sia una nipotina perché una bambina avrebbe dovuto affrontare molte più difficoltà di un maschio.
La Matilde del 1975 non ha ancora fatto i conti con i suoi sospesi e credo che sia per questo che appare così “ruvida”, a pelle.
Bello il finale. E bella storia che ho sentito molto vicina per un sacco di motivi.
Libro che consiglio a chi ama le storie d’amore ma non quelle sdolcinate, a chi ama le storie che hanno un contesto storico particolare ma anche a chi ama le saghe familiari.
A cura di Stefania Ceteroni
https://libri-stefania.blogspot.com
Cinzia Giorgio
Cinzia Giorgio è dottore di ricerca in Culture e Letterature Comparate. Si è specializzata in Women’s Studies e in Storia Moderna, compiendo studi anche all’estero. Organizza salotti letterari, è direttore editoriale del periodico Pink Magazine Italia e insegna Storia delle Donne all’Uni.Spe.D. È autrice di saggi scientifici e romanzi. Con la Newton Compton ha pubblicato Storia erotica d’Italia, Storia pettegola d’Italia, È facile vivere bene a Roma se sai cosa fare e quattro romanzi: La collezionista di libri proibiti, La piccola libreria di Venezia, La piccola bottega di Parigi e I migliori anni.
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