Recensione di Maria Sole Bramanti
Autore: Håkan Nesser
Traduzione: Carmen Giorgetti Cima
Editore: Guanda
Pagine: 443
Genere: Noir
Anno Pubblicazione: 2006
Sono arrabbiata, molto arrabbiata.
Sì, perché mi domando come sia possibile che certe cose non te le dicano subito.
Cosa?
Che i libri di Nesser vanno letti! Punto.
Cioè… abbiamo il DNA, no?
Ecco, invece di scriverci il colore degli occhi, l’altezza, se avrai il raffreddore o l’allergia al polline, perché non ci scrivono “LEGGI I LIBRI DI NESSER!”?! Mah, io mi domando….
Secco, crudo, vero.
Vite e persone, non storie e personaggi.
In molti paragonano Håkan Nesser a Georges Simenone non posso che essere d’accordo.
Perché questo non è un thriller come tanti, è un vero e proprio noir d’altri tempi: le atmosfere cupe, il lento incedersi degli eventi, il linguaggio senza fronzoli e i personaggi.
Che dire di questi personaggi?
Nesser ci racconta questa vicenda drammatica attraverso i pensieri e i ricordi dei suoi protagonisti che, ad uno ad uno, ci svelano i loro segreti e lo fanno con grande difficoltà, perché è con difficoltà che riescono ad accettare questi segreti.
La famiglia Hermansson è una normale, agghiacciante, famiglia svedese.
Dietro l’apparente serenità di una anziana coppia di coniugi si nasconde un’angoscia, un senso di disarmata soggezione agli eventi, agli altri, a ciò che chi ti sta vicino si aspetta da te.
“E lei si disse che se solo avesse avuto sottomano un’arma … si sarebbe sparata un colpo in testa prima che Karl-Erik avesse fatto in tempo a comparire in cucina col suo pigiama a righe, gonfiando il petto e dichiarando di aver dormito come un bambino”
In pochi giorni, l’apparentemente idilliaca realtà della famiglia Hermansson si disgrega, si frantuma: Rosemarie, Karl-Erik, Ebba, Kristina e Robert vedono la loro vita sconvolta. E noi assistiamo inermi a questa fine, già apertamente annunciata da Nesser nelle prime righe di questo romanzo.
“Il messaggio era rivolto a lei. Rosemarie Wunderlich Hermansson doveva togliersi la vita. E uccidere Karl-Erik. Non c’era il minimo dubbio.”
Il mistero si chiarisce piano piano a noi lettori che, dunque, troviamo soddisfazione alla nostra curiosità; ma non è questo il centro del romanzo.
Il centro del romanzo è la difficoltà di vivere, di affrontare la drammaticità degli eventi tragici e della quotidianità della vita.
Diversamente da molti romanzi di genere, la figura del poliziotto (Gunnar Barbarotti: un nome, una garanzia) non è il fulcro della storia; rappresenta solo il punto di vista esterno, colui che cerca di trovare un senso all’accaduto anche quando, ormai, tutti sembrano aver dimenticato, colui che cerca di trovare una spiegazione, un motivo valido per cui la vita di questa famiglia sia stata così, tragicamente, sconvolta.
Un ispettore che, comunque, non si può non amare: se la semplicità del Maigret di Simenon ci ha conquistati con quella sua unica voglia di tornare a casa dall’adorata moglie, il Barbarotti di Nesser non sarà certamente da meno, con questo suo contratto decennale con Dio: un botta e risposta con il Divino per stabilire definitivamente se Lui esista davvero o no.
Non è un libro facile, perché è lungo (ma non troppo) e a tratti (solo a piccoli tratti) ripetitivo, ed è cupo, freddo. Molte cose non sono semplici da digerire, in questo romanzo, eppure è un libro che deve essere letto, con calma e con la mente aperta.
Personalmente, non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo delle avventure di Gunnar Barbarotti, perché fremo dalla voglia di sapere come andrà a finire la storia del contratto con Dio e di scoprire quali nuovi, macabri, aspetti della personalità umana, Nesser vorrà indagare per noi.
Non nascondo che mi piacerebbe ritrovare, oltre al buon Barbarotti, anche qualche membro della famiglia Hermansson a cui, nonostante tutto, mi sono molto affezionata.
5 stelle su 5.
Cosa ho imparato:
che Robert il Pippa non meritava solo il disprezzo di tutti.
La mia frase preferita:
“Kristoffer capì che quella era la vita. Non si potevano fermare gli eventi. Si trattava di capire come comportarsi. E accettarlo.”
Håkan Nesser
Håkan Nesser – (Kumla, 21 febbraio 1950) è uno scrittore svedese di romanzi polizieschi. Ha insegnato lettere in un liceo, ma dopo il successo ottenuto dai suoi primi romanzi si è dedicato interamente alla letteratura. Molti dei suoi gialli hanno come protagonista il commissario Van Veeteren che vive nell’immaginaria città di Maardam, ubicata in un paese del nord Europa, verosimilmente la Svezia anche se il gulden, la valuta locale, e alcuni nomi potrebbero far pensare ai Paesi Bassi. L’altra sua serie di successo vede come protagonista l’ispettore svedese di origini italiane Gunnar Barbarotti che lavora nell’immaginaria cittadina di Kymlinge, in Svezia. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue, tra cui l’italiano, e da alcuni di essi sono stati tratti film o serie televisive.
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