SPECIALE : JO NESBØ




L’anteprima di Tempo di Libri si tinge di giallo: lunedì 27 marzo a Milano, al Teatro Elfo Puccini, nella Sala Shakespeare, alle ore 21, è arrivato il maestro del crime norvegese, Jo Nesbø.

 

Jo Nesbø presenta il nuovo libro “Sete”

 

 

L’intervista a cura di Carlo Lucarelli

Buona sera a tutti!

Sono particolarmente contento di essere qui con Jo Nesbø.
Credo sia davvero inutile presentare il nostro autore, in quanto é davvero molto conosciuto.

Per introdurre il discorso, farei un piccolo parallelo:
lui è nato nel 1960, come me; sembra più giovane di me ( molto probabilmente è la mia barba bianca e i tortellini che mi rendono un po’ più largo);
Jo Nesbø, da giovane, giocava a calcio nella serie A norvegese e io ho giocato nella nazionale… ma, nazionale scrittori. Il nostro motto era: “Perdere è una questione di metodo”.
In seguito, lui si è fatto male al ginocchio e ha smesso di giocare a calcio, mentre io al tendine, ma sono caduto alla sagra del cotechino!
Lui suona in una band, io da giovane ho suonato in un gruppo punk, perché all’epoca funzionava che chi non sapeva suonare nulla, suonava il basso e, chi non sapeva suonare neanche quello, cantava ed io cantavo. Poi, lui ha cominciato a scrivere…

Io parto da questo libro, appena uscito “Sete” e non chiederò praticamente nulla. Vi spiego il perchè:
avevo pubblicato un libro e l’ho presentato in un luogo dove nessuno poteva averlo letto: era uscito quel pomeriggio, e, alla presentazione,c’erano tutti i miei studenti di un corso di scrittura che tenevo all’epoca.

Chi lo presentava ha svelato la fine del mio libro.
Allora, io so per esperienza che non si dovrebbe dire niente sui libri. Per questo motivo, invito ad iniziare un libro senza neanche leggere la quarta di copertina.
Beh, non sapere a chi succede questo qualcosa è fantastico!

Però, quando hai a che fare con il maestro del thriller che soltanto nelle prime 20 pagine riesce a costruire un mistero, che è un mistero appassionante…
Non vi dico niente. L’unica cosa che posso dire è che sul luogo del delitto, di una vittima uccisa con un morso, manca mezzo litro di sangue, di quello che normalmente dovrebbe esserci sul pavimento…

A questo punto, parto con le domande riferendomi a Harry Hole
Un personaggio, bellissimo, geniale, che abbiamo già visto in dieci romanzi, questo è l’undicesimo.
Vi leggo soltanto tre righe di come lo ritroveremo (abbrevio un po’):

Harry si svegliò. L’eco di un sogno, un urlo, si dissolse. Si accese una sigaretta e verificò. Che tipo di risveglio era stato? In generale, ne esistevano cinque. Il primo era il risveglio da lavoro. Il risveglio solitario…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jo Nesbø incontra i lettori

 

 

 

 

 

(a cura di Giusy Ranzini)