Eden




EDEN


Autore: Sara Bilotti

 Editore: Harper&Collins 

Genere: Narrativa

Pagine: 378

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Silvia è morta. A Giulia, sua sorella, come ricordo è rimasta soltanto una lunga lettera spiegazzata, che le viene recapitata poco dopo il funerale. Una lettera che la costringe a tornare a un passato doloroso di cui aveva cercato di cancellare la memoria. E che le fa dubitare che Silvia si sia suicidata, come sostiene la polizia. Per questo decide di trasferirsi e accettare un lavoro a Bologna, la città in cui la sorella viveva, con l’obiettivo di scoprire cosa le sia accaduto davvero. Poco tempo prima di morire Silvia aveva iniziato dei lavori di restauro presso l’Eden, la meravigliosa villa di Gabriele Giordani, professore di Estetica all’università, e Andrea Lorenzi, pittore e mercante d’arte. Giulia sa chi sono: li ha visti al funerale, due uomini bellissimi, dall’aspetto impeccabile. Ma non sa altro. Non sa che con loro Silvia stava lavorando in gran segreto su due tele forse realizzate da Caravaggio e detenute illegalmente tra le mura dell’Eden. Come non sa che Silvia si era innamorata perdutamente di Gabriele. Per ricostruire quello che è successo Giulia è costretta a presentarsi alle soglie di quella villa dalle meravigliose e alte mura bianche, un luogo che sembra non appartenere al mondo reale. Superato il cancello, però, scoprirà che quello non è certo il paradiso terrestre, anzi. E l’uomo luciferino e affascinante che lo possiede, Gabriele, è un angelo o un diavolo?

Recensione di Paola Iannelli

L’oltraggio all’animo umano è la ferita più sanguinolenta che si possa infliggere all’altro, se poi l’individuo è un bambino le conseguenze risultano devastanti, e ledere in maniera definitiva l’essenza emotiva e relazionale.

L’anima nera di questo noir è identificabile nel personaggio di Gabriele, descritto dall’autrice Sara Bilotti, come un moderno “Lucifer”, bello, aristocratico, sfacciato ed egoista, un contenitore umano dall’aspetto angelico ma colmo nel suo interno di un materiale putrido.

La rabbia e l’odio che serba verso il prossimo suo costituiscono i temi portanti uniti al fascino, a tratti violento e dissacrante, diretto all’arte e all’estetica del bello. La potenziale forza esercitata nella formazione del paradigma umano anima Gabriele e i suoi coinquilini, tutti abitanti di una dimora dal nome evocativo: Eden.

Nell’immaginario collettivo la suddetta parola corrisponde a un luogo elettivo, l’origine del tutto e fonte della primordiale unione fra un uomo e una donna.

La Bilotti trasforma l’iconica rappresentazione agreste dell’Eden, basti pensare alla raffigurazione pittorica a opera di JohamWenzel Peter, in una residenza abitativa situata nei dintorni di Bologna.

La villa nominata “Eden” sarà un punto di approdo per Giulia Meyer, giovane ricercatrice universitaria, specializzata in storia dell’arte, intrappolata in un cerchio malefico che le si stringerà intorno fino al spasmo. Suo scopo primario nella residenza è ricercare le cause del suicidio di sua sorella Silvia. Unico testimone degli ultimi mesi di vita della ragazza un carteggio autografo, nel quale narra di un malessere esistenziale nato negli anni dell’infanzia e sfociato in uno stato depressivo senza via di ritorno.

Il comune multiplo denominatore tra i protagonisti del racconto è concentrato nell’età preadolescenziale, un lasso temporale dove soprusi e violenze fisiche hanno contribuito a sfaldare le soffici pareti dell’incoscienza, agendo brutalmente sul modo di essere futuro.

Il tempo cronologico segue un ritmo altalenante tra il presente e il passato, e movimenta la spirale dei ricordi che riemergono dai fondali del dolore. Altro punto cardine è il riferimento al Paradise Lost di John Milton, dove la ricerca della bellezza estetica assoluta converge nella pura seduzione, per poi tramutarsi in spirito sadico.

Ne sono un chiaro esempio i dipinti di Caravaggio, dove la Natura viene interpretata con un gioco di chiaroscuri. Il fanciullo alato del famoso pittore noto con il titolo Amor vincit omnia fonde i tratti di una verità visuale che mescola l’erotismo e l’innocenza, simulando in un gioco di ruoli la verità ultima.

I veri protagonisti della storia si annuseranno, diverranno loro malgrado complici, o meglio eredi di quadro d’autore i cui colori sono solo sfumature di un abisso interiore profondo, nero come solo l’oscurità dell’anima è capace di contenere.

 

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Sara Bilotti


è nata a Quarto, in provincia di Napoli. Madre di due bimbi, è diplomata in danza classica e ha compiuto studi filologici e letterari. Grande lettrice, nel 2012 ha pubblicato Nella Carne, una raccolta di 12 racconti neri per Termidoro Editore. L’oltraggio (Einaudi Stile Libero 2015) è invece il suo romanzo d’esordio, primo di una trilogia erotica, a cui seguono La colpa e Il perdono. Nel 2018 ha pubblicato con Mondadori il romanzo thriller I giorni dell’ombra.

 

A cura di Paola Iannelli

https://paolaiannelli.it/