LA BANDA DEI COLPEVOLI
Autore: Sarah Savioli
Editore: Feltrinelli
Genere: giallo
Pagine: 240
Pubblicazione: 2022
Sinossi. La sessantaseienne Ines Calici viene trovata senza vita nel suo appartamento, con un bavaglio che le serra la bocca e il corpo legato alla sedia. È morta soffocata in seguito a una crisi respiratoria: il bendaggio ne ha aggravato i già seri problemi di salute. Secondo le forze dell’ordine la sua morte è la tragica conclusione dell’ennesimo colpo di una banda di rapinatori che agisce nei quartieri più eleganti della città. Dopo l’evento, infatti, i furti sono cessati e per gli inquirenti questa è la prova della colpevolezza. Ma la nipote di Ines, Lucia Calici, non ne è affatto convinta e ingaggia l’Agenzia Cantoni per condurre un’indagine parallela. Poco prima di morire, Ines aveva deciso di impiegare gran parte dei suoi beni per un intervento sperimentale all’estero con cui sperava di migliorare la propria salute. Secondo Lucia, il colpevole è da cercare in famiglia. Mentre con Tonino, Cantoni e l’alano Otto, Anna si immerge nell’indagine, nemmeno sul fronte privato mancano le rivelazioni, e Anna scopre che, da una parte e dall’altra, a mano a mano che dipana la matassa, il filo della colpa si ingarbuglia. Oltre agli insospettabili aiutanti di sempre – Banzai il gatto, le tartarughe Tarta e Rughina, il poetico e strampalato cane meticcio Bergerac, il ficus adolescente e la piantaccia ormai matura – l’accompagnano nuovi testimoni chiave: fra gli altri, la gatta portinaia Lulù, una coppia di pappagallini inseparabili che in realtà non si sopportano più, un geco mitomane che si autoaccusa dell’omicidio in modi sempre più ridicoli e surreali, le terribili bande criminali cittadine delle gazze e dei ratti, in sanguinosissima guerra fra loro per il dominio dei quartieri… Tutte vite che permetteranno ad Anna di vedere il mondo in maniera non convenzionale e di scoprire la verità.
Recensione di Claudia Cocuzza
A un anno di distanza da Il testimone chiave, Sarah Savioli torna con un’altra indagine condotta con successo dalla strampalata Agenzia Cantoni.
Questa volta Anna, Cantoni e Tonino si trovano alle prese con un caso ufficialmente risolto, anche se i colpevoli non sono ancora stati identificati, ma la cui soluzione non convince Lucia, una delle nipoti della vittima: secondo gli inquirenti, Ines Calici è stata assassinata nel corso di una rapina finita male, mentre per Lucia il movente è da ricercarsi all’interno della famiglia, i cui membri da anni si rimpallano accuse di vario tipo, generando una spirale di odio e incomprensioni.
Come sappiamo dagli episodi precedenti, i nostri tre non sono gli unici investigatori: sono coadiuvati da piante e animali con cui Anna Melissari ha acquisito la capacità di parlare a causa di un ematoma cerebrale, che non ne mette a repentaglio l’incolumità. Conseguenza ne è che umani, animali e vegetali sono tutti allo stesso livello, anzi, se proprio vogliamo essere sinceri, le osservazioni puntuali e taglienti che provengono dal mondo vegetal-animale fanno sì che gli umani non ne escano sempre benissimo.
La storia va analizzata su due piani: quello del giallo e quello dell’evoluzione dei personaggi, che conosciamo già essendo alla loro terza avventura.
La costruzione della trama gialla è impeccabile: la vicenda appare da subito più complessa di come viene presentata; gli elementi che porteranno alla risoluzione del caso vengono distribuiti e diluiti tra le pagine, sempre sotto gli occhi del lettore che però ne comprenderà il peso effettivo solo quando l’autrice lo guiderà nella ricostruzione finale del puzzle; le false piste e i possibili moventi sono tutti plausibili e ben piazzati.
Encomiabile è la caratterizzazione di tutti i viventi che si muovono sulla scena.
Se ne Il testimone chiave abbiamo fatto la conoscenza del carlino erotomane, qui abbiamo a che fare con un geco mitomane: Giasoneh, con l’h perchè è il suo nome d’arte.
Ma a parte la guest star, anche tutti gli altri sono dipinti con una minuzia di particolari che li rende immediatamente riconoscibili: la gatta portiera Lulù, i due dobermann scemi, la Gatta G politicamente impegnata, e poi Tucidide, con le sue orecchie lunghissime acconciate in maniera assurda, fino ad assumere le sembianze di un fachiro strafatto di crack.
Pure qui emerge la maestria della Savioli: dalla sua capacità di farti ridere fino alle lacrime senza nulla togliere alla tensione del giallo.
A questo punto non ci resta che soffermarci sulla protagonista, premesso che tutti i personaggi seriali – compresi piante e animali, perciò Banzai, Tarta e Rughina, Erbaccia e il ficus – hanno giovato di un percorso di evoluzione rispetto ai romanzi precedenti.
La crescita di Annarella e della sua pazza banda va di pari passo con quella dell’autrice: se l’ironia, l’intelligenza e la sensibilità sono suoi tratti identificativi, con La banda dei colpevoli Sarah Savioli ha superato sé stessa.
In apertura troviamo Anna alle prese con il suo mondo ordinario – attenzione: ordinario per lei –: in piena seduta di psicoterapia presso la rana toro Giuditta.
Anna è mamma di Luca, un bimbo di cinque anni, e, come tutte le mamme che lavorano, fa i salti mortali per far quadrare tutto, a casa, a lavoro, in famiglia. E, come tutte le mamme che lavorano, ovviamente non ce la fa. Si sente sempre in difetto verso qualcuno: il figlio, il marito, i colleghi di lavoro, la famiglia di origine, le amiche. Questo è il percorso che Anna seguirà ne La banda dei colpevoli:
“Qual era il proposito che ti eri data la scorsa volta? Su, Forza.”
“Eh…” tentenno ormai con le spalle al muro “che devo imparare a essere meno impulsiva.”
“Bene, e poi?”
“E che devo gestire la possibilità del fallimento come uno dei tanti eventi della vita che possono anche non dipendere da me.”
In questo terzo episodio Anna affronta mille paure e difficoltà, con il marito Alessandro lontano per lavoro, quindi con tutto il carico della gestione familiare sulle proprie spalle e il timore incombente del fallimento, ma impara ad affrontarlo: quella che lasciamo, in attesa che torni presto da noi, è una Anna più matura, saggia e consapevole.
È che il cammino da fare quotidianamente è duro, con tutto che cambia, noi compresi, e che l’unico modo per continuare a farlo insieme è, seppure nelle difficoltà, darsi una dignità tra pari, liberi, indipendenti e responsabili di ogni propria scelta.
La risoluzione del caso lascia Anna e i suoi con l’amaro in bocca, ma anche questo rappresenta un passo verso la loro crescita personale:
Se c’è una cosa che questo caso mi ha mostrato in modo lampante, è che l’affetto non può mai avere a che fare con la menzogna, lo svilimento dell’altro e la sua manipolazione.
Gli spunti di riflessione sono davvero tanti, ma conoscendo la sensibilità e il cuore dell’autrice non mi sarei aspettata da lei niente di meno.
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Sarah Savioli
nasce nel 1974 in Sardegna. Laureatasi a Parma in Scienze naturali, consegue un master in Scienze forensi e uno in Chimica analitica e per più di dieci anni lavora come perito tecnico scientifico forense, prima in collaborazione con il dipartimento di Fisica dell’Università di Parma e con il Ris dei Carabinieri, poi in libera professione. Per Feltrinelli ha pubblicato i romanzi gialli della serie di Anna Melissari, Gli insospettabili (2020), Il testimone chiave (2021) e Le inchieste degli insospettabili (2022) – che raccoglie i primi due volumi –, oltre alla sua prima storia per bambini, Tutto cambia! (2021, candidata al Premio Strega Ragazze e Ragazzi). La banda dei colpevoli è il suo ultimo libro.
A cura di Claudia Cocuzza
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