L’inganno della luce
Autore: Louise Penny
Editore: Piemme
Traduzione: Maria Clara Pasetti
Serie: Armande Gamache #7
Genere: Giallo
Pagine: 432 p., R
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Three Pines è una piccola cittadina del Québec che neppure compare sulle mappe. Un posto idilliaco, dove il tempo sembra essersi fermato e la vita scorre placida. Almeno in apparenza. Armand Gamache è perfettamente in tono con l’ambiente. Cinquantacinque anni, di corporatura solida, raffinata cultura e modi garbati, si direbbe un tranquillo professore di storia o letteratura, e non il commissario della Sûreté du Québec. Ma l’inganno è spesso un meccanismo estremamente raffinato, che si alimenta dei più piccoli dettagli e si cela dove meno te lo aspetti. È una tiepida sera d’estate, e Clara Morrow, pittrice locale di grande talento, sta festeggiando insieme ad amici e personaggi del mondo dell’arte il successo della personale tenutasi al museo di Montréal. Eppure, la mattina seguente, tra le peonie del giardino di Clara viene ritrovato il corpo senza vita di una donna, la cui presenza alla festa non era stata notata da nessuno. Quando il commissario Gamache avvia le indagini, scopre un mondo fatto di invidie, gelosie e antichi rancori in cui la verità sull’omicidio è offuscata da molte ombre. E la luce che filtra serve solo a confondere.
Recensione di Loredana Cescutti
“Sono miei amici e, sì, sono anche sospettati. Per la verità, ho molti amici in questo paese, e sono tutti sospettati. Capisco che la cosa si possa interpretare come uno svantaggio, ma il fatto è che io conosco queste persone. Bene. Chi può trovare l’assassino meglio di chi conosce le loro debolezze, i loro segreti, le loro paure?”
Ho letto da non molto “Natura morta”, pubblicato quest’anno in Italia e temporalmente primo libro della serie che vede come protagonista Armande Gamache, commissario della Sûreté du Québec e ne ero rimasta estasiata.
L’ambientazione, il modo, lo stile ironico, diretto, l’atmosfera da salotto inglese, le battute, i doppi sensi e naturalmente lui, il delitto.
Mi ero divertita moltissimo a leggerlo e mi ero affezionata a questo personaggio spontaneo e per nulla scontato.
Purtroppo, però, con “L’inganno della luce”, mi sono resa conto di aver fatto un bel salto temporale e, di aver perso tanto di ciò che era avvenuto in precedenza. Spero che quanto prima le lacune causate dalle traduzioni mancanti saranno recuperate.
Anche in questo settimo capitolo della serie, protagonista assoluto del romanzo diventa Three Pines con i suoi paesaggi, le sue casette, i suoi giardini, i suoi fiori, i suoi abitanti, i suoi segreti e tutte le invidie che si celano dietro ogni singola finestra.
“… sapeva che innalzare muri non portava a nulla di buono. Quello che la gente scambiava per sicurezza era in realtà una prigione. E poche cose fioriscono in prigione.”
Perché se c’è una cosa che Penny esalta a ogni scritto, è proprio quella che le persone, anche quelle buone, sono tutte uguali, nessuno è perfetto ed è insito nella natura umana provocare invidie, rivalità, rancori e gelosie pur avendo un cuore grande.
Un libro che affronta la frustrazione della disfatta, la gelosia nei confronti di chi ce la fa, il bisogno di rivalsa e riscatto ma, che scandaglia anche l’animo di quelli che dalla sconfitta ne sono usciti perdenti, almeno per un po’, fino a quando hanno deciso di riemergere, a fatica, con un lavoro su di sé e sugli altri.
Un romanzo che pagina dopo pagina, indizio dopo indizio procede placidamente e arriva alla soluzione riuscendo anche a stupire il lettore.
Ripenso alla mia di lettura, che si è mostrata abbastanza aggressiva, necessaria, ingorda, poiché bloccata sul divano da problemi di salute e, mi rendo conto che il libro si è ecclissato alla velocità di un temporale estivo.
Penny è capace, l’avevo già capito con il precedente scritto, di mantenere desta l’attenzione del lettore, curando sia l’aspetto investigativo che quello umano, andando a scavare nel profondo dei suoi personaggi e delle loro sofferenze.
“I fatti erano necessari. Indicavano la via e aiutavano a tessere la tela. Ma l’assassino si rintracciava seguendo i sentimenti, oltre che le azioni. Le sordide emozioni che avevano trasformato un uomo in un omicida.”
In particolare, in “L’inganno della luce”, le sofferenze del fisico e dell’animo bruciano le pagine di questo meraviglioso libro, dove il giallo dell’indagine per omicidio, verrà poi surclassato dal nero del ricordo, del dolore più intimo dato dalla memoria, dalle lacrime di un quadro che non riesce a trovare una sua dimensione, dai perché che non hanno il potere per trovare una precisa collocazione.
“Da qualche crepa entrava la luce. Da altre usciva l’oscurità.”
Odio, perdono, dipendenza, ritrovarsi, riscoprirsi, rinascere.
“… se la speranza non moriva mai, quanto durava l’odio?”
Questi i temi affrontati e se vogliamo, per restare a tono con la storia, dipinti in questo meraviglioso quadro che è stata la vita di tante persone racchiusa in questo romanzo.
Chiari e scuri di un’esistenza destinata a cambiare.
“Io penso che l’omicidio abbia la memoria lunga.”
Dategli una possibilità, Gamache non vi deluderà.
Buona lettura!
Louise Penny
è nata a Toronto. Ha lavorato a lungo come giornalista, conduttrice radiofonica e televisiva, occupandosi di cronaca e current affair. Ma è con la scrittura che ha coronato il sogno di una vita. Pubblicata in 25 lingue, i suoi romanzi hanno conquistato i lettori di tutto il mondo, l’hanno portata in testa alle classifiche e sono stati insigniti dei più prestigiosi premi letterari dedicati al genere thriller.