Sparando al cielo




 SPARANDO AL CIELO


Autore: Jorge Franco

Editore: edizioni e/o

Traduzione: Pino Cacucci

Genere: narrativa – romanzo di formazione

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Larry torna a Medellín dodici anni dopo la scomparsa di suo padre, di cui hanno ritrovato i resti in una discarica: ormai vive a Londra, illudendosi di aver chiuso per sempre i legami con un passato doloroso e umiliante, ma seppellire le ossa del padre è un richiamo che lo costringe a tornare e a fare i conti con un passato che non passa… Perché Larry è figlio di un mafioso. Suo padre era non solo in “affari” con Pablo Escobar, ma addirittura amico personale. Larry vorrebbe soltanto rivedere sua madre, ex reginetta di bellezza che fu “la donna del boss”, e che ora vive in squallida solitudine con i rimpianti di un tempo perduto e di fasti effimeri quanto sporchi. Ma l’amico d’infanzia Pedro lo trascina in un vortice di eventi assurdi e allucinanti, mentre Larry si guarda intorno attonito, smarrito, in una realtà che non vuole riconoscere, e sullo sfondo c’è Medellín, «metà grandiosa, metà miserabile. Il panorama suscita comunque una certa emozione. Per tutto ciò che è cambiato, per tutto ciò che è andato perduto, e perché questo buco tra le montagne, questo mattatoio dove tanti sono morti, che tanti ha bandito e tutti ha segnato, resta ancora in piedi, addirittura più solida di prima, come se non fosse mai stata la città da cui sono dovuto fuggire e dove hanno ucciso mio padre…».

 Recensione di  Michela Bellni


Bellissimo questo romanzo di Jorge Franco, autore poco conosciuto in Italia, dove questo è il suo primo libro a essere tradotto, ma grande scrittore tra i più importanti dell’America Latina, con vari romanzi al suo attivo e molto apprezzato da Gabriel García Màrquez, che lo stimava al punto di dire che volentieri gli avrebbe passato il testimone. 

Nel libro lo scrittore descrive il dramma attraversato da Medellín, che è la sua città, e dalla Colombia dopo la morte di Pablo Escobar, avvenuta nel 1993. Una morte che cambia tutto in maniera radicale e per i “mafiosi” suoi amici o nemici in modo devastante.

Tutta una società violenta e ricca, si trasforma improvvisamente in un terreno di guerra, dove tutti sono nemici di tutti e non ci si fida più neanche degli amici più stretti. Il denaro che prima scorreva a fiumi, rischia di cambiar di mano da un attimo all’altro, niente è più come prima, tutti gli equilibri sono saltati dopo l’uccisione di Escobar, colui che decideva chi doveva vivere o morire, ma manteneva un ordine nella società di Medellin. Dopo di lui tutto è caos che nessuno è in grado di gestire.
I “mafiosi”, quelli che noi chiamiamo narcos, prima accolti con tutti gli onori e la deferenza, sono improvvisamente diventati scomodi e apertamente disprezzati e tenuti ai margini dalle cosiddette persone perbene. Divenuti scomodi anche a sé stessi, i narcos piombano nel caos, non sanno più cosa fare e come continuare a vivere.

C’è un prima e un dopo la morte di Escobar in Colombia e soprattutto a Medellín, ed è questo il tema che Franco vuole descrivere e sviscerare, perché niente si risolve e niente si supera o si cambia davvero se non si affronta la realtà e non se ne parla apertamente. 

In Sparando al cielo”, in spagnolo “El cielo a tiros” (il cielo a colpi, a spari) lo scrittore racconta attraverso il protagonista, Larry, figlio di un amico stretto di Escobar, la storia di una generazione di giovani nati nel lusso e nella violenza e catapultati all’improvviso nell’incertezza totale e nel caos.

Tramite continui flashback e ritorni al presente, la narrazione si fa tesa e complessa e nel dar conto della realtà del “prima” e di quella del “dopo” Franco approfondisce la psicologia dei personaggi principali e delinea con pochi ma precisi tratti la natura di quelli secondari.  Su tutti emerge il dramma di Larry che per essere sé stesso e non il figlio di un famoso narcos ha dovuto lasciare la sua terra e andare molto lontano, in un Paese molto diverso, l’Inghilterra. L’unica possibilità che lui ha di esistere come persona è stare in un Paese che non è il suo e che non gli somiglia per niente.

C’è in Larry la condanna del passato e dei propri genitori, soprattutto del padre, vicinissimo a Escobar e suo amico personale, una condanna che a tratti pare persino troppo moralista, ma ci sono anche il dolore e l’amore per il proprio padre e la propria madre che non si possono mai cancellare del tutto.

Nel caos della notte dell’Alborada, una festa che c’è solo a Medellín il trenta di novembre, che si dice sia per dare il benvenuto al mese di dicembre che dà inizio all’estate, ma in origine era una festa del narcotraffico, dove tutti sparano, bevono, si drogano e in mezzo a un ingorgo di macchine risalgono la collina per vedere i fuochi d’artificio incessanti, Larry, appena tornato, cerca invano di trovare il senso della propria vita, della propria storia e tenta l’impresa impossibile di riordinare il caos. Si rinnovano così il dolore di aver dovuto partire e l’impossibilità di rimanere, la forza affettiva dei legami con la famiglia e l’incapacità di viverli senza sofferenza.

Un libro da leggere per cercare di capire qualcosa di più di questa terra difficile e violenta, la Colombia, che ha per contro una vita culturale importante e intensa. Un libro da leggere per capire gli uomini anche nei loro aspetti peggiori.

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Jorge Franco


Jorge Franco (Medellín, 1962) ha condotto studi di regia cinematografica presso la London Film School e di Letteratura all’Universidad Javeriana di Bogotá. La carriera di scrittore è iniziata nel 1996 con un libro di racconti, Maldito amor, vincitore del premio Valderrama, a cui è seguito il primo romanzo, Mala noche, per poi raggiungere una notevole fama nel mondo delle lettere ispanoamericane nel 1999 con il suo secondo romanzo, Rosario Tijeras, Premio Hammett, dal quale il regista messicano Emilio Maillé ha tratto un film, ispirando poi una serie televisiva di grande successo in Colombia. Sono seguiti i romanzi Paraíso TravelMelodramaSanta suerte, e nel 2014 ha pubblicato El mundo de afuera, Premio Alfaguara. Gabriel García Márquez lo volle con sé per condurre i seminari “Cómo se cuenta un cuento” presso la Escuela Internacional de Cine a Cuba. I suoi libri sono attualmente tradotti in una dozzina di lingue.

A cura di Michela Bellini

michelabellini.wordpress.com