IL SAMBA DI PRISCILLA
Autore: Maurilio Barozzi
Editore: Borderfiction
Genere: Noir
Pagine: 379
Anno di pubblicazione: 2022
Sinossi. Brasile, 2011. Una brillante giornalista in carriera, Priscilla Amorim, indaga su un faccendiere italiano emigrato a Salvador de Bahia e sul suo giro di modelle-escort. Di lì a poco si troverà precipitata nell’abisso: due reporter italiani scomparsi, una squillo uccisa da un’overdose di eroina e l’esibita influenza mafiosa della famiglia Magellano. Intanto, a Rio de Janeiro l’avvocato Renato Marconi trama per far riscuotere ai suoi boss – i Pineira, signori della Federcalcio – una milionaria tangente che gli emiri del Qatar hanno promesso in cambio dell’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022. Quando le brame delle due potentissime casate brasiliane – Magellano e Pineira – entreranno in collisione, lo scontro sarà cieco e senza esclusione di colpi. Mai scesa a compromessi, solo Priscilla può trovare la via della salvezza. Saprà imboccarla?
Recensione di Patrizia Argenziano
Brasile, sinonimo di Carnevale, belle donne, colori sgargianti, spiagge infinite e, naturalmente, pallone, calcio.
“Il samba di Priscilla” sin dalle prime pagine spazza via ogni stereotipo, o per lo meno lo nasconde sotto la sabbia momentaneamente, e infila delicatamente, ma senza mezze misure, il coltello affilato in una piaga che sembra impossibile da rimarginare.
Il Paese diventa immediatamente padrone di ogni pagina con una forza che lascia senza fiato. E’ la forza del potere, della corruzione, della mercificazione dei corpi, della vendetta e del soldo. E’ una forza che non si ferma agli angoli delle strade, non rispetta precedenze, non sopporta le ingerenze, non ama le incertezze, non guarda in faccia nessuno e percorre inesorabile il suo cammino. E se necessario, asfalta chi ostacola il suo passaggio. E’ la forza data da coalizioni improbabili, nate per sfida, per gioco ma soprattutto per vincere, per vincere tutto il possibile. Per stravincere.
E’ l’altra faccia del Brasile, quella che i suoi cittadini conoscono ma di cui nessuno parla, quella, come ogni paese oggi, legata a sotterfugi politici di famiglie potenti, quella più nera che non può e non vuole essere raccontata. Perché fa finta di non esistere.
“…Diciamo che se un giornalista non fa opposizione, sta solo spacciando mercanzia da quattro soldi, buona per ogni stagione. Come i generi vari.”
In queste quasi quattrocento pagine di uomini corrotti, senza scrupoli, che si rotolano nella melma più scura bramosi di ricchezza, c’è anche chi brilla di luce propria, che va controcorrente, che, naturalmente, non è gradita alla massa ma che vuole fare chiarezza.
Lei è Priscilla Amorin, una giovane giornalista che ci crede, ci crede ancora. Crede ancora nel potere del suo mestiere, della denuncia, delle parole. Crede negli esseri umani, quelli che conoscono la definizione di giustizia ma anche di amore e dolore. Sono coloro che hanno ancora il coraggio di provare dei sentimenti e di lottare per questi.
Un noir senza scrupoli, ispirato alla Storia, siamo nel 2011. Un sistema intricato di personaggi e famiglie ci scorre davanti agli occhi e ferisce. Una carrellata di “buoni e cattivi” dettagliati con cura, alcuni di loro li sentiamo sulla pelle, ne percepiamo l’odore, le paure, le speranze, la cattiveria. Un romanzo denuncia urla attraverso la caparbietà di una donna che niente è impossibile. Priscilla infonde il coraggio di dare la notizia per salvare ciò che più ama, la sua terra.
Le pagine non sono poche, lo so, ma credo che l’autore non abbia voluto tralasciare nulla, dando il giusto spazio a ogni aspetto, più o meno oscuro, della vicenda.
Una lettura che lascia sicuramente un po’ d’amaro in bocca ma che ci esorta a diventare tutti come Priscilla.
Mai dimenticare.
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Maurilio Barozzi
Giornalista, saggista e scrittore. Nato nel 1967, i suoi lavori sono apparsi su: “Diario”, “Liberal”, “Nasz Powiat” “Cicloturismo”, “Altrafinanza”, “Tu Style” e “Panorama Travel”. Alcuni scritti pubblicati per “Limes. Rivista italiana di geopolitica” sono stati tradotti in Francia e Canada (per Gallimard) e Polonia. Il suo saggio “Do jakiej Unii zmierzamy?” (Verso quale Unione Europea?, 2001) è stato materia d’esame al corso di politica dell’Università Jagellonica di Cracovia. Reporter del quotidiano l’Adige di Trento dal 1996, è autore di articoli editoriali e titolare di rubriche di costume. Dopo “Voci dalla strada” e “TeleBar”, oggi scrive ogni lunedì “La Biblioteca di Babele”. Nel 2014, dal Brasile, ha raccontato la Coppa del Mondo in 35 articoli con la manchette “Caipirinha mundial”. In narrativa ha esordito nel 2003 con il romanzo “Spagna” (Giunti editore). Poi: “Seme di metallo”, “Muro Dolomitico”, “Caro Brasile”, “El Trinche”, “Maracanã. Sull’onda crespa del Brasile” e “Ciclismo senza confini”.
A cura di Patrizia Argenziano