La forma del ghiaccio 




 LA FORMA DEL GHIACCIO

di Linda Tugnoli

Nord 2023

thriller, pag.360

Sinossi. Qualche anno fa, la notizia apparsa sui giornali aveva acceso la fantasia di Guido: il ritrovamento tra i ghiacci dei resti mummificati di un uomo, identificato poi come un ricco industriale di Torino scomparso più di cinquant’anni prima… durante un safari in Africa. In Valle Cervo tutti conoscevano Aldo Lorenzo Ferrero e la sua famiglia, proprietaria di una splendida villa che si favoleggiava ospitasse reperti unici, tra cui un autentico sarcofago egizio e un leone impagliato. Guido era cresciuto in mezzo a quelle leggende, e la sua innata curiosità non può che trasformarsi in ossessione adesso che, casualmente, si ritrova fra le mani un magnifico orologio, quasi sicuramente appartenuto a quell’uomo stravagante la cui morte è tuttora avvolta nel mistero. Da onesto valligiano, Guido va a Torino per restituirlo alla figlia del defunto, Leila, un’educatissima e affabile anziana signora, esperta di piante da appartamento, decisissima a non volere indietro il prezioso oggetto e a congedare al più presto quel giardiniere di provincia. Il modo migliore per alimentare l’ossessione di Guido che, nonostante le proteste dell’amico Osvaldo, per proseguire le sue indagini decide di fare qualcosa che ha sempre odiato fare: lasciare per qualche giorno la sua casa in Valle e mettersi in viaggio. La destinazione è la provincia di Pisa, dove negli anni ’30 sorgevano gli studi di Pisorno, fiore all’occhiello dell’industria cinematografica fascista. E lì, Guido comincerà a ricostruire la storia di un amore sbagliato, di una fuga segreta, di uno scandalo, forse di un omicidio…

 Recensione di Salvatore Argiolas

Guido è un giardiniere valligiano dall’Alta Val Cervo, in provincia di Biella” ed ha la passione per le indagini, certificata dai primi due romanzi della serie “Le colpe degli altri” e “L’ordine della cose”, e quando in un escursione in montagna ritrova un costosissimo orologio d’oro si mette in testa di restituirlo al legittimo proprietario, anche se sospetta che sia di Aldo Lorenzo Ferrero, un bizzarro industriale torinese il cui corpo venne ritrovato mummificato proprio nei monti del biellese malgrado le voci di paese l’avessero dato disperso in Africa.

Guido in un’altra vita era un profumiere di successo a Parigi ma il destino l’ha trasportato in questo angolo d’Italia ricco di fascino e di tranquillità:

Splendevano i larici ricoperti di cristalli, splendevano i lunghi ghiaccioli che stillavano gocce di luce e arcobaleni nell’ombra delle rocce; splendeva nella sua musica misteriosa l’acqua del torrentello ancora giovane, appena uscito dal lago, saltando tra le rocce incappucciate di bianco. E splendeva nell’infinito silenzio delle cime incappucciate anche il piccolo lago alpino, ora azzurro, ora quasi nero, ora verde e terso come uno smeraldo, o acceso di mille riflessi d’oro appena il vento lo increspava.”

Questa natura così paradisiaca e incantevole non è solo la cornice di “La forma del ghiaccio” ma diventa protagonista perché attrae inesorabilmente il giardiniere che potrebbe tornare a Parigi dalla sua amica Marta che l’ha invitato numerose volte: “Com’era riposante annullarsi di fronte alle galassie che ruotavano lentamente nella voragine di uno spazio remoto e di un tempo che non era il suo. A Parigi le stelle non si vedevano. Per definizione, gli facevano concorrenza le mille luci della Ville Lumiere.”

Guido

non era Hercule Poirot, era un giardiniere piemontese cui avevano inculcato fin da piccolo il culto delle buone maniere”

ma la curiosità lo spinge a seguire tracce e indizi molto variegati portandolo anche a Roma, città caotica come nessun’altra, alla ricerca di notizie sullo storico stabilimento cinematografico di Pisorno e su di un fantomatico film che sarebbe stato girato lì negli anni della Seconda Guerra Mondiale, con la consulenza tecnica di Ferrero.

Ambientato negli anni Ottanta del secolo scorso, “La forma del ghiaccio” è un delizioso intarsio di storie, ambienti e ricordi che immergono in lettore in una narrativa efficace e molto curata, dove la trama gialla non è prevalente ma viene equilibrata dalla volontà del giardiniere di conoscere e capire a fondo la personalità dell’industriale defunto e dei familiari che sono ancora influenzati dalle sue scelte di vita.

Guido l’ex profumiere e amante della piante è un bel personaggio che si trova ad indagare per caso ma che poi ostinatamente cerca di trovare una plausibile soluzione ad un enigma che lo assilla perché “non ce n’è mica una sola di verità, e non c’è solo la verità dei fatti. C’è anche una verità dei sentimenti, e forse vale di più”e con l’aiuto di un burbero commissario con cui ha frequenti screzi riesce a intrecciare tanti fili pendenti da tanti anni per costruire una teoria investigativa solida e sorprendente.

Linda Tugnoli costruisce con bravura un mondo narrativo di grande fascino portando il lettore, seguendo il suo investigatore dilettante Guido, in un indagine che da un crimine del passato si espande ad un ambiente sociale e geografico rappresentato con una certa dose di lirismo.

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Linda Tugnoli


vive tra Roma – dove lavora come autrice e regista di documentari, soprattutto per la Rai – e la campagna sabina, dove abita in un casale con il marito, tre figli, un orto, una serra e svariati cani di grossa taglia che periodicamente devastano l’orto e la serra. Ha contratto anni fa quello che gli inglesi chiamano il bug del giardiniere: una spiccata tendenza a parlare troppo di piante e di fiori. La forma del ghiaccio è il terzo romanzo dedicato alle indagini del giardiniere Guido.